•Capitolo 15•

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"Cos'è che ho visto esattamente?", mi chese Niall. La sua espressione non sembrava turbrata ma non riuscivo a decifrarla.

"Bbeh.." , che imbarazzo, avevo paura che potesse odiarmi. Non era il tipo da farmi sentire in difetto per una cosa del genere, ma mi sentivo comunque come se gli avessi fatto un torto.

Ci eravamo seduti in un angolo della panca solo nostro, avevamo bisogno di parlare lontano da orecchie indiscrete.

"Niall, non so che dire. Non so quello che sto facendo con Louis. Forse ti faccio schifo ora, nessuno vorrebbe un amico innamorato di un ragazzo e io...", mi interruppe con un versetto un po' triste, cingendomi le spalle con un braccio.

"Non mi importa che tu sia gay Harry.", sussurrò al mio orecchio, stringendomi forte.

Mollò la presa e spalancò gli occhi con curiosità. "Ma com'è successo? Lo ami? State insieme?"

"Oddio, è presto per dirlo. Sono attratto da lui, siamo attratti l'uno dall'altro, ma non so cosa succederà o come evolverà la cosa.", confessai, dando un morso nervoso al mio samdwich. Hai avuto un assaggio di come finirà solo qualche giorno fa, mi canzonò il mio subconscio.

"Fai luce sui tuoi pensieri e non fare cazzate. L'anno scorso Tomlinson ha avuto problemi con il suo compagno di stanza, ho sentito molte dicerie contrastanti, perciò se ti serve qualcuno con cui parlare ci sono io, come ci sono sempre stato." Come fa a sapere più gossip su questo college di me che lo frequento già da qualche mese?

"Grazie Niall.", ribadii ancora una volta nella mia testa senza Niall non sarei mai diventato la persona che ero.

"Comunque parlando di amore...", si beccò una mia gomitata quando sentii come aveva definito la situazione tra me e Louis, ma non sembrò curarsene, ridacchiando come un pazzo, "Ho dimenticato la ragazza dell'altro college. Mi piace un'altra."

"È stupendo. Sono felice per te Niall! Chi è la fortunata?"

"Fortunata? Stai facendo la corte anche a me? Sono lusingato", lo guardai male ma non abbastanza da spaventarlo perchè continuava a ridere con così tanto gusto da fare avanti e indietro col torave.

Ridemmo insieme finché non ci calmammo e solo in quel momento si decise a rispondermi.

"Si chiama Tracy, è stupenda.", quello era il nome che meno mi aspettavo di sentirgli dire.

Era la stessa Tracy? Quante Tracy esistono in questo college?

"Tracy?", ero sconvolto e quando lui annuì, cercai di indagare sul suo aspetto e su dove l'avesse conosciuta. Presto o tardi capimmo che quella era la mia Tracy, la stessa Tracy con la quale ero uscito meno di una settimana prima. Sospirai pesantemente, sotto shock.

"Dio, Haz, mi dispiace. Andavamo in classi diverse io... non sapevo che fosse proprio quella Tracy di cui mi parlavi sempre. La dimenticherò, ci sono tanti pesci nel mare."

"No, no Niall. È ok, non la vedo più in quel modo, credo."

"C'entra Tomlinson? Ti ha abbagliato così tanto? Effettivamente sembrava divertirsi con la sua lingua nella tua bocca poco fa.", sorrise uno che ne sapeva più del diavolo.

Alzai gli occhi al cielo bofonchiando uno strano "sta zitto". Idiota meschino e ruba-ragazza!

Parlammo anche del suo compagno di stanza, Josh Devine: mi disse che si trovava bene e che aveva trovato un buon amico.  Non poteva andare meglio, disse.

Ero felice per lui.

Io non potevo dire di trovarmi bene con il mio compagno di stanza. Cioè sì, ovvio che sì, ma comunque aveva fatto nascere milioni di dubbi nella mia testa e mi aveva causato un sacco di problemi.

Mi confondeva, mi baciava, era dolce, era scontroso, mi prendeva in giro davanti tutta la scuola. Non capivo il suo comportamento da idiota. A volte mi faceva desiderare di picchiarlo. Valeva la pena avere un coinquilino così o sarei stato più in pace con qualcun'altro?

"Haz? Mi stai ascoltando?", mi richiamò Niall, ormai mi ero perso nei meandri dei miei problemi mentali.

"Scusa, no." sospirai, sono patetico.

"Dicevo che Josh è di Mullingar, di dove sono nato. Sai bene che sono venuto a Holmes Chapel da piccolino ma non sono nato lì. È stata una piacevole coincidenza da scoprire."

"È bello." gli sorrisi e lui ricambiò.

"Vai dal tuo amato in camera, dai. Ho capito che stai ancora pensando alle sue slinguazzate", mi prese in giro.

"Niall!", mi finsi infastidito ma ridacchiai insieme a lui e gli lanciai un fazzoletto di carta appallottolato che non avevo usato durante il pranzo per dichiarargli guerra senza realmente fargli del male.

"Tanto lo so che ti piace da morire, ma non lo ammetteresti mai a me.", mise su uno dei sorrisi più maliziosi di tutti fino a quel momento.

"Oh, smettila.", mormorai arrossendo e mi alzai dalla sedia tanto per liberarmi da quella conversazione imbarazzante. Lo abbracciai per congedarmi e poi me ne andai in camera.

Aprii la porta ma Louis non c'era.

Mi avvicinai alla scrivania per continuare studiare un po' ma la finestra accanto mi permise di individuare Louis, seduto per terra nella porzione di giardino sotto la finestra della nostra camera.

Decisi di andare da lui e vedere cosa fosse successo siccome sembrava turbato. Che si fosse sentito in imbarazzo davanti a Niall, pur non dandolo a vedere?

Dopo aver indossato un cappotto, corsi giù per le stesse scale che avevo percorso qualche secondo prima per salire in camera mia, uscii nei giardini e dopo aver camminato un po' fu finalmente nella mia visuale.

Mi ero abituato, ormai, al battere del mio cuore e alle farfalle nello stomaco quando lo vedevo.

"Hey.", sussurrai, sedendomi accanto a lui e accostando le ginocchia al petto.

"Ciao Harry. Com'è andata col biondo?", chiese, torturando il labbro come al solito.

"È andata più che bene, tranquillo.", abbassai lo sguardo.

Seguirono attimi di silenzio insopportabili. Eravamo vicini senza sfiorarci e senza parlare e per la prima volta stavo bene uguale, mi beavo solo della sua presenza così confortante.

"Perchè sei qui? Sembri giù.", diedi voce ai miei pensieri.

"Pensavo a noi due.", il mio cuore iniziò a battere sempre più forte, quelle parole mi scombussolarono tutto. Non un altro casino ora che abbiamo appena fatto pace!

"Davvero?" balbettai, lui annuì.

"A cosa pensavi?"

"Io pensavo che... mi piaci Harry ma stiamo correndo troppo e non sono sicuro di quello che stiamo facendo.", il mio cuore si fermò per qualche secondo.

Lui mi guardò, lo sguardo era assente. Distolse lo sguardo per riportarlo di fronte a lui. Cosa ti prende, Lou.

"V-vuoi... chiudere tutto qui?" mi morsi il labbro. Perché faceva così male? Perché ero così deluso da quella notizia? In fondo ero d'accordo con lui sull'assurdita e la pericolosa intensità del nostro coinvolgimento.

Continuava a guardare di fronte a lui. Non sopportavo quell'atmosfera incerta. Quando finalmente mi guardò, constatai con delusione che l'azzurro dei suoi occhi era diverso da quello che tanto adoravo, un azzurro freddo e poco accogliente.

"Sì, finiamola qui." quella frase era equiparabile solo ad una coltellata.

Ciao e buon anno a tutti!
Ricordate... #harrylouyear
-M

† Since we were 18 † -Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora