•Epilogo II•

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Scrivo un secondo epilogo perché questo giorno l'anno scorso ho pubblicato il Capitolo 1 di questa storia. Spero di avervi fatto una bella sorpresa! Sono emozionatissima per tutti i traguardi che la storia ha raggiunto e per  ringraziarvi, ecco il futuro dei nostri Larry.

Appena finii il mio turno uscii dalle porte del mio ufficio, salutando il mio capo e correndo in ascensore come un pazzo per poi uscire dall'edificio di ricerca e recupero psicologico in cui lavoravo e in cui ero rinato. Saltai in auto per dirigermi a casa.

Casa, la cosa più bella che avevo in quel periodo della mia vita. Non era più quel posto vuoto dove tornavo quando finivo di lavorare e in cui mi sentivo fuori posto, era un posto stupendo in cui trovavo la persona più importante della mia vita.

Casa era il posto in cui trovavo Louis davanti alla televisione che ridacchiava a causa di qualche programma diseducativo che però lo faceva rilassare.

Casa era quando tornavo da lavoro e trovavo la cena pronta.

E casa era dove mi affrettavo ad andare ogni volta che varcavo la soglia del mio ufficio, dove mi stavo affrettando quella sera.

Mi affrettavo, sì.

Mi affrettavo perché tutto quello che volevo era mantenere la promessa che avevo fatto e stare con mio marito.

Ricordavo benissimo il giorno in cui gli chiesi di essere il mio compagno per la vita due anni dopo il suo trasferimento a New York... Ci sposammo d'inverno, per ricordarci quel Natale in cui ci eravamo rincontrati, e fu mozzafiato. L'esperienza più elettrizzante della mia intera vita...

"Lou, stasera usciamo."

Da quando era con me non faceva altro che sorridere, ridere, arrossire, flirtare... Stavo ritrovando il mio nodo saldo, la persona che avevo conosciuto otto anni prima e che mi aveva fatto innamorare. Aveva ripreso colore e carattere, e i suoi occhi erano pieni di vita.

Mi resi conto di non averlo mai conosciuto davvero otto anni prima... È vero lo conoscevo e lo amavo un sacco, ma stando in un contesto diverso da quello scolastico avevamo imparato a sentirci una specie di mini-famiglia, perché condividevamo tutto, affrontavamo problemi più da adulti, insieme, e io amavo quella situazione. Era diversa, certo, ma era così domestica e intima che mi faceva sentire speciale.

"Dove andiamo?"

Mi avvolse i fianchi da dietro e morse il mio collo con passione, così tanta che mi girò la testa. Mi voltai, stretto tra le sue braccia e incontrai i suoi meravigliosi mari nordici. È possibile che più il tempo passava e più diventava bello?

"A cena, io e te." baciai le sue labbra e lui sorrise, "Bello, piccolo, grazie", mi baciò la fronte. Allentò la presa alla mia vita e, con lo sguardo al pavimento, si sedette sul divano.

Ti amo.

Ti amo e mi fai impazzire.

Mi fai impazzire, sì, non so mai se sto facendo la cosa giusta con te.

Ti darei l'anima.

Quella sera ci preparammo entrambi come i vecchi tempi, con tanto di camicie e skinny jeans.

Leggevo nei suoi occhi ancora quel leggero disagio nei suoi sguardi quando pensava a noi due: c'era voluto tanto per ricostruire il nostro rapporto- si stava ancora ricostruendo dopo due anni!- tanto che all'inizio gli avevo dato un'altra stanza da letto nel mio appartamento, per non farlo sentire in soggezione.  Poi successe che ci baciammo, e tutti i cocci rotti si ripararono per formare una piacevolissima situazione. Facevamo colazione insieme, andavo a lavoro, pranzavamo fuori insieme poi lui tornava a casa o si faceva un giro, io tornavo a lavoro. Infine ci rincontravamo a casa per la cena e andavamo a dormire.

† Since we were 18 † -Larry StylinsonWhere stories live. Discover now