Children of the Sea

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Capitolo XVIII:

Children of the Sea – Figli del mare

Alex e Aiden stavano in piedi in fondo alla sala, il cacciatore doveva aver detto qualcosa di divertente perché Aiden stava ridendo a crepapelle. Flare e Christal andarono spedite verso di loro e, senza dire nulla, presero il cacciatore per le braccia e lo fecero sedere a forza su una sedia dandogli in contemporanea uno spintone sul petto.

«Questo è esattamente il modo in cui cominciano tutti i miei sogni erotici» fece il cacciatore lanciando un'occhiata confusa ma divertita prima a Christal e poi a Flare.

Lo sguardo che le due gli restituirono fu tutt'altro che gioviale.

«Che succede?» chiese Aiden allarmato nel sentire l'atmosfera che era calata nella stanza.

«Siediti e non ti impicciare, ragazzino» sputò Christal, era evidente che, tra le due, lei sarebbe stata il poliziotto cattivo poiché si poteva notare il gelo nel suo sguardo.

Aiden obbedì sgranando gli occhi, ma senza fiatare.

Alexander riprese a parlare. «Ora dovreste cominciare a portare frutta esotica da farmi assaggiare. Ah e quasi dimenticavo, abiti succinti, mancano quelli per...»

Christal non lo fece finire perché si fiondò addosso a lui puntandogli la pistola sotto il mento.

«O forse potresti assaggiare la canna della mia pistola e dirmi se anche lei è dolce come immaginavi.» Gli aveva tirato la testa all'indietro intrecciando la mano nei suoi capelli e ora il collo dell'uomo era del tutto arcuato ed esposto, la bocca dell'arma da fuoco che riluceva mentre si poggiava pericolosamente sulla pelle abbronzata del cacciatore. A causa di quelle posizione scomoda la sua voce uscì affaticata eppure ugualmente provocatrice.

«Agens, prima mi baci, poi dici di volermi uccidere. Ti confesso che sono un po' confuso.»

Fu a quel punto che intervenne Selena. «Cacciatore, mi sembri un tipo simpatico, davvero. Ma ti suggerisco di smetterla con queste provocazioni, poiché non sono sicura di riuscire a tenerla a bada ancora per molto.»

«Lo farò, quando lei smetterà di tirarmi così i capelli. Non ci crederete, ma c'è anche questo di solito nei mie sogni.»

Christal lasciò la presa sulle ciocche dorate con un grugnito e la testa di Alex rimbalzò in avanti nel raddrizzarsi.

«A cosa devo questo adorabile trattamento?» chiese il ragazzo lanciando loro uno sguardo dal basso.

«Mi avete mandato nell'archivio Bonharm e pensavi davvero che non l'avrei scoperto?» domandò Flare con voce incredula.

Alex scosse la testa per fare segno di non aver minimamente capito di cosa parlasse.

«Tuo padre è stato un'archivista» chiarì lei senza giri di parole.

«E allora?» chiese Alex alzando leggermente le spalle.

«Allora? Non hai reputato opportuno dirmelo?» intervenne Christal, aveva le braccia incrociate e la sua adorabile e caratteristica espressione incazzata, ma quanto meno aveva rinfoderato la pistola.

«A che sarebbe servito? Non lavora più lì da anni e io non ho contatti con lui da altrettanto tempo.»

«Vuoi sapere a cosa sarebbe servito? I fascicoli che mi avete mandato a cercare, per i quali ho rischiato la vita, sono stati rubati e indovina di chi è la firma dell'ultima persona che li ha maneggiati?»

La domanda posta da Flare fu chiaramente retorica.

Alex sbiancò come se si fosse reso conto solo in quel momento del guaio in cui si era cacciato, poi guardò istintivamente Christal e parlò come se si stesse rivolgendo principalmente a lei. «Non ne avevo idea.»

Rizomata - RisonanzaWhere stories live. Discover now