Stasis

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Capitolo XIII

Stasis – Stasi


Christal aveva difficoltà a prendere sonno, la ferita al fianco era nella fase finale di guarigione e le tirava e le prudeva in una maniera insopportabile. Aveva ancora un rigeneratore cellulare preso da Taylor a disposizione ma era l'ultimo e utilizzarlo per alleviare un fastidio che, per quanto tediante, non era grave sarebbe stato stupido, soprattutto considerando che prevedeva che i prossimi giorni sarebbero stati ancora più turbolenti di quelli appena passati. Si alzò rassegnata a rinunciare a quelle ore di riposo e si avviò in cucina per andare a bere. L'acqua fredda fu rigenerante, così si tirò su la maglia e prese anche un impacco ghiacciato da poggiare sulla ferita nella speranza che alleviasse il fastidio. Sentiva la tempesta imperversare ancora violenta all'esterno, sarebbe durata ancora qualche ora ma Christal era sicura che per metà mattinata tutto sarebbe tornato alla solita calma piatta, e che il maltempo improvviso non avrebbe in nessuno modo fermato i preparativi per la festa di inaugurazione del giorno dopo. Ed era una cosa su cui contava parecchio perché era lì che avrebbe incontrato Flare e scoperto se il suo piano avesse funzionato. Sperava davvero che l'intervento del ladro potesse essere determinante e che finalmente sarebbe stata fatta luce su quella questione. Più tempo passava senza che riuscisse a scoprire qualcosa di nuovo sul simbolo e più si faceva largo in lei il dubbio che forse tutto quello sforzo non fosse giustificato. Forse stava sprecando tempo ed energia a rincorrere qualcosa che non significava niente, e presto si sarebbe ritrovata alla fine di quel vicolo cieco con in mano nient'altro che un pugno di mosche. Eppure, c'era qualcosa dentro di lei che inspiegabilmente la spingeva in quella direzione, una vocina nella sua testa che le diceva di continuare a cercare, che quel piccolo glifo nascondeva qualcosa di enorme, qualcosa di epocale che avrebbe rappresentato la svolta. E il Guardiano solo sapeva quanto la Resistenza avesse bisogno di qualcosa del genere. Era circa un anno ormai, che si trovavano in una situazione di stasi. Sì, il colpo Belicov era, nonostante tutto, andato a buon fine. Ma dalla loro parte in pochi mesi loro avevano perso Ruby, Mistral e Simon. E, mentre dopo solo pochi giorni dalla dipartita di Belicov, già si stava diffondendo la voce di un nuovo ministro della tecnologia prossimo all'incarico, i membri della resistenza non erano altrettanto facili da sostituire.

~

Aiden si era svegliato di colpo al suono dell'ennesimo fulmine che piombava vicinissimo l'abitazione di Christal. Lo spettacolo della tempesta l'aveva turbato un po' e aveva dormito per qualche ora in un leggero stato di agitazione. Si alzò nel buio quasi totale della stanza e lanciò uno sguardo al cacciatore che invece sembrava profondamente e beatamente assopito. La ragazza li aveva sistemati sul divano del salotto dal momento che, per qualche altra ora, nessuno di loro si sarebbe potuto muovere di lì. Si passò le mani sul viso e decise di avventurarsi nel buio della casa per trovare il bagno. Fu nel passare davanti alla cucina distrattamente che si accorse che non era vuota, ma che nella penombra si stagliava la figura di spalle dell'assassina. Si pietrificò sul posto, come se non fosse sicuro di avere l'autorizzazione a stare lì. Per un attimo pensò quasi di essere stato abbastanza silenzioso da non farsi notare e fece per continuare lungo il corridoio.

«Sonno leggero?» chiese Christal facendo evaporare tutte le sue impressioni; era ancora di spalle e aveva impercettibilmente girato il viso verso di lui.

Aiden sussultò nel sentirla parlare, ma il tono era stato insolitamente pacato e meno freddo del solito, cosa che lo spinse a rilassarsi leggermente e fare un passo in avanti.

«Temo di non essere abituato a tutta questa storia delle tempeste» mormorò passandosi una mano dietro la nuca. La sentì sorridere.

«Immagino che il rumore del mare come sottofondo sia di gran lunga più rilassante» disse lei questa volta girandosi di tre quarti nella sua direzione.

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