Don't Chase the Dead - II

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Complesso Bonharm, cella di isolamento di Mreal, ore 14:50

Per Lucas, l'accesso alla mente di Mreal non fu traumatico, diversamente da come avrebbe immaginato. Fu come avvicinarsi gradualmente a una finestra spalancata e, una volta abbastanza prossimo, gli bastò allungare la gamba per scavalcare l'orlo. Fu improvvisamente travolto dall'aria calda del Deserto di Cenere, dalla sensazione che aveva provato Mreal nel sentire il vento sfiorarle la pelle. Individuò subito i compagni della ragazza intorno a lei e cercò di memorizzarli come meglio poteva. Si era immerso da pochi secondi e aveva già scorto diversi volti di membri sconosciuti della resistenza da aggiungere ai loro database, tanto che si convinse che quella soluzione avrebbe davvero risolto i suoi problemi.

Vide il ricordo di Mreal srotolarsi davanti i suoi occhi come una pellicola cinematografica, leggermente sfocata e ovattata ma ugualmente fluida e chiara.

Scorse l'arrivo a vecchia Lima, l'esplorazione delle macerie della metropoli, il residuo del velivolo che era l'obbiettivo della missione. Seppe con certezza che Mreal si sarebbe offerta per scalare il motore ancora prima di vederlo avverarsi davanti ai suoi occhi. Seguì con il fiato sospeso l'ascesa verso la cima e fu invaso dal terrore quando intravide la nidiata di crawler all'interno del guscio metallico, così come lo doveva essere stata la ribelle al tempo. Subito dopo, fu inaspettatamente travolto dalla felicità al pensiero che la ragazza potesse confessare i suoi sentimenti a Nissa e si rese presto conto che tutte le vicende erano viste attraverso il filtro del punto di vista di Mreal cosa che rendeva ogni emozione e avvenimento amplificato, come se fosse stato lui stesso a viverlo. Si disse che doveva rimanere concentrato, doveva cercare di analizzare quelle immagini con occhio distaccato e critico se voleva cercare di estrapolarne informazioni utili, ma l'intera vicenda fu una montagna russa di emozioni tale da rendergli il compito impossibile e, mano a mano le memorie andavano avanti, cominciò a temere il momento in cui sarebbero giunto il punto di rottura del ricordo, quello che aveva generato il trauma in Mreal.

Avvenne rapidamente, in un escalation repentina di avvenimenti. Nissa che decideva di accompagnarla, la discesa nel ventre del motore, l'incidente dello sportello e l'immediato sciamare dei crawler. Assistette impotente alla fuga delle due nella galleria sotterranea e poi nei vagoni dismessi e sentì la voglia irrefrenabile di poter intervenire per aiutarle ad aprire quel portellone che le separava dalla salvezza. Ma rimase impotente mentre le creature aggredivano il corpo di Nissa che presidiava l'accesso. Sentì il cuore frantumarsi nel vedere la ragazza scossa da violenti strattoni, gli schizzi di sangue che imbrattavano la carrozza, gli occhi celesti terrorizzati. Poi, improvvisamente, delle fiamme cominciarono a circondare Nissa, prima delle flebili lingue di fuoco, poi un incendio indomabile che l'avvolse del tutto.

Fu subito sicuro che qualcosa non andava, quelle fiamme non poteva appartenere allo scenario che aveva seguito fino a poco prima. Non aveva alcun senso.

Ne ebbe la conferma quando vide che, al centro del muro di fuoco, non c'era più la ribelle che tanto stava a cuore a Mreal ma una ragazzina lentigginosa. Si guardava le mani avvolte dalle fiamme, il volto rigato di lacrime.

Non aveva idea di chi fosse...o forse sì?

Qualcosa ai margini della sua mente si riscosse quando la bambina alzò gli occhi verso di lui, due braci ardenti che lo inchiodarono sul posto.

«Seth.»

Quel nome lo colpì come un colpo di proiettile al cranio e una fitta esplose nella sua testa, come se qualcuno gli stesse trapanando il cervello. 

Lucas si strappò via la visiera in preda a un attacco di panico. Anche quando la fitta alla testa cominciò a scemare continuò a tenersi la testa tra le mani, il petto che si alzava e abbassava a una velocità decisamente eccessiva. L'interruzione improvvisa della seduta doveva aver risvegliato anche Mreal perché sentì la sua voce.

Rizomata - RisonanzaWhere stories live. Discover now