•Capitolo 17•

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"Hey?", richiamò la mia attenzione.

Cercai di trovare le parole per spiegargli il motivo delle mie lacrime, ma non le trovavo allora mi abbandonai all'istinto.

"Vuoi sapere perché sto piangendo? Ok. Il motivo per cui piangevo sei tu. Tu mi fai arrabbiare davvero tanto perchè prima mi baci, poi mi ridicolizzi davanti a tutti, poi cerchi di fare pace, poi dici che sono tuo, poi che non va bene se stiamo vicini e quindi mi allontani, non torni a dormire, stai con lei. Poi quando piango perchè giustamente ci rimango male e sono confuso vieni qui a chiedermi il motivo per il quale stavo piangendo? Davvero?", mi sfogai arrabbiato, forse un po' troppo infervorato.

Louis sembrava colpito dalle mie parole, tanto che spalancó la bocca e gli occhi e avrei potuto giurare che un sottile velo di lacrime rendeva i suoi occhi più lucidi.

"Mi dispiace.", sussurrò, si schiarì la voce e continuò: "I-io... non pensavo fossi così tanto importante per te."

Mi guardò negli occhi e mi accorsi che gli occhi erano davvero umidi dalle lacrime e che era impallidito.

Per quanto mi intenerì la visione di quella meravigliosa creatura intristita in quel modo, cercai di pensare razionalmente ai motivi per i quali ce l'avessi con lui.

"Non pensavi? Continui ad usarmi, Louis. Continui a baciarmi e a portare avanti questo ridicolo tira e molla, ad allontanarmi, a stare con lei e a tornare.", la mia voce si era addolcita, almeno.

Non rispondeva, sembrava che stesse ancora assorbendo le parole. I suoi occhi erano fissi nei miei e solo quelle iridi che prestavano attenzione a me riuscivano a farmi battere il cuore a mille. Patetico. E io che conservavo la speranza di essere bisessuale. No, ero completamente gay.

Scosse la testa e abbassò lo sguardo, mentre io ripresi a mordicchiarmi le unghie non sapendo come continuare la conversazione, una rabbia nel petto che nemmeno riuscivo a controllare.

"Chi è lei? Perché non sei con lei ora?", decisi di chiedere, abbattendo le paranoie nella mia testa riguardo cosa dire.

"Lei è... Eleanor, la mia ragazza.", mormorò abbassando lo sguardo. La mia ragazza...

Le lacrime calde ritornarono a scorrere sul mio viso freddo, raffreddato dalle lacrime asciutte del pianto precedente. Questa volta non feci niente per evitare di piangere, era come se mi fossi appena svegliato da un sogno ad occhi aperti. Io sono il suo ripiego.

"Ah. E perchè sei qui da me? Dovresti stare con lei.", sbottai, cercando comunque di non far trapelare la mia asprezza.

Riprese a guardarmi negli occhi, il suo sguardo si incastrò nel mio, verde nel blu.

Una sfumatura di paura si leggeva in quegli occhi perfettamente brillanti come un dipinto famoso del colore più giusto, del topazio ceruleo più prezioso, dell'azzurro del cielo più sereno.

"Non so perché io non sia con lei, sincermente.", si alzò in piedi e si avvicinò a me.

"Però una cosa che so per certo è che odio vederti piangere, Harry.", strinse le labbra quasi stesse per piangere e il mio cuore perse mille battiti.

"E odio ancora di più sapere che sono io il motivo delle tue lacrime.", disse, la sua voce tremava sempre di più. Harry, non abboccare.

Mi guardò per qualche secondo negli occhi, io non sapevo cosa dire anche se forse lui si aspettava una risposta. Mi aveva davvero lasciato spiazzato e non sapevo come replicare, non mi aspettavo quelle parole. Non mi aspettavo tutto quel retroscena scomodo e tutto quel casino, tutte quelle complicazioni...

† Since we were 18 † -Larry StylinsonWhere stories live. Discover now