•Capitolo 16•

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Si dice che si capisce quanto si tenga ad una persona solo quando la si allontana per un po'.

Ed ebbi l'occasione di capire che fosse la verità più assoluta.

Mi mancava Louis, più di quanto mi piacesse ammettere... mi mancava da morire.

Louis era entrato sotto la mia pelle con i suoi sorrisi, le sue carezze, il suo profumo, le sue mani, i suoi baci, la sua voce e la sua dolcezza, ma anche con i suoi cambiamenti d'umore repentini e con il suo fare scorbutico.

Sconsolato, quella mattina mi avviai in classe. Era orribile essere allontanato così senza motivo, era stato molto più semplice essergli indifferente quando ero io quello ad aver deciso di mettere un punto al nostro rapporto. Louis non tornava nemmeno per dormire in camera... tornava di tanto in tanto per studiare, prendere qualche libro e dei vestiti dalla sua valigia e faceva tutto il possibile per allontanarmi. Almeno ho la stanza tranquilla e tutta per me.

Seguii le lezioni, cercando davvero di concentrarmi. Presi appunti, feci degli interventi e sentii la spiegazione. Almeno i miei sogni di andare a New York erano ancora forti e ardenti, mi distraevano da Louis e mi davano la forza di studiare e non mollare.

"Bravo Styles, continui così e riuscirà a passare l'anno con ottimii risultati.", mi disse il professore di psicologia mentre stavo per uscire.

Io gli sorrisi e farfugliai un "grazie" lusingato.

Speravo davvero di ingranare. In fondo era il primo anno e se riuscivo ad andare bene all'inizio ero sicuro che sarei riuscito ad andare bene anche gli altri anni e New York sarebbe stata un passo più vicina ogni anno che passava.

La vibrazione del telefono proveniente dalla tasca mi fece sobbalzare.

"Mamma...", risposi al telefono.

"Tesoro! Come va?", mi chiese. La sua voce mi riscaldò il cuore.

"Bene. A te come va?"

"Bene, solo che mi chiedevo quando potessi venire a casa... Mi manchi."

Alzai di istinto gli occhi al cielo perchè erano passate solo un paio di settimane ma ero davvero felice di mancare a qualcuno ora come ora. Sarebbe stato davvero bello se quelle parole fossero state pronunciate da Louis, mi-

"Ci sei Harry?", mia madre interruppe i miei pensieri. Probabilmente con la mente non c'ero davvero...

"Sì, sì. Anche a me mancano tutti, ci vediamo presto! Te lo prometto.", e dopo aver parlato del più e del meno e di averla salutata riagganciai.

Uscii in giardino, con un libro che volevo leggere. Avrei letto volentieri in camera ma quella stanza mi opprimeva, piena com'era di sensazioni e ricordi pur se esteticamente spoglia come il mio cuore. Mi sedetti contro un albero godendomi la sensazione dell'aria pulita e fresca che si respirava.

Inziai a leggere il libro dal punto in cui l'avevo lasciato la sera prima. Avanzai di qualche capitolo finché, proprio mentre l'ntagonista stava per essere smascherato, una voce mi distrasse, la voce di Louis.

Distolsi lo sguardo dal libro con un sorriso, sperando che volesse parlare con me.

Ma Louis era con una ragazza.

La ragazza era bruna e alta con occhi scuri e dolci come il miele, con un fisico perfetto e una voce cristallina, la stessa ragazza che aveva baciato all'inizio delle nostre interazioni strane. Era perfetta per Louis... Ma era davvero la sua ragazza?

Rideva... prima fitta al cuore.

Le stava tenendo la mano... seconda fitta al cuore.

La baciò, ghignando come faceva sempre, con quel fascino arrogante... terza fitta al cuore.

Mi costrinsi a non cedere alle lacrime che pizzicavano dietro ai miei occhi, però non potevo più sopportare quella visione perciò decisi di tornare in camera.

Mi alzai in piedi e corsi via, facendo anche cadere il libro. Ma non mi interessava del libro in quel momento, l'avrei recuperato più tardi... Sapevo che se mi fossi voltato, se fossi tornato indietro, avrei preso Louis a schiaffi una volta per tutte, perciò preferii evitare.

Salii tutte le scale per la terza volta e arrivai davanti la mia porta quando una mano mi strinse il polso mentre stavo per entrare.

"Harry?", era Louis.

"Tu? Che cazzo vuoi tu?", sbottai. Non riuscivo a voltarmi per guardarlo, cercavo solo di liberarmi dalla sua presa.

"Hai perso questo...", disse porgendomi il libro.

"Già.", strattonai il libro dalla sua mano e riuscii a scampare dalla sua presa, sbattendo la porta, finalmente in camera.

"Harry, aprimi." mi supplicò. E ci risiamo... Lui che mi ferisce anche se inconsapevole di farlo però che ritorna da me piuttosto che stare con quella ragazza, piuttosto che rimpinguare la sua succosa reputazione da testa di cazzo etero e ritardato.

Sta davvero bene con quella ragazza...

"Harry? Dai.", un ennesimo sospiro.

"Che vuoi?", feci con tono aspro ricacciando via le lacrime e seppellendo ancora di piú la mia testa nel cuscino, magari sperando davvero che potessi sparire. Louis ha la ragazza e io ho perso Tracy, ho perso ogni traccia di eterosessualità, ho perso la dignita e pure una buona parte delle mie amate certezze.

"Voglio parlare.", il mio cuore affondò nello stomaco. Un po' mi entusiasmava che volesse intrattenere una conversazione di sua spontanea volontà con me. Lo avevo desiderato da giorni.

Calma la felicità, mi ammonì il subconscio ma lo mandai sinceramente a quel paese quando aprii la porta e vidi quegli occhi, quegli occhi che mi avevano rapito fin dalla prima volta che li avevo visti. Che ritardato sottomesso che sono.

"Harry perché piangevi?", mi chiese quando chiusi la porta.

"Ti interessa davvero?", mi mordicchiai nervosamente un'unghia, indeciso su come interpretare la sua domanda.

Sospirò ancora mentre annuiva, poi alzò lo sguardo e mi regalò un timido sorriso per il quale quasi non smisi di respirare. Non so perchè mi sentivo così tanto ossessionato da quel ragazzo, forse era una specie di sindrome di Stoccolma per la quale più mi faceva soffrire e più mi piaceva. Perchè considerato che stava baciando una ragazza poco prima, l'emozione che provavo per ogni singola cosa che faceva era davvero umiliante.

C'era davvero ben poco da sorridere in quella situazione, perciò cercai di riprendermi ma quando cercai di parlare non uscivano parole dalla mia bocca.

Cosa potevo dire? Sono geloso di quella ragazza perché ti vorrei tutto per me?

Cavolo, davvero l'ho pensato?

"Hey?", richiamò la mia attenzione e io non avevo la piú pallida idea di che cosa avrei dovuto dire.

Heii ;)
Salve a tutti spero che il capitolo vi piaccia se è così fatemelo sapere se no è inutile che io continui.
Baci a tutte❤
-M

† Since we were 18 † -Larry StylinsonWhere stories live. Discover now