•Capitolo 2•

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Arrivò il giorno dell'appuntamento. Lo avevo evidenziato sul calendario con un cuoricino attorno al numeretto, come se avessi mai potuto dimenticarlo! Nei giorni precedenti non rividi più nè Tracy nè Louis ai corsi. Ci avevo sperato, per confermare alla prima l'incontro e per rendere chiaro al secondo che non avevo intenzione di sprecare un altro secondo del mio tempo con lui.

Quel mercoledì mandai un messaggio proprio a quello psicopatico.

A: Louis

Louis, non puoi venire a fare ripetizioni... Ho un impegno. Spero tu l'abbia capito.

Lui non rispose ma d'altronde chi tace acconsente. Mi incamminai al college, godendo del silenzio a passo spedito. Inspirai l'aria fresca a pieni polmoni, apprezzando il torpore che formicolava nelle mie gambe ancora mezze addormentate, avvolte nei pantaloni. Vidi i capelli biondi di Tracy in lontananza e le stesse gambe parvero diventare gelatina.

"Ciao Harry."

"Hey, ci vediamo oggi alle 17?", chiesi conferma, emozionato come non mai. La mia Tracy, la mia bionda.

"Certo, incontriamoci in piazza."

"Va bene.", annuii. Avevo passato anni a fantasticare su quel momento, ad avere la possibilità di accarezzare i suoi capelli profumati di rosa e baciare quelle labbra color pesca.

"Non vedo l'ora, a dopo.", disse, il cuore batteva all'impazzata.

"Nemmeno io.", arrossì e io le sorrisi di nascosto. Quanto poteva essere bella? Mi rifiguai in aula e incominciai a rileggere gli appunti. Qualche ora più tardi feci anche un salto in segreteria per chiedere degli alloggi, ma nessuno riuscì a darmi una data precisa nella quale avrei potuto trasferirmi. Forse era stato scioccio richiedere un alloggio e pagare una piccola somma extra per dormire a scuola quando abitavo a venti minuti di distanza in macchina dal college, però bramavo essere indipendente e vivere lontano dalla mia famiglia come nient'altro al mondo.

Seguii le lezioni e poi corsi a casa, impaziente che arrivasse il momento di incontrare Tracy.  Il sogno che avevo da anni si sarebbe realizzato, avrei spiato i suoi occhi verdi brillare con interesse delle cose che amava, avrei ascoltato la sua voce rilassante da vicino.

Saltai il pranzo, nervoso come se stessi per sposarmi, correndo come un pazzo in camera mia. Impiegai almeno un'ora per scegliere gli abiti, volevo essere perfetto per lei o almeno presentabile. Mi guardai in tre specchi diversi, mi studiai sotto ogni luce, in tutte le angolazioni. Indossai una camicia, un pantalone nero strappato alle ginocchia e un paio di stivaletti. Ero ancora insicuro sul mio aspetto ma decisi che poteva andare.

"Mamma, io esco!", urlai. Misurai la strada dove abitavo con passi febbricitanti, diretto alla piazza. Forse dovrei davvero prendere la patente? E se ora sudo? Chi si trovava a passarmi accanto poteva pensare che mi fossi letteralmente fatto il bagno nel profumo. Mi ritrovai a pensare a quanto fosse equilibrato il profumo al muschio di Louis la mattina del test a sorpresa, invidiando l'equilibrio di quell'aroma. Che? Perchè sto pensando a questo? Volevo quasi prendermi a schiaffi per averlo fatto.

Tracy era già lì in piazza che mi aspettava, seduta su una panchina di pietra addossata al perimetro di un'aiuola di fiori color porpora. I suoi capelli biondi erano raccolti in una coda che le scoprivano gli zigomi pieni, il davero del cappotto verdastro le accarezzava le guance rosa.

"Ciao Harry.", mi salutò, la sua voce era come miele.

"Ciao Tracy. Sei stupenda.", dissi e mi parve di vederla arrossire ma non ne ero sicuro.

"Grazie, anche tu stai benissimo." , le presi incerto la mano sperando di aver fatto la cosa giusta mentre incominciammo a camminare. La sua andatura era piuttosto lenta.

† Since we were 18 † -Larry StylinsonWhere stories live. Discover now