XLII

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Capitolo quarantadue

Capitolo quarantadue

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Il disagevole dialogo tra me e Charlotte, sulla questione di cosa provassi per Kristoffer, si concluse con un affettuoso conforto della biondina in cui mi rammentò la sua vicinanza e, comprensibilmente, quanto la vicenda tra me e il pugile fosse notevolmente tortuosa. Pertanto mi suggerì di ponderare rettamente sulle mie susseguenti decisioni e di essere vigorosa, qualsiasi sarebbe stato l'esito. Poi a tal riguardo, non proclamò più nulla, intuendo l'avesse fatto per non inquietarmi altresì, non solo nella rimanente giornata perfino i giorni consecutivi. E lo apprezzai grandemente giacché il complesso mi frastornò talmente tanto che predilessi di rifletterci in isolamento, scacciando i probabili deleteri giudizi altrui.
Al contrario la sola persona con cui avrei volentieri conversato era quella di Kristoffer. Successivamente all'individuazione di Charlotte trascorremmo un'altra mezz'ora in quel caffè e nessuno dei due si accorse della mia presenza; neppure quando ci sfilarono di fianco per dirigersi in direzione dell'uscita. Innegabilmente mi sconfortai maggiormente sia perché non mi avesse notato e soprattutto per non aver ricevuto neppure un insulso messaggio di cortesia nel corso di quella giornata. Ergo optai di scribacchiargli un messaggio il giorno seguente, in cui gli domandai se stesse bene e se avesse avuto voglia di incontrarci, al quale replicò, meramente, che fosse grandemente occupato e non avesse un momento svincolato da riservarmi.
Diventai intensamente furiosa dacché se fosse stato realmente eccessivamente impegnato, da non poter trascorrere del tempo con me, non avrebbe dovuto averne neppure con quella vipera principesca.
Invece no, per lei, recuperava sempre del tempo, in quanto a lei le fosse concesso ininterrottamente ogni cosa: Caitlin aveva il permesso di scortarlo ai suoi incontri e di uscirci assieme; Caitlin non veniva biasimata o contraddetta, essendo un'essenza divina; Lei veniva continuamente difesa da Kristoffer mentre io potevo essere ingiuriata da tutti, dal suo allenatore e specialmente da lei. E lui non mi difese mai, nonostante fossi più piccola e la vittima.
Per questo motivo determinai di non prenderlo più in considerazione, invero nelle ventiquattr'ore posteriori trascurai i suoi insulsi messaggi e chiamate. Comprimendo l'interesse sull'appuntamento con Evan, l'unico a rendersi conto della mia esistenza.
"Il ferro per i capelli ha raggiunto la temperatura, vieni!" Charlotte mi sollecitò dalla stanza.
Decise di fiancheggiarmi durante i preparativi per l'uscita, principalmente poiché optai di arricciolare la liscia chioma rossiccia con delle onde cedevoli e io non fui mai ferrata nel settore della parruccheria, quindi per non mettere a rischio i miei capelli e tantomeno il college con un avverabile incendio, reclamai il suo aiuto. Successivamente ad una rovente doccia, eccezionale per rasserenare i nervi, ci rifocillammo con dei squisiti tacos d'asporto e poi incominciò a occuparsi dei capelli. Sebbene si trattasse di un appuntamento non avvertii sensazioni di angoscia, anzi fui particolare pacata. Può darsi fosse dovuto all'essermi trangugiata quattro sublimi tacos più una duplice porzione di nachos e questi avessero intorpidito il mio cervello, affaticato dall'eccedente impiego degli ultimi giorni. Oppure la serenità fosse dovuta, semplicemente, dalla presenza di Charlotte. Con cui spettegolai, sugli allettanti pettegolezzi del college, tutto il tempo scordandomi che da lì a poco avrei dovuto incontrare Evan. Invero, quando constatammo l'ora, mi affrettai a sistemarmi il viso con un leggero trucco per poi infilarmi il recente abito.
"Sei stupenda! Ho realizzato un capolavoro! Botticelli sarebbe morto di stizza!" gorgogliò appagata assestandomi gli ondosi capelli successivamente ad avermi agganciato una delicata collanina in oro. Il vestito continuava a non convincermi tuttavia nella totalità non fui affatto male.
"Beh...devo ammettere che avevi ragione sul vestito. È molto gradevole! Certo, penso ancora sia troppo striminzito ma per una sera, posso fare un'eccezione." ammisi mentre calzai ai piedi un paio di décolleté lucide e corvine come il vestito "Oh ma smettila! Sei perfetta e per nulla volgare! Tieni, mettiti questo mio cappotto." "Tutto nero?" protestai acciuffando il Blazer "Il nero è elegante di notte." dimenò le spalle "Sei sicura?" "Sì, cocciuta. Sono sicura! Sei bellissima, Kristoffer dovrebbe proprio vederti stasera! Alla faccia di quella gallina boriosa!" ridacchiai esultate, anche Charlotte aveva una considerazione di Caitlin omogenea alla mia " Forza,vai! E mandami un messaggio quando torni, così vengo qui da te e mi riporterai tutto! Voglio tutti i dettagli!" strillò giubilante rimpicciolendomi tra le sue braccia.

The BoxerWhere stories live. Discover now