•Capitolo 32•

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La giornata passò in fretta, io e Louis per pranzo mangiammo un panino in spiaggia e poi passammo il pomeriggio in giro per Brighton e, tristemente, arrivò il tempo di ritornare al college perché stava per scattare il coprifuoco.

"Divertito?" chiese Louis quando entrò in auto, io diedi un morso allo zucchero filato quasi terminato tra le mie mani.

"Tantissimo, e tu?" risposi con un gran sorriso che fece sorridere anche lui.

"Sì ma comunque era il tuo giorno, dovevi divertirti tu." disse e si avvicinò mordendo il mio zucchero filato e leccandosi le labbra; si rimise a posto e mise in moto la macchina.

Oggi Louis era stato dolcissimo, più dolce che mai. Mi aveva sorriso di continuo e camminavamo con le mani intrecciate sempre, avevamo riso tanto, avevamo fatto delle foto insieme e ci eravamo divertiti davvero tanto.

"Grazie per oggi." dissi quindi, allietato dai pensieri del giorno e da tutte le sensazioni paradisiache che invadevano la mia anima.

"Non devi neanche ringraziarmi." disse dolcemente e accese la radio per rendere il viaggio più piacevole.

Finimmo per parlare per tantissimo tempo dell'estate, anche se all'inizio lui sembrava molto teso, poi si è lasciato andare ma sembrava un po' inquieto. Forse non gli piaceva l'estate? Mi aveva detto che la sua stagione preferita era la primavera, perché l'aveva vissuta a pieno con me e arrossii.

Nel giro di due ore arrivammo a Doncaster, e appena scendemmo dall'auto cinse la mia vita col suo braccio e tornammo in camera sorridendo e conversando naturalmente. Lo amavo più dell'aria che respiravo.

Arrivati in camera ci facemmo la doccia a turno, risposi al messaggio di Niall e poi ci mettemmo a dormire dopo esserci dati la buonanotte, senza instaurare un particolare contatto fisico.

Stavo per addormentarmi quando sentii Louis singhiozzare e tirare su col naso. Mi preoccupai a morte.

"Lou, stai piangendo?" chiesi preoccupato ma nessuna risposta, solo singhiozzi meno celati. Accesi la luce, mi protesi verso di lui e la sua visione spezzò il mio cuore: aveva gli occhi iniettati di sangue, con quella sfumatura strana che aveva avuto tutto il giorno più definita, quella sfumatura di sconfitta.

"Lou, che succede?" dissi, avvicinandomi e accarezzando il suo volto per asciugare le lacrime. I suoi occhi azzurri puntati nei miei quasi mi spaventarono, sembravano chiedermi aiuto disperatamente. Come? Come possi aiutarti Louis?

"Lou, rispondimi." sussurrai, non nascondo che stavo per piangere anche io. Non sopportavo vederlo piangere; sembrava così fragile, come se con un dito potessi spezzarlo. Continuava a non rispondermi ma mi prese per la vita e mi abbracciò stretto, nascondendo il volto nel mio petto.

"Harry, non è niente; solo... ricordati che sei l'unico che riuscirò mai ad amare, tu mi hai fatto conoscere l'amore, la sensazione di amare e di essere ricambiato. Ti amerò per sempre, ricordalo." singhiozzò, le parole erano un po' ostacolate perché parlava contro il mio petto.

"Certo che me lo ricorderò, ti amo anche io." sussurrai interdetto, che cavolo gli prendeva?

"No", disse in preda alle lacrime e si allontanò dal mio petto per guardarmi negli occhi, mi prese il viso tra le mani e puntò il suo sguardo che mi inquietava nelle mie iridi, "Harry devi giurarmi che te lo ricorderai sempre, è importante."

Dopo che disse quelle parole mi allarmai, era ovvio che me lo sarei ricordato. Perché si comportava in quel modo?

"Te lo giuro... T-tu sei sicuro che vada tutto bene?" mi tremava la voce a dirlo, lui annuì e fece una specie di sorriso.

† Since we were 18 † -Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora