•Capitolo 39•

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Canzone consigliata per il capitolo:
Blue Jeans-Lana del Rey

Mi svegliai con la luce del giorno che entrava dalla finestra, Harry stava ancora dormendo ed era bellissimo lì tra le mie braccia. Ammetto che non avevo esattamente dormito molto a causa del nervosismo, ma per qualche ora ero caduto in una specie di dormiveglia per cui aprivo gli occhi ad ogni rumore e la luce mi annunciò l'alba e me li fece aprire per l'ennesima volta. Forse avrei dovuto svegliare il mio ragazzo, considerando cosa stavo andando a fare, ma che cosa avrei dovuto dirgli? 'Sto uscendo Harry. Ti amo'...? No, perché avrebbe fatto domande a cui io non potevo rispondere, e se contiamo anche il fatto che gli avevo promesso di spiegare il mio brutto periodo non era una mossa saggia svegliarlo.

Inalai il profumo di mandorla dei suoi ricci. Avevo spiato il suo shampoo ed aveva proprio quella fragranza, non me lo sarei mai dimenticato. Gli posai un bacio tra quei capelli morbidi e profumati che contornavano il suo visino adorabile e piano piano scesi a farmi una doccia.

Harry si lamentò nel sonno appena sciolsi il nostro abbraccio ma poi si stese a pancia in giù e ritornò a dormire quietemente e il mio cuore riprese a battere ad una velocità nella norma, precedentemente preoccupato che si potesse svegliare.

Entrai nella doccia, dove sgraffignai lo shampoo alle mandorle di Harry e il suo bagnoschiuma al cocco: volevo tanto avere il suo profumo per avere un minimo di conforto in quello che stavo andando a fare. Uscii dalla doccia dopo poco rispetto ai miei soliti tempi e accesi il cellulare che avevo accuratamente riposto sul lavandino per controllare l'ora ogni tanto.

Misi un paio di jeans neri e una maglia nera a maniche corte, poi le scarpe e passai l'asciugamano tra i capelli per asciugarli un po'. Guardandomi nello specchio mi ritrovai davanti ad un dubbio esistenziale. Taglio la barba? Sbuffai e lo feci con rassegnazione: se volevo che Eleanor dicesse di sì per avere quel dannatissimo lavoro, non dovevo andare come uno sciatto idiota da lei ma dovevo essere presentabile quanto bastava.

Dopo dieci minuti il mio viso era liscio e senza peluria e sembravo anche più giovane. Sbuffai sonoramente per la seconda volta e sbloccai il cellulare il quale sfondo era rigorosamente una foto con il mio riccio preferito e l'ora lampeggiò bianca e fastidiosa in alto a sinistra '06:47'.

Ottimo tempismo, pensai fiero e seccato allo stesso tempo. Pettinai i capelli come meglio potevo anche se non mi impegnai molto, e sbuffai per la terza volta, facendo illuminare di nuovo lo schermo. '07:01'

Perfetto, osservai. Aprii la rubrica e cercai il numero di Eleanor per inviarle un messaggio.

A: Eleanor
Hey ciao! Sei sveglia?

Aspettai un po', ma sapevo che lo fosse perché si svegliava sempre presto a causa del fatto che non studiava il pomeriggio ma la mattina presto. Il telefonino vibrò.

Da: Eleanor
Certo!!!!!!! È tutto a posto? :(

Storsi il naso per il numero eccessivo di punti esclamativi chiedendomi come fosse possibile pronunciare una parola con tutto quell'entusiasmo poi ripensai a Eleanor e capii che lei ne sarebbe stata capace. Eleanor era un po' un'oca pettegola, ma in fondo le volevo bene perché era una brava ragazza e meritava la sua possibilità di essere ricambiata in amore così come me, ma invece quel padre stupido che si ritrovava non lo capiva che lei non sarebbe mai stata felice con me... Mi ricordai che dovevo risponderle.

A: Eleanor
Sì, sì. Tutto a posto! Senti, ti andrebbe di fare colazione insieme? :)

Mi forzai anche di mettere una faccina felice: nonostante fossi frustrato dovevo dare l'impressione di essere estasiato e accecato dalla gioia... Il telefono vibrò ancora.

† Since we were 18 † -Larry StylinsonWhere stories live. Discover now