XIII

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Capitolo Tredici

Capitolo Tredici

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Kristoffer mi aveva esplicitamente proibito di tornare al the Punch.
E forse quel pugile astruso,aveva ragione.
Quel postaccio non era adatto ad una ragazzina come me.
Ma erano passati più di quattro giorni dalla nostra ultima chiacchierata nella mia cameretta e dalla sua promessa fatta quella stessa sera.
Si era ripromesso di rincontrarci e concludere il mio lavoro,ma invano.
Quel pugile si era dissolto chissà dove.
Era decisamente colpa sua.
Lui e delle sue promesse non mantenute.
Inoltre il tempo di consegna dell'articolo,si stava via via avvicinando ed io avevo l'assoluta necessità di finire quell'articolo.
Scrissi alcuni righi in quei giorni.
Ma l'unica cosa che fui in grado di concepire,furono dei miseri concetti alquanto inutili e banali.
Avevo bisogno di quel pugile,vivo e vegeto.
Ammetto di essermi creata paranoie bislacche,nel corso di queste notti,sul pugile.
Senza però,ammettere a me stessa che una scia di preoccupazione nei suoi confronti si era manifestata dentro di me.
Era solamente colpa di Kristoffer.
Lui e la sua immagine,erano oramai i protagonisti dei miei pensieri nelle ultime settimane.
Sistemai il maglione sul mio busto mentre proseguivo nel locale sempre affollato.
In tutte le mie visite notturne,non vi era mai stata una dannata volta, in cui quel locale fosse spoglio di omoni viziosi.
Arricciai disgustata all'ennesima ondata di tanfo,mentre slittavo tra la calca,attenta ad non urtare nessun omone.
Attirare l'attenzione dopo quella volta,non rientrava di certo nei miei pensieri.Quindi cercai di non provocare nessun urto o di attira troppa attenzione.
Varcai ancora quella porta rossa,ignorando le occhiate incuriosite di qualche uomo ancora sobrio e percorsi salterellando il corridoio raggiungendo la porta tanto bramata dalla mia testa.
Sistemai la mia massa di capelli rossi dietro la schiena e diedi due colpi secchi alla porta.
"Avanti gigante."
Attesi una manciata di minuti,supplicando quella porta di aprirsi e mostrare il gigante dagli occhi scuri.
Ma quest'ultima non era intenzionata ad aprirsi.
'Che fine hai fatto,Kristoffer?'pensai stringendo il labbro fra i denti.
Il mio cervello non ci mise molto ad elaborare paranoie su di lui.
Ero preoccupata per quel maledetto pugile.
Chiusi la mano in piccolo pugno e colpii, ancora,la superficie in legno scuro.
"E tu chi sei?"
Sobbalzai impaurita al suono di una voce femminile alle mie spalle.
Mi voltai velocemente incontrando una ragazza,molto più matura di me,vestita di un abito succinto che le stringeva un pò troppo il seno prosperoso.
Non ero mai stata una ragazza formosa e per questo non facevo altro che chiedermi,come le ragazze riuscissero a gestire quelle cose ingombranti.
Deglutii stringendomi nel mio piccolo corpicino "Sto cercando Kristoffer Hagen." dissi guardandomi intorno nel corridoio semi illuminato,sperando in una comparsa di quell'ente tanto bramato dalla mia testa.
"Tu,una ragazzina,sta cercando il mio ragazzo?"chiese in tono stizzito,guardandomi dalla testa ai piedi.
Il pugile era fidanzato.
"Stiamo collaborando per il giornalino scolastico,della mia scuola."la rassicurai spostandomi dalla porta.
La ragazza dai corti capelli scuri,inserì la porta nella casa del pugile,per poi aprirla con poca grazia.
"S-ai dove posso trovarlo?"chiesi chinando la testa.
Non volevo di certo,smuovere venti indiscreti tra di loro;ma avevo bisogno di Kristoffer per concludere il mio articolo.
"Kristoffer non perderà il suo tempo,correndo dietro ad una ragazzina."concluse arricciando le labbra gonfie e sporche di un rossetto acceso.
Mi lanciò un'occhiata prima di chiudere la porta del piccolo appartamento.
"Dannazione!"sbuffai lievemente colpendo le mattonelle del corridoio,con la suola delle scarpe.
Un altra serata persa a non fare nulla.
Un altra serata persa per dar retta alla mia testa,ossessionata da un ragazzo indiscreto.
Mi strinsi nel mio maglione una volta fuori dal locale gremito di gentaglia,difendendomi dal freddo glaciale.
Dicembre era oramai alle porte e con lui anche il freddo polare.
Guardai attentamente la strada,assicurandomi che nessuno mi vedesse scavalcare quel muro,ricoperto di arbusti essiccati.
Appoggiai la suola dei miei anfibi tra un intreccio di arbusti,così da avere un appiglio stabile.Strinsi tra le dita due mattoni sporgenti e con uno slancio mi aggrappai al muro troppo alto.
"Caspiterina!"gemetti percependo una scossa di dolore all'altezza del ginocchio sinistro.
Strinsi il labbro così da non far fuoriuscire lamenti di dolore,mentre  scivolai giù dalla recinzione di confine.
Una volta atterrata sul prato freddo,strinsi il ginocchio lacerato da qualche spino,in una mano e continuai il mio cammino verso la mia stanzetta.
"Ti detesto!" chiusi la porta della mia stanza,facendo scattare successivamente la serratura.
Era tutta colpa di quel dannato pugile.
Lui mi stava costringendo a fare tutto questo.
Lui e la sua maledetta vita avvincente.
Afferrai tra le dita la stoffa sporca di sangue della parigina e la sfilai,portando alla luce una lesione.
Sfilai anche l'altra calza,seguita poi dal resto dei vestiti che avevo indosso.
Una volta entrata in bagno frugai all'interno dei cassetti alla ricerca del piccolo beauty contente medicinali.
Al suo interno vi era di tutto.Ogni tipo di medicinale.
Stappai la bottiglietta bianca del disinfettante e ne versai una piccola quantità, di liquido trasparente, su una garza.
"Piano...piano.." dissi posando il quadratino sulla ferita,provocando quel odiosa sensazione.
Bruciore.
Strinsi il labbro inferiore tra gli incisivi,non trattenendo alcune lacrime che scivolavano silenziose dai miei occhi.
Il bruciore persisteva talvolta il disinfettante sfregasse contro il centro della piccola piaga creatasi,per colpa di uno stupidissimo ramo.
Quella serata non vi era stato nulla di positivo.
Avevo ancora una volta rischiato di gettarmi nei casi con la scuola e rischiato di ricadere nelle mani di un depravato.
Ero al corrente dei rischi che stavo correndo.
Ma lui,la sua bellezza,la sua fama,la sua vita.Erano per me un sostegno per poter uscire dal mio piccolo guscio.
Ove mi era rintanata per troppo tempo,oramai.
Posizionai sulla ferita un cerotto dalle tonalità di un rosa accesso,così da proteggere la ferita.
Gettai tutto nella pattumiera e sistemai il piccolo borsellino riponendo nel suo posto iniziale.
Trascinai il mio corpo infreddolito dalle temperature esterne,al calolifero posto sotto la finestra.
Dove ogni sera era adagiato il mio pigiama di pile dalle tonalità del rosa.
Forse troppo infantile per una ragazzina di sedici anni.
Ma non mi importava molto di ciò.
Era solo una tenuta notturna che nessono avrebbe mai visto.


S-C-U-S-A-T-E!
Sono passate ben due settimane dall'ultima pubblicazione.
Ma ero in vacanza e -parlando chiaramente- volevo godermela fino in fondo.
È un capitolo orribile,ne sono consapevole!
Mi spiace molto.
Cercherò di apportare modifiche nei prossimi giorni!
Inoltre la scuola rinizierà a breve e non so dirvi nello specifico,in quali giorni aggiornerò la storia!

Ses Snart!
09/03

The BoxerWhere stories live. Discover now