Children of the Sea - II

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Parte II:

Quando infine ripresero il tragitto, Selena si rese conto del perché quel promontorio prendesse il nome di Rockbridge. In effetti, quell'ammasso di rocce formava un vero e proprio ponte che permetteva di avere una scorciatoia per la costa e un panorama mozzafiato; sembrava quasi fosse un'autostrada sopraelevata di granito e massi, solo, forse, meno confortevole da percorrere.

Il clima era cambiato, l'umidità era molto più marcata e il venticello era fresco e persistente.

Alex finalmente spiegò loro che erano diretti a un piccolo avamposto marittimo situato in uno dei fiordi che spaccavano la costa, che prima della costruzione di New Harbour era un punto molto frequentato dalle navi in transito da Jendar. Il piccolo porto che si trovava nell'insenatura era stato abbandonato per alcuni anni per poi essere messo a posto e gestito da una comunità di fuorilegge che lo avevano reso un punto di attracco per le materie di contrabbando e per i criminali.

Raggiunsero la costa e si ritrovarono su un'altra strada mozzafiato a picco sul mare. Seguirono il profilo della scogliera per un po' e Selena non riuscì a trattenersi dallo sporgersi fuori dalla macchina e guardare l'oceani infrangersi sugli scogli di sotto. Le era sempre piaciuto guardare la spuma impetuosa che ribolliva e creava disegni sempre diversi. Quando erano piccoli, spesso si sedeva con Seth sul bagnasciuga e si divertivano a trovare figure immaginarie in quelle spirali di acqua salata, un po' come fanno tutti i bambini con le nuvole, ma alla maniera dei figli del mare.

Fu mentre guardava giù dalla scogliera che lo scorse, l'avamposto di cui aveva parlato il cacciatore. Non era altro che un ammasso di edifici piuttosto pericolanti arroccati sulle sporgenze rocciose che protendevano tutti verso un molo di attracco neanche particolarmente ampio, ma quella modesta cittadina era incastrata alla perfezioni in un piccolo fiordo profondo, cosa che la rendeva il luogo ideale per ripararsi dalle tempeste e dagli sguardi indiscreti. Probabilmente scorgerlo dal mare era impossibile, se non sapevi esattamente cosa stavi cercando; Selena era riuscita a individuarlo solo perché si trovavano in una posizione sopraelevata e quello che aveva visto non le era piaciuto.

La via per arrivare all'avamposto erano una serie di curve in discesa piuttosto ripide e sarebbe stata meglio intraprenderla prima che il cielo, che già stava diventando meno luminoso, si facesse del tutto scuro.

Anche il cacciatore sembrava esserne consapevole perché fece per dirigere la loro auto giù per la strada senza esitazioni quando Selena, che sedeva sul sedile posteriore, gli afferrò da dietro la spalla.

«Aspetta un attimo» disse concitata.

Alex inchiodò e furono tutti sbalzati in avanti.

Il cacciatore si voltò verso di lei con fare confuso al ché lei continuò:

«I tuoi amici dell'avamposto, collaborano con gli Hykers?» chiese per sicurezza, già abbastanza sicura della risposta.

Il ragazzo fece un sorriso sprezzante. «Cazzo, no.»

Selena sospirò. «Bene, allora abbiamo un problema perché, se la vista non mi inganna, c'è un'imbarcazione attraccata al molo e il simbolo dipinto sopra mi è sembrato proprio quello del dragone rosso.»

«Sei sicura?»

«Non è un emblema facile da confondere.»

Christal scese dall'auto prendendo il binocolo dal cassetto del veicolo e cominciò a scrutare l'avamposto.

«Ha ragione» mormorò dopo qualche istante pensierosa passando il binocolo al cacciatore che nel frattempo l'aveva affiancata.

Alex guardò a sua volta la situazione ed emise un brontolio basso.

Rizomata - RisonanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora