XXVII

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Capitolo ventisette

Capitolo ventisette

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Prediligevo trascorrere le ore pomeridiane in quello straordinario universo,laddove era possibile rintanarsi al fine di evadere da tutti quei orridi pensieri sempre propensi a scombussolarti la vita,plasmato da miei benamati romanzi,guarniti dalle consuete righe corvine scolpite,perfettamente,al di sopra delle lattee e profumate pagine.

I miei occhi galoppavano celermente su ogni singolo vocabolo,già da diverse ore,di fatto,uno sgradevole bruciore si estese su tutta l'area dei miei occhi verdeggianti,ad ogni sfarfallare di palpebre.Siffatto fu l'incitamento che portò le mie mani a chiudere il romanzo,dalla copertina verdeggiante,ornato inoltre,da una prestigiosa scritta bianca;la quale plasmava il titolo dell'opera: 'The Paul Street Boys'.

Mugolai insonnolita sgranchendo gli arti intorpiditi,accartocciati dalla ponderosa coperta rubiconda,che accolse il mio corpicino infreddolito dal rigido gelo.Come usanza annua,passavo le intere giornate nel giardino,a ridosso della mia graziosa villetta,realizzando parecchi pupazzi di neve,soppressi,in seguito,dalle birichine e lanose zampette di Fufì.

Il mio sguardo guizzò,inconsapevolmente,sulla pallottola dal manto grigio,dormiente tra le calorose coperte. Ridacchiai notando come riuscisse a camuffare,perfettamente,il suo lato farabutto con una parvenza innocente e benevola.Come se non avesse commesso diversi delitti nell'arco di una mattinata.

Mi avvinghiai nuovamente alle coperte,tinte di rosa,godendomi di quella sorprendente pace,dominante in quella stanzetta angusta.Perennemente caotica.

Erano trascorsi solo tre giorni dal mio arrivo e la mia stanza era medesima ad uno scenario,usufruito per filmare una delle tante scene macabre,di The Walking Dead.

Tentai di scovare nello sconfinato labirinto dei ricordi,della memoria a lungo termine,alcune reminiscenze che potessero rivelare la mia cameretta sistemata o anche un flashback sulla mia persona indaffarata con delle pulizie.Nulla,però,si palesò nella mia testa inferma,inaspettatamente quieta e priva di strambe teorie complottiste.

Sfarfallai le ciglia sconcertata nel provare quella rara sensazione di pace.

"Sono una persona normale,ora!"strillai rizzando le braccia in direzione del soffitto slavato,per poi,balzare fuori dal letto spiegazzato e galoppare lontano dalla tana,che aveva vincolato il mio corpo per diverse ore.
"Oh santo cielo!Una visione mistica!"gracchiò mio padre dalla poltrona posta accanto al piccolo camino crepitante.
La villetta in cui trascorsi gran parte della mia vita non godeva di una struttura colossale,tuttavia,tutte le stanze usufruivano di tutta l'ampiezza,creando così,ambienti funzionali e comodi.
"Molto divertente."borbottai regalandogli una boccaccia,continuando la mia marcia fino alla cucina,invasa da ghiotti aromi.
Un brontolio immesso dal mio stomaco,comportò,una rapida occhiata in direzione dell'orologio agganciato alla parete.Le lancette segnalavano l'ora di cena,eppure la tavola era privo di vivande.
"Non si cena?" chiesi allarmata prendendo posto sullo sgabello dinanzi alla penisola in marmo tenue,come il resto della cucina costituita da suppellettili cinerini.
"Io e tuo padre siamo stati invitati ad una raccolta fondi per la beneficenza.Ci saranno tutti i nostri vicini e anche il pastore.Ci divertiremo."disse persuasiva regalandomi un piccolo sorriso.
Assottigliai lo sguardo,capendo all'istante il suo scadente tentativo di sottomettere la mia persona "Non voglio venire ad una noiosa raccolta fondi!Non posso rimanere qui?Ti prego!" miagolai sfarfallando le ciglia "Non voglio lasciarti sola in casa."sospirò sigillando un contenitore con maestoso fiocco carminio "Andiamo cara,sopravviverà per una serata!" la testa rossiccia di mio padre fece capolino nella cucina,sostenendo il mio volere,di fatto strizzò l'occhio nella mia direzione intanto che,le sue mani sistemavano la sua giacca scura.
La tintura spenta della giacca elegante,originò nella mia psiche tranquilla,la visione allettante e adulta di Kristoffer,abbigliato con i costanti indumenti dalla coloritura eguale.Eccellenti sulla sua corporatura marmorea e atletica.
Erano passati solo una manciata di giorni e nonostante quel lineare messaggio per augurarmi un felice Natale,identificai dentro di me,un senso di mancanza.Che si annetteva a tutti gli altri,piccoli e insoliti, sentimenti avvertiti interiormente.
Tutto questo mi stava spingendo a riporre in lui,fiducia e affettuosità;tuttavia tutto ciò mi terrorizzava poiché temessi un drastico allontanamento inaspettato, che mi avrebbe spinto lontano da lui e da tutte quelle leggiadre attenzioni.
Le impudiche,ma anche posate, riflessioni su Kristoffer,condussero il mio sguardo a posarsi sulla figura impegnata di mia madre,determinando un sproporzionato senso di imprudenza.
Lei era ignara di tutte le vicissitudini tra me e Kristoffer,per di più ignara dell'ambiente ove Kristoffer viveva,del suo impiego,della sua generazione lievemente adulta della mia e tanto meno dei suoi baci.
Impulsivamente le dita spaventate presero a vacillare mentre la mia psiche cominciò ad elencarmi tutti i presupposti per considerarmi una figlia infame.
In quegli ultimi giorni,considerai numerose volte di riferirle tutto quello che sua figlia,aveva commesso negli ultimi due mesi unitamente ad ragazzo sfrontato ma premuroso.Tuttavia una sua plausibile opposizione,che l'avrebbero portata a prendere dei autorevoli provvedimenti,nei confronti di Kristoffer;e una notevole accesso di collera,mi avevano spaventata a tal punto di trascurare quei avvenimenti e centralizzare tutta la mia attenzione nei riguardi dei simposi natalizi.
"Oh dannazione sono tornati!" gemetti massaggiando la testa,oramai straripante di riflessioni,discordi tra loro "Chi sono tornati?"chiese la donna allarmata appurando,dalla finestra della cucina,che non ci fosse nessun malvivente propenso ad attaccare la nostra fortezza.
Ridacchiai divertita scivolando giù dallo sgabello "Mamma parlavo dei miei pensieri!" "Oh..c'è qualcosa che ti turba?Lo sai che puoi parlarmi di qualsiasi cosa.Problemi con l'amore?Con la scuola?Hai discusso con Charlotte?Se vuoi posso chiamare sua madre e cercare di risanare la vostra amicizia.Oppu-" "Mamma!Da quanto sei diventata logorroica?-ridacchiai cingendo il suo corpo prosperoso- Non ho litigato con Char e non ho nessun problema.Ho solo una mente molto laboriosa.Tutto qui!" la rassicurai concedendole un largo sorriso pacato "D'accordo,d'accordo!"sospirò "Samantha,è ora di andare.Non voglio perdermi il timballo affumicato al salmone della signora Smith!"gongolò risoluto mio padre agguantando le confezioni elaborate da mia madre,per poi lasciare un morbido bacio sulla mia fronte e correre fuori dalla porta.
Risi divertita aiutando la mamma con il soprabito bordeaux,salutandola poi, con un veloce cenno della mano sulla soglia del portone.La vettura lattea venne inghiottita dal buio della via,non appena mia madre salì in macchina in seguito a svariate raccomandazioni.
Prima di dedicarmi alla preparazione della cena serrai,con prudenza,ogni finestre e porte,così da proteggere la mia persona attaccabile da un pensabile omicida.In seguito avanzai seguita da Fufì in direzione della cucina,con lo scopo di cuocere qualsiasi pietanza commestibile,con l'esclusione di produrre un'esplosione.

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