•Capitolo 38•

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Decidemmo di tornare al college, perché ci avremmo messo un'ora per arrivare e non potevamo permetterci di rientrare tardi.
Io avevo studiato per mezz'oretta e anche Louis, e mi ero informato sugli argomenti spiegati quel giorno. Poi mentre Louis finiva di studiare io mi stesi sul letto e finii per addormentarmi finchè...

"Che ci fa un ragazzo così bello tutto solo sul letto a ora di cena?" sussurrò una voce dolce e seducente nel mio orecchio. Mi lamentai in risposta e lui ridacchiò proprio nel mio orecchio provocandomi brividi incredibili.

"Dai, vado a prendere due pizze." mi disse e io sbuffai.

"Finirò per ingrassare." mi lagnai e lui ridacchiò ancora.

"Beh, potrai sempre intraprendere una carriera come lottatore di sumo." scherzò, io aprii gli occhi e appena focalizzai dov'era gli lanciai il cuscino in faccia sorridendo come un idiota.

Lui rise, prese le chiavi e uscì a prendere le pizze. Sentii appena chiudere la porta quando mi sfregai le mani sul viso nel tentativo di svegliarmi completamente ma sapevo che non ci sarei riuscito, così andai in bagno per lavare la faccia con l'acqua fredda e, già che c'ero, i denti.

Mi guardai allo specchio e mi passai le dita tra i ricci per domarli, poi mi spruzzai un po' di profumo, sbottonai di un bottone la camicia che mi stava un po' stretta in gola e andai sul letto di nuovo; stavolta mi sedetti a gambe incrociate e accesi la tv, che lasciava molto a desiderare per la scarsità di canali e di rete ma già era tanto che ce l'avessimo la tv, perché con i fondi scolastici la stanza con due letti, due scrivanie e tutti quegli accorgimenti era tanto.

La porta si aprì e il mio ragazzo, in quel momento assai simile a un fattorino che consegnava la pizza, entrò.

"Hey! C'era parecchia gente in pizzeria, mi dispiace se ci ho messo tempo." si scusò, io scossi la testa e gli dissi di stare tranquillo. Posò le pizze sulla sua scrivania e si avvicinò sorridendo.

"Buongiorno Bella Addormentata." mormorò, ridacchiai e inalai il suo dolce profumo sempre più vicino finchè non posò le labbra sulle mie. La sua lingua scivolò tra esse accarezzando la mia, le mie mani afferrarono il colletto della sua maglia e lo attiravano a me sempre di più.

Mi pressò contro la testiera e mi accarezzò la guancia poi si staccò e io mi imbronciai.
Cercai di riappropriarmi delle sue labbra ma lui indietreggiò e ridacchiò. Gli accarezzai un fianco e inspirò profondamente.

"Si raffreddano le pizze." gemette, io annuii scettico. Vedendomi con un comportamento strano mi accarezzò di nuovo e mi baciò lo zigomo.

"Devo ancora fartela pagare per stamattina, tranquillo." inviò la frecciatina con gli occhi azzurri che brillavano di felicità.

"Oh. Credevo che me l'avessi fatta pagare nel bagno." lo assecondai sorridendo maloziosamente e Louis rise, avvicinandosi pericolosamente.

"Non credevi di cavartela con dei semplici preliminari, vero?" soffiò sulle mie labbra e un calore piacevole si espanse nel mio intero corpo, comprese le guance.

Mangiammo le pizze molto velocemente. Per fame? Per fretta di fare quello che avremmo dovuto fare dopo? Non l'avremmo mai saputo. Fatto sta che in meno di venti minuti, mi prese in braccio e io allacciai le gambe attorno alla sua vita. Prese a baciarmi e io risposi subito con passione.

Lui però faceva tutto piano e dolcemente così mi adeguai al suo ritmo, mi fece stendere sulla schiena sul letto e si stese su di me.

"Ti amo così tanto." sussurrò staccandosi dalle mie labbra, io risposi con un bacio che valeva più di mille parole, accarezzando la sua barbetta adorabile.

† Since we were 18 † -Larry StylinsonWhere stories live. Discover now