•Capitolo 19•

16K 788 794
                                    

Louis' P.O.V.

"Ma allora... perché non la lasci?", mi chiese Harry.

Oh, mio piccolo dolce Harry, se solo tu avessi saputo... Se solo non ci fosse stata questa cosa io avrei potuto amarti come avresti meritato. Se solo non ci fosse stata questa cosa io avrei potuto stare con te per sempre perché forse mi stavi davvero facendo innamorare di te, dei tuoi occhietti verdi, dei tuoi ricci morbidi e del tuo modo ossessivo di guardarti allo specchio come se potessi mai avere qualcosa fuori posto, così bello come sai. E Harry non potevi sapere quanto avrei voluto dirti tutto, ma non potevo.

"È... complicato.", dissi solo, in tono vago. La confusione sul suo volto si fece sempre più palese insieme ad un accenno di tristezza. Harry non potevi essere triste, io non volevo ma come potevo evitare di farti star male se non omettendo un paio di dettagli scomodi?

"Ma sta tranquillo.", aggiunsi e lui sorrise.

Diamine Harry, quanto eri bello quando sorridevi.

Harry's P.O.V.

Era complicato... Un modo più gentile per dirmi di farmi gli affari miei. Ma dopotutto non riuscivo a rammaricarmi con lui a meno di dieci centimetri, quindi sorrisi ma non mi ero imoegnato affinchè non sembrasse un sorriso triste.

"Harry, tutto ok?", Louis sembrava sinceramente preoccupato e non potei fare a meno di annuire e gioire del fatto che si fosse interessato dei miei sentimenti.

"Sto bene. Andiamo?", chiesi e cominciai a camminare ma Louis mi prese il polso e mi fece girare verso di lui. Questo sguardo non lo dimenticherò mai, così protettivo, così tenero.

Eravamo a pochissimi millimetri di distanza e lui mi guardava accigliato, le sopracciglia aggrottate.

"Ti sei offeso?", domandò.

Feci segno di no con la testa e lui si avvicinò ancora così d'istinto chiusi gli occhi e esposi le labbra. Prima di unire definitivamente le nostre labbra, ci sussurrò contro una singola piccola parola.

"Scusami." e le unì dolcemente in un piccolissimo contatto freddo. Smettila di scusarti. Louis, Louis, Louis.

Poi si staccò e corse davanti a me, lasciandomi a qualche falcata di distanza confuso e affascinato da quell'improvviso atteggiamento infantile.

"Non riuscirai ad arrivare prima di me.", ridacchiò. Urlicchiava come un bambino eccitato.

A volte mi chiedevo se avesse diciotto anni o tre... Lo assecondai correndogli dietro, alquanto inutile come mossa perchè era quasi arrivato all'auto.

Lo superai e proprio quando stavo per arrivare sentii il peso di Louis spintonarmi a terra, mi era saltato addosso, facendomi cadere e si era seduto su di me. Rotolai sul fianco per avere una visuale dei suoi occhi, mentre ancora ridevamo. Come fai ad essere sensuale, divertente, buffo e infantile allo stesso tempo? Come fai, insopportabile idiota?

Lui reggeva il peso sulle mani e le ginocchia, il suo respiro a pochi centimetri da me. Cosa stiamo facendo? Cosa è capitato alla mia vita ordinaria e prevedibile? Avvicinò una mano al mio viso e mi sistemó i ricci con una premura e una dedizione che rasentavano l'adorazione.

"Alla fine sono arrivato prima io.", mormorò, mi guardò con il suo solito ghigno facendomi segno di entrare in auto.

"Sei un idiota."

"Può darsi, non ho fatto nessun controllo per appurarlo.", se ne uscì, richiudendo la portiera e accendendo i riscaldamenti.

"Non c'è bisogno, è evidente capirlo anche senza un controllo!", iniziammo a ridere più che altro senza un preciso senso. È così naturale stare con te, parlare con te.

† Since we were 18 † -Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora