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Capitolo venti

Capitolo venti

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Il sole penetrava dalle finestre punzecchiando i miei occhi,ancora,sonnolenti.
La stanza era invasa dal suono della sveglia che,imperterrita,continuava a trillare,anche sé,veniva riavviata dalla sottoscritta.
Arricciai le dita dei piedi sgranchendo le ossa della schiena,intorpidite dal sonno,mentre dalla mia bocca uscì un lungo sbadiglio,poco grazioso.
Erano passati una manciata di minuti dal primo suono di quell'odioso aggeggio elettronico,che ogni mattina mi trascinava lontano dalle vellutate e calde,braccia di Morfeo;ma il mio corpo non aveva la minima intenzione di uscire da quel caldo nascondiglio,per affrontare una nuova burrascosa giornata.
Più burrascosa di tutte le altre,dato che,il giorno tanto temuto era giunto,puntuale,come un orologio svizzero.
Ed io non ero affatto pronta a rincontrare quel l'odiosa strega viziata,che riusciva ad innervosire anche il più piccolo dei miei neuroni.
"Oh taci!"strillai all'ennesimo squillo del piccolo apparecchio elettronico posto sul piccolo comodino,invaso da cartacce e fazzolettini sporchi.
Soffocai un urlo disperato e di malavoglia,estrassi il braccio dal caldo piumone e spensi la sveglia,che cessò di suonare.
Rotolai su me stessa stringendomi come una farfalla all'interno del suo bozzolo,nelle calde coperte;beandomi di quel leggiadro silenzio,che invitava i miei occhi a chiudersi e lasciarsi andare,nel fatato mondo dei sogni governato da un Waffle gigante.
Ma quella bellissima pace durò poco,poiché un inaspettato tumulto mi fece spalancare gli occhi.
Un campanellino di allarme trillò nella mia testa,svegliando i miei neuroni.
'Un ladro sta' derubando le mie scorte di cibo!'
Agguantai la spazzola dal comodino e mi voltai verso la porta,pronta ad attaccare l'estraneo con un:
Engorgio Skullus, un potente incantesimo capace di far crescere a dismisura la testa del nemico.
"Engorgio Skullus!"urlai puntando la spazzola contro..
Jimmy.
"Jimmy?"chiesi incerta guardando il suo corpo disteso sulla moquette della mia stanza,con delle vivande sparse qua e là.
"C-iao H-olly.."balbettò tastando con le mani sporche di marmellata il pavimento.
"Hai visto i miei occhiali?"chiese rivolgendo la parola al piccolo armadio.
"Sei bellissima anche appena sveglia."disse strizzando l'occhio,anche sé,quel "gesto ammiccante" aveva le sembianze di un tic nervoso all'occhio sinistro.
Ruotai gli occhi saltando giù dal letto "Stai parlando con l'armadio,Jimmy."sbuffai afferrando i suoi occhiali e posarli nella sua mano "Oh!Che sbadato!"
Raccolsi le vivande sparse a terra "Ti ho portato la colazione!"disse tastando,ancora,il pavimento della mia stanza.
"Dov'è il cornetto alla crema?"chiese alzandosi,rivelando il povero cornetto,defunto sul pavimento.
Un povero cornetto alla crema,ucciso da un peso troppo grande per lui.
"Credo che sia ancora buono!"rise porgendomi la poltiglia di crema e pasta,schiacciata dal suo sedere.Arricciai il naso in tutta risposta."Non ho fame!"dissi spalancando la tenda "Grazie mille per il pensiero,ma ora,ho proprio da fare!"tirai un lungo sorriso indicandogli la porta alla sue spalle.
"Sono venuto qui,per accompagnarti al corso del giornalino!"disse "Tu hai bisogno di un ragazzo forte che ti aiuti a superare questa dura prova."ghignò muovendo su e giù le sopracciglia,per poi poggiare il gomito sulla superficie del mio armadio.Ma esso scivolò,facendo battere la testa di Jimmy,contro l'anta.
"Ouch!"gridò massaggiandosi la testa.
Trattenni una risatina voltandomi verso il letto "Grazie mille,ma devo ancora prepararmi e ho-" "Ti aspetterò fuori!Resterò lì,immobile!"urlò bloccando il mio discorso correndo fuori dalle porta e portandosi con sé,la poltiglia di cornetto.
"Per la barba di Silente,quel ragazzo è folle!"sussurrai chiudendo la porta.
Non avevo nulla contro di lui.
Solamente che la mia psiche non era interessata ad un ragazzo come Jimmy.
Era troppo differente da me.
Lui era un tassorosso,mentre io,un ingegnoso corvonero.
Sistemai il lettino per poi dirigermi in bagno,pronta per iniziare questa giornata in compagnia di un bradipo in piena fase ormonale.
Spazzolai i miei capelli,raccogliendo le ciocche lisce,in una stretta coda alta,per poi lavare il viso cosparso di lentiggini.
Quei piccoli puntini che mi assimilavano a mio papà.
Ero identica a quell'uomo dai buffi baffi rossicci e le guance coperte di puntini,che amavo congiungere come se fossero delle stelle nel cielo notturno.
Sorrisi al mio riflesso,mentre in me,il desiderio di rincontrare la mia famiglia,accresceva sempre di più.
Scacciai quella brutta sensazione di mancanza,ricordandomi che il Natale era alle porte e con lui,un biglietto aereo che mi avrebbe riportato dalla mia famiglia.
Tirai un paio di calze nere,velate,per tutta la lunghezza delle mie gambe,così da proteggermi dal freddo,per poi infilarmi una morbida gonna nera,seguita da un caldo maglione rosso.Così da rimanere in tema Natalizio.

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