Blackout

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Capitolo XXV:

Blackout

Tylhoen, Settore IV, ore 00.12

La macchina di Selena arrivò fuori la fabbrica, come al solito, con qualche minuto di ritardo.

La ragazza scese dal veicolo con fluidità e abbassandosi leggermente il tubino color petrolio sulla gambe tornite, abbastanza da non suscitare troppo scalpore, ma non a sufficienza da impedire di far cadere qualche mascella al suolo, al suo passaggio.

Gettò uno sguardo al grosso edificio bombardato dalla musica e sorrise compiaciuta. Doveva concedere al giovane Baker di saper scegliere i locali dove sballarsi. Quello era uno dei festini "Blackout", le serate che venivano organizzate in occasione delle varie fasi dell'allineamento; erano itineranti e veniva scelto ogni volta un posto diverso. Solitamente avevano luogo in edifici abbandonati come quello, altre volte in case private, in alcuni casi addirittura in luoghi pubblici. Erano reputate serate molto trasgressive poiché teoricamente del tutto illegali ma, considerando quanto fossero amate anche dal ceto più elitario proprio per il loro carattere ribelle, capitava sempre che stranamente, quanto sistematicamente, le milizie non fossero mai in grado di rintracciare il luogo di quei rave improvvisati.

In piccolo, erano simili all'Erebiade, ma almeno non si mascheravano dietro quella facciata impregnata di fanatismo religioso.

Erano semplicemente quello che sembravano: pretesti per fare baldoria.

Inoltre, quello che avveniva al Festival di inaugurazione era grottesco ma doveva comunque mantenere una parvenza di contegno, considerando che era una vera e propria festa nazionale.

Mentre durante i Blackouts non c'erano limiti. Erano solo quattro serate, una per ogni fase dell'allineamento. Ma durante quei pochi eventi, poteva accadere di tutto.

Era proprio per questo che erano così amate e ben volute.

Selena doveva ammettere di essere intrigata all'idea di vedere cosa la aspettava. Le coordinate dei Blackouts si ottenevano solo tramite voci che giravano in cerchie piuttosto ristrette, e persino lei aveva dovuto faticare un bel po' per riuscire ad ottenere quelle informazioni.

Daniel Baker aveva la nomea di essere un ragazzo viziato e festaiolo, quello era di sicuro un evento che non si sarebbe lasciato scappare per niente al mondo e per lei, in mezzo a quella confusione, sarebbe stato un gioco da ragazzi avvicinarlo e farsi dire quello che voleva.

Individuò Christal immediatamente, tra la folla che attendeva fuori la fabbrica perché, nonostante l'outfit mozzafiato per lei decisamente insolito, aveva le braccia incrociate al petto, un'espressione annoiata sul viso e le sopracciglia aggrottate sugli occhi truccati di nero che le conferivano l'aspetto di chi era stato trascinato in quel posto decisamente controvoglia.

Le si avvicinò dal lato silenziosa nonostante gli stivali col tacco che completavano il suo look, ma quando parlò non la prese di sorpresa come si sarebbe aspettata:

«Sono felice di vedere che hai deciso di seguire il mio consiglio sull'abbigliamento» le disse squadrandola con un sorrisetto.

Oltre alla gonna nera attillata, Storm indossava un top tempestato di glitter luminosi che le mettevano in risalto gli occhi gelidi.

«Così tanto potenziale, così poco utilizzato» continuò ironicamente amareggiata.

Christal si girò verso di lei lentamente, alzando un sopracciglio nero.

«Già, muoviamoci e facciamola finita con questa stronzata» la sentì mormorare.

«Aspetta, manca ancora qualcuno che deve unirsi alla festa» le disse, mentre lei già si stava avviando verso il fabbricato.

Rizomata - RisonanzaWhere stories live. Discover now