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Capitolo due

Capitolo due

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La luce calda che oltrepassava la sottile e chiara stoffa delle tende,le quali coprivano la grande finestra posizionata dinanzi il mio letto del dormitorio,punzecchiava i miei occhi insonnoliti.
Il silenzio regnava all'interno di quelle quattro mura tinteggiate di bianco spento,tappezzate da innumerevoli foto e locandine ritraenti le mie band predilette,fissati lì,nel corso dei miei anni scolastici alla Boston College High School.
Gli occhi inattivi si posarono svogliatamente su tutto il mediocre spazio continuamente caotico,captando il bisogno immediato di assestare tutta la stanza singola,formata da dei sempliciotti e comunitari suppellettili come: un letto unico,un armadio capiente, un modesto bagno annesso alla stanza,una scrivania straripante di scartoffie e rimasugli di cibo mangiucchiato nel corso della notte ed infine l'unico ente indispensabile nella vita di una ragazzina ghiotta,un minibar.Le misure di quest'ultimo non era mastodontici,soggiornando in una stanza angusta rispetto alle stanze condivise con più ragazze,tuttavia riusciva a contenere tutto ciò che fosse proibito dalle cucine della BCHS.
Le cuoche delle colossali cucine tentavo di imbandire i nostri piatti con pietanze salutari e corrette,ciò nonostante i studenti idolatravano tutti quei dolciumi ipocalorici e con un esorbitante contenuto di zuccheri.
Malgrado quest'avversione nei confronti di quei dolciumi,veneravo le cuoche e i le loro polpette straordinarie,cucinate,sfortunatamente,solo il lunedì.
Trascurando quel ghiribizzo divulgato dal mio stomaco, indirizzai i miei occhi collosi in direzione del piccolo apparecchio elettronico,le cui lancette segnavano appena le sette e qualche minuto,ossia troppo presto per balzare fuori dal letto e intraprendere la giornata.Per buona sorte quel Martedì non prevedeva nulla di atroce o stancante,come una lezione di Biologia del professor. Fitz;bensì dei piacevoli corsi ricreativi.
Siffatto mi stava offrendo la possibilità di scovare svariate notizie singolari su cui avrei innalzato il mio articolo per il giornalino. Ero disposta a debuttare,ancora una volta,nel corso;eppure interiormente percepivo ancora lo spavento e la preoccupazione di subire,nuovamente, tutte le derisioni che portarono la mia persona a rinchiudersi nella sua stanza.
Il suono della sveglia mi stimolò ad allontanare tutte quelle spregevoli reminiscenze e sollecitò il mio corpicino accaldato a balzare fuori dal letto ed intraprendere la giornata.
Detersi il mio viso spolverizzato da cospicue lentiggini con dell'acqua fresca così da risvegliare il mio corpo spossato ed assopito,per poi procedere lo strofinare su i miei denti le setole dello spazzolino violetto.
La mia routine mattinale non includeva tutte quei perfezionamenti che le ragazze prestavano al loro viso,celandolo con molteplici cosmetici. Io prediligevo,maggiormente, non agghindarmi con degli abiti succinti e non idonei per la scuola,e non sopraffare il mio viso con dei collosi trattamenti di bellezza.
Ultimai la preparazione con una spazzolata alla massa di capelli dal colore vispo e successivamente agguantai dall'armadio una semplice e lattea gonnellina accostata ad una maglietta nera e alle regolari parigine elevate fino al ginocchio,dello stesso medesimo colore della maglietta.
Prima di abbandonare la stanza scombussolata controllai la mia immagina minuta riflessa nello specchio,inserito all'interno dell'armadio,appurando che la mia esteriorità non fosse poi così tremenda.Sicuramente non ero collocata al medesimo livello di Amanda Collins e di tutte le sue amiche,tuttavia anch'io disponevo della facoltà di ritenermi accettabile,senza indossare vestiti indecenti solamente per fare impressione su dei bradipi malpensanti e sgarbati,chiamati comunemente:Ragazzi.
Indubbiamente aspiravo ad adescare un ragazzo,con l'esclusione di quei abbigliamenti non adatti ad una ragazzina come me;inoltre i miei genitori non mi avrebbero mai permesso di far emergere le parti del mio corpo in quel modo impudico,poiché,secondo la loro convinzione erano adatti solo a delle cortigiane.
La mia famiglia,molte volte,veniva spesso considerata arretrata e troppo avvinta alla religione,agli occhi degli estranei;eppure prediligevo ulteriormente la mia famiglia saggia ,clericale e presente,ad una famiglia avara infatuata,principalmente,ai loro verdoni che ai loro figli.
La mia psiche cantilenò il consueto proverbio ideato dal mio bizzarro papà:
'Meglio una famiglia modesta e unita,che una famiglia ricca ed ostile'
Le mie labbra rossicce,per la frizzante brezza mattutina,si estesero in largo sorriso per le svariate reminiscenze associate alla mia ridotta ed estrosa famiglia;per la quale provavo,costantemente,una forte sensazione di mancanza.Oltre a ciò percepivo nostalgia per quei momenti di quotidianità come: Il tè caldo al mattino,la nostra colazione prima della scuola,i bisticci tra coniugi e le nostre gite al lago nella mia cittadina,natale,inglese.Norfolk. Ciò nonostante apprezzavo l'indipendenza che ero riuscita a creare,per riuscire a sopravvivere senza il sostegno dei miei genitori.
Sistemai la giacca di jeans sulle spalle mentre i miei piedi effettuavano lo stesso percorso quotidiano per i giardini del college,in direzione della mensa.
"Char!" sventolai la mano raggiungendo Charlotte al termine del giardino,ove ogni mattina attendeva il mio arrivo pacato.
"Buongiorno bionda!" le stampai un bacio sulla guancia calda mentre la sua attenzione era tenuta in ostaggio da Colton Brown.Uno dei tanti giocatori della nostra squadra di basket,probabilmente,il più spassoso ma anche il più maldestro,di fatto trascorreva,tutto il tempo di qualunque partita ,seduto sulla panchina.
Eppure il ragazzo maldestro dagli occhi verdi e i capelli neri perennemente imbacuccati da un capellino nero,era riuscito a rapire il piccolo cuore della biondina.
Ridacchiai schioccando le dita innanzi il suo naso,tentando di riportare la sua attenzione su di me "Oh..è così bello.Secondo te mi inviterà ad uscire?" mugolò sognante ricambiando il saluto,imprimendo le sue labbra sulla mia guancia.Arricciai il naso percependo il suo lucidalabbra,colloso,sulla mia guancia.
"Se eviti di impiastricciargli le labbra con questo rossetto,sì!" mi lamentai ridendo,pulendomi la guancia. "EI!A lui piace questo rossetto!" strillò oltraggiata lasciandosi trainare in direzione della mensa,straripante di studenti affamati.
"Spero che venga anche lui."mugolò imbambolata non abbandonando il suo bottino "Bhè,se non vuole morire di fame.."scrollai le spalle prendendo un vassoio rosso e mettermi in fila.Mi spinsi sulle punte degli anfibi scrutando il cibo nelle vetrine laddove giacevano deliziosi leccornie,le quali ben presto,sarebbero state divorate dalla mia bocca famelica."Non sono tutti perennemente affamati,come te,Holly!" ridacchiò procurando uno sbuffo da parte mia.
Non esageravo con i pasti,mi cibavo soltanto dieci volte al giorno.Nulla di troppo eccessivo.
Quella mattina non presi molto cibo,mi limitai ad una colazione sana ed equilibrata,ovvero un piatto di uova strapazzate accompagnate da quattro croccanti fettine di bacon,due pancakes con tre scaglie di burro e l'amato sciroppo d'acero,due avocado toast,un bicchiere di latte,un bicchiere di succo d'arancia;infine per tenere lo stomaco leggero per il pranzo,una ciotolina di frutta mista.
"Perché mi fissi?"chiesi accigliata componendo la specialità di Holly,sotto lo sguardo contraddittorio della biondina "Perché sei disgustosa." "Non è affatto vero!"le lanciai un chicco d'uva ingurgitando la mia specialità "Ah no?Mettere le uova,il bacon e il burro nei pancakes e poi cospargere il tutto con lo sciroppo.Non è disgustoso?" chiese ingarbugliata sorseggiando il suo vomitevole caffè.
La mia replica venne interrotta dall'arrivo di Colton ed un vassoio pieno di altre leccornie squisite "Buongiorno ragazze!" "Ciao Colton!"bofonchiai con la bocca piena "Ei.."mormorò Charlotte assumendo le tonalità di un rosso acceso "Ho saputo che rientrerai nel giornalino." prese posto accanto alla bionda lasciandole un bacio sulla guancia,facendola arrossire ancor di più.
"Le voci circolano veloci.." "La Collins non l'ha presa bene." ridacchiò Charlotte sistemando il cappello di Colton "Hai già qualche idee per il tuo articolo?" "No,ma oggi mi dedicherò a delle ricerche,spero di trovare qualcosa di innovativo. "sbuffai sorseggiando il succo fresco."Di cosa vorresti parlare?" chiese il ragazzo "Non so.."borbottai giocherellando con la forchetta di plastica "Colt,conosci qualcuno che potrebbe collaborare con Holly?"chiese la biondina avvinghiandosi al suo braccio,sfarfallando le sue ciglia "Qualcuno amato da voi bradipi?"aggiunsi io "Ei!Non siamo bradipi!" borbottò ingiuriato "In ogni caso ci sarebbe un personaggio in voga tra noi maschi virili." rispose orgoglioso affondando i denti nel pancake alla banana.
Il mio stomaco emise un altro brontolio,non appena la mia vista avida cadde su quei deliziosi pancakes.
"Chi?" chiesi allungandomi e rubargli il piatto "Kristoffer Hagen.Ei sono miei!" strillò colpendo il dorso della mia mano "Chi è?Un fruttivendolo?" ridacchiai insieme alla bionda "Un pugile!Ed io andrò ad un suo incontro,domani,al 'The Punch' "ci informò mentre io ascoltavo tutte quelle informazioni forestieri.
"Collaborerà con Holly?" "Possiamo pur sempre provare,anche se le probabilità sono pari a zero."scrollò le spalle massaggiandosi il mento "È popolare?" chiesi tentando,nuovamente,di appropriarmi del suo piatto "Popolare?!"urlò facendomi sobbalzare "In solo otto mesi si è accaparrato molti premi e centinai di migliaia,di verdoni!Ci sono uomini che pagherebbero oro per diventare suoi manager!" "Wow.."sussurrò Charlotte "Possiamo provarci,che ne dici Holly?" mi chiese "Certo che ci proverò!È popolare tra i bradipi e anche se è un pugile battagliero,dovrà fare parte del mio meraviglioso articolo!"affermai volitiva acciuffando le sue pietanze ed ingerirle sotto il suo sguardo sconsolato "Ragazze,non per mettervi contro le vostre grinfie.Ma Hagen non è molto socievole,inoltre non ha mai rilasciato un'intervista." "Pff!Cosa vuoi che sia convincere un pugile!"scrollai le spalle gettando i contenitori in plastica nelle apposite pattumiere.
Quel pugile era perfetto per il mio articolo.Era famoso tra i miei coetanei,era uno sportivo ricco e vispo e il fatto che fosse un tipo dal carattere chiuso giocava tutto a mio favore!
"Domani verremo con te."dissi uscendo dalla mensa.

Pugile sto arrivando.

Ses Snart!

06/27

The BoxerOù les histoires vivent. Découvrez maintenant