Leap into the Void

57 7 12
                                    

Capitolo XXI:

Leap into the void – Salto nel vuoto

Jendar, livello portuale, "The Howlin' Wreck"

La stanza era piccola e calda ma i letti erano tutto sommato confortevoli, cosa che in qualsiasi altro momento sarebbe bastata ai tre per riposare decentemente. Quella notte, però, sembravano esserci troppe cose in ballo, troppa tensione, troppi ricordi sospesi e aspettative per consentire loro di prendere sonno, e si ritrovarono inquieti e insofferenti a girare per la stanza come degli animali in gabbia.

La prima a cedere fu ovviamente Flare che, senza dire nulla o informare gli altri delle sue intenzioni, si volatilizzò dalla stanza in quel suo modo di fare enigmatico, per andare Apheiros solo sa dove.

Non provarono neanche a fermarla o a chiedere spiegazioni e Christal e Alex si ritrovarono a fissarsi in silenzio nella stanza. La ragazza si alzò sospirando e cercando di scrollarsi di dosso il disagio derivato dal ricordo dell'ultima volta in cui si erano ritrovati da soli sulla barca.

Per qualche secondo, sembrò anche lui stranamente irrequieto ma non seppe dire se era per quello stesso motivo o per il pensiero di ciò che lo attendeva il giorno seguente. In ogni caso, all'improvviso il ragazzo si alzò. «Al diavolo, se Flare può andarsene a spasso, possiamo farlo anche noi.»

Christal lo guardò interrogativa.

«Non puoi venire a Jendar e andartene senza neanche un piccolo giro panoramico. E si dà il caso che io sia l'accompagnatore perfetto per l'occasione.»

La ragazza lo fissò scuotendo la testa decisa. «Scordatelo, cacciatore.»

Lui scrollò le spalle insofferente. «Avanti Furia, non vorrai davvero negarmi questo piccolo momento di svago alla vigilia della mia catartica riunione familiare» disse avvicinandosi a lei piano e sorridendole con quel suo sorrisetto mefistofelico.

Lei incrociò le braccia mentre lo fissava, indecisa sul da farsi, così lui approfittò per continuare.

«Ma se preferisci rimanere qui a cercare di trovare argomenti con cui colmare il silenzio imbarazzante...» disse vago alzando le sopracciglia.

Christal sbuffò sonoramente. «D'accordo, ma niente stronzate» rispose pungolandolo sul petto con l'indice.

Lui acconsentì con un movimento laterale della testa. «Farò il bravo, promesso» mormorò ma, come prevedibile, quelle parole pronunciate dalla sua bocca assunsero un tono molto poco credibile.

~

Selena si ritrovò, senza neanche sapere bene come, a girovagare per le strade di Jendar. Aveva cominciato a sentire il respiro pesante in quella stanza d'albergo, come un pesce che boccheggia fuori dall'acqua. Aveva attribuito la cosa all'angustia della camera e al senso di disgusto che le generava la locanda ma scoprì che quella sensazione continuava anche all'aperto, per le strade della città.

Ben presto si rese conto che era Jendar stessa a farle quell'effetto.

Quando avevano attraversato le acque del Tridente aveva provato una strana sensazione di sollievo e di familiarità che le avevano fatto pensare che, tutto sommato, quel rimpatrio potesse essere persino un bene per lei, ma non appena aveva messo il piede a terra si era dovuta ricredere. Ogni mattone, ogni angolo, ogni anfratto della città le avevano riportato alla mente un preciso ricordo, frammenti di una vita che ormai aveva quasi dimenticato fosse la sua e, nella stanza della locanda, complice la tensione che già aleggiava di base sul trio e sulla loro missione, tutti quei frammenti si erano coagulati in un macigno che le si era posizionato sul petto, impedendole di respirare.

Rizomata - RisonanzaWhere stories live. Discover now