VII

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Capitolo sette

Capitolo sette

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Piombai in un oblio immensurabile e fosco,coincidente a quello riprodotto dalla nostra psiche nel corso di un incubo. Ma al contrario non mi intimorì come abitudine,piuttosto fui riconoscente al mio corpo di non aver sopraffatto le lancinanti percosse dell'uomo,affinché mi discostassi dalla mia persona violata.Evitando di assistere al sopruso compiuto da un'ignobile uomo ad un'insignificante ragazzina di soli sedici anni.
Avrei favorito indugiare,maggiormente,in quell'oblio plumbeo ma incomprensibilmente rasserenante;tuttavia il mio corpicino riallacciò la connessione, fra la res cogitans e res extensa,riacquistando cautamente la conoscenza.Durante la convalescenza non dischiusi gli occhi come non acconsentii ai miei arti di stirarsi,smisuratamente impaurita dalla,plausibile,presenza dell'uomo fiancheggiato a me.Mi limitai a canalizzare tutta la mia accuratezza al mio udito e al mio tatto,comprendendo di essere coricata su una superficie soffice e accogliente,ed essere avvolta dalla silenziosità.
Il solo esemplare di tinnio,udito soltanto dalla mie orecchie,era generato dal cuore dimenante contro le ossa del mio busto.Ma questa irrequietezza corporea scombussolò il mio intero organismo,non solo il mio piccolo ente.L'ansietà stava incoraggiando il mio corpo ad implodere.In modo che non fossi costretta ad non incontrare,ancora,quell'uomo e le sue mani lerce.
Innanzi alla mia perdita dei sensi,le reminiscenze dell'avvenimento erano meticolose. Rammentai ogni sua scurrile parola bisbigliata al mio orecchio,nel tentativo di far tacere le mie insistenti proteste;rammentai ogni suo sguardo vizioso poggiato sul mio corpo,come fossi un banchetto solenne per i suoi lumi,invece che una ragazzina di sedici anni;rammentai le sue mani.Quelle mani,luride e delittuose appiccicate al mio corpo,assiduamente desiderose di svelarmi.
Senza rendermene conto incominciai a singhiozzare e le mie mani palpeggiarono,concitamente,i miei arti,accertandosi di rivelare qualche dolenza. Spostai verso il basso il tessuto della mia gonna,illudendomi che quella potesse magicamente estendersi sino alle mie caviglie,affinché mi tutelasse da altre molestie.
Agognavo di dissolvermi da quel luogo disconosciuto.O meglio,anelai di possedere una Giratempo cosicché potessi tornare in dietro nel tempo ed evitare quell'infernale circostanza,rimanendo nella mia angusta e casinista stanzetta del dormitorio.Sebbene lo agognassi con tutta me stessa,il mio desiderio non venne esaudito.
Ero ancora lì,in quello spazio agghiacciante e fosco,singhiozzante e maggiormente terrorizzata per la mia sorte innominata.
"Sei sveglia."
Guizzai tremante sulla superficie morbida,controllando il buio attorno a me "No,l-a pr-ego.M-i dispiace per l'in-cidente.La supplico,non mi faccia ancora del male!" strillai esasperata tra i singhiozzi inarrestabili,restringendo il mio corpo su sé stesso. Alcun altro vocabolo,procedente dall'uomo,udii.Soltanto un fruscio nell'atmosfera prodotto dai suoi piedi in spostamento nella mia direzione.
Si stava per ravvicinare nuovamente al mio corpo,per sollazzarsene e soddisfare il suo ghiribizzo. Ed io non avevo modo e mezzo per proteggermi.Mi limitai unicamente ad rimpicciolirmi contro quel tessuto consolante ed indugiando di avvertire le sue lusinghe non auspicate.
I suoi passi cessarono di fianco a me,arrecandomi una cannonata al mio piccolo ente stremato "Non mi f-accia d-el male.L-a pre-go." singhiozzai scongiurando quella angosciosa presenza rintanata nel buio.
Tutta la situazione era precisa a quella che capitava nei miei,raccapriccianti,incubi. Giust'appunto incominciai ad auspicare che quello fosse solo un raccapricciante incubo,originato dalla consistente percossa, pertanto mi sarei svegliati in un qualsiasi altro luogo.Sperai,perfino,di svegliarmi in un lettino in una stanza d'ospedale. Qualsiasi luogo,tranne quella stanza fosca assieme a quell'uomo ripugnante.
L'uomo si spostò ancora un volta ma non per palpare il mio corpo traballante. Azionò la corrente elettrica rischiarando la spropositata zona buia,smascherando un gradevole alloggio accurato.
Sbatacchiai le palpebre umettate, dalle costanti gocce d'acqua erompenti dai miei occhi,slittando la veduta in direzione della presenza immobile e taciturna,completamente dissomigliante a quella dell'uomo incappato,sfortunatamente,al The Punch.
La presenza accanto a me,era il pugile.Il mio salvatore.
Lui aveva inteso la mia necessità di aiuto,lui mi aveva strappata al pericolo trasportandomi,priva di sensi,nel suo plausibile appartamento.Nonostante fossi per lui un'estranea "Mantieni la calma,è tutto finito.Sei al sicuro,qui."proferì con lentezza guardandomi autorevole con le braccia accavallate al petto.Schiusi la bocca cercando di congetturare un'elementare locuzione o una sempliciotta riconoscenza,ma invano.Gli impetuosi singulti si asserragliarono nella gola rinsecchita,impedendomi di articolare parole.Il pugile comprese ed istantaneamente mi allungò un bicchierino d'acqua,giacente su di un tavolo al suo fianco "Tieni.Sorseggia cautamente o finirai per soffocarti con le tue stesse lacrime." acchiappai,fulmineamente,il bicchierone in vetro,traboccante d'acqua fresca,e con la medesima celerità lo prosciugai "Già,proprio come ti ho appena ammonito." sorrisi imbarazzata chinando la visuale sulle mie gambe,fortunatamente,prive di ammaccature o quant'altro "Non ti ha violata.Sono arrivato poco dopo il tuo collasso." mi comunicò,notando probabilmente i miei occhi perlustrare nervosamente le mie cosce "E se te lo stessi chiedendo,non ti ho toccata.Ti ho solamente portata qui,mi sono accertato che non perdessi sangue dalla testa e ti ho tamponato un panno umido sulla fronte.Temporeggiando il tuo risveglio." continuò conservando il tono della voce abbassato e confortante,ma allo stesso tempo autoritario ed impassibile "Non ho dubitato di lei!M-i ha salvata,perciò,perché dovrei?" bisbigliai sfregando il tessuto del mio maglione sulle mie goti,asciugandole.Avvertivo il mio organismo finalmente acquietarsi ed il merito era tutto di Kristoffer "Grazie per avermi protetta." proferii fissando gli occhi su di lui.
Quella sera non indossava la sua tenuta da lavoro.La imponente corporatura,slanciata ed erculea,era vestita da un semplice skinny jeans corvino ed un maglione del medesimo colore,che sottolineava le sue spalle prestanti.
"Alzati."sostenne inaspettatamente facendomi accigliare "Alzati.Devo appurare che il colpo alla testa non abbia causato danni.Forza,alzati." mi incitò distanziandosi così da permettere al mio corpo di issarsi sulle gambe lievemente ondeggianti "Come ti senti?Avverti dolore alla schiena?Giramenti di testa?Nausea?" "No,nulla di tutto ciò.Mi sento solamente debilitata." scrollai le spalle squadrando l'appartamento perfettamente sistemato.Non era colossale tuttavia disponeva di tutte le utilità.
"Cosa ci faceva una bambina,in questo locale?" "Non sono una bambina!Ho sedici anni,signore." brontolai passeggiando nell'odierno monolocale "Rispondi alla mia domanda.E poi come può una ragazzina,conoscere me?" "Colton,un mio amico,mi ha parlato di te.Ero qui per te.Non ti ricordi di me?" gli chiesi immobilizzandomi dinnanzi ad una libreria,affollata di libri con titoli in una lingua,a me,forestiera "Io non frequento bambine." ringhiò alle mie spalle causandomi uno sbuffo "Ho sedici anni,signor.Hagen. Quante volte devo ripeterglielo?" mi spinsi sulla punta dei piedi per cercare di decifrare le parole incise sulla copertina,non riuscendo a comprendere la loro lingua.
"Non dovresti frugare fra gli averi di una persona." latrò causandomi un sobbalzo atterrito "Non si ricorda di me,signor.Kristoffer Hagen?" gongolai voltandomi "No.Chi sei e cosa vuoi." ringhiò irritato "Sono Holly Wilson e vado alla BCHS.Ti ho chiesto un'intervista pochi giorni fa.Era in una palestra e poi è scomparso dal nulla.Anche scomparire nel nulla,è maleducazione,capito signor.Hagen?" dissi adoperando il suo stesso tono di voce gutturale.La mia spiegazione rischiarò,quasi certamente,la sua mente,dato che si infastidì maggiormente "Fuori.Adesso." "Si ricorda,non è vero?" "Vattene." mi ignorò avviandosi alla porta "Frequento il giornalino della scuola!Viene letto da moltissimi alunni,molti dei quali sono suoi ammiratori!" spiegai pedinandolo "Vai fuori." ringhiò aprendo la porta,prospettata su un corridoio "Non può cacciarmi!Mi ha appena salvata!Sono debole e non conosco la strada per tornare al The Punch!" gridai "Siamo al The Punch,non sei debole e sì,posso cacciarti,dato che questa è casa mia." enunciò prima di bandirmi dal suo alloggio.
Mi ritrovai sbalestrata,insperabilmente,difuori dal suo impeccabile alloggio nello stesso modo in cui io,scagliavo il cesto degli indumenti sporchi nel corridoio.Ma all'opposto io,non ero un indumento insozzato bensì una damigella ancora ottenebrata da un barbaro accaduto.
"Lei è veramente un cafone!Lo sa,caro Kristoffer Hagen?Non si tratta così una povera ragazza che le ha permesso di partecipare al suo articolo!Con magnanimità ho optato per lei!Io conosco persone molto più illustre di lei!Come...mh...beh...ad esempio...Viktor!L'uomo che si traveste da taco gigante per il propalare fast food,Taco Bell.Pertanto,se fossi in lei,io accetterei." conclusi intrecciando le braccia,soddisfatta del discorso ingannevole che lo avrebbe indubbiamente impermalito a tal punto di accogliere la mia profferta "Ha capito cos'ho appena detto?-scalpitai notando la porta non aprirsi- Ho già un succedaneo!Lei deve accettare!" cozzai,affranta, la testa contro il legname della porta sbarrata.
Quel pugile era inavvicinabile. Maledettamente intrattabile e brillante nel comprendere i miei esemplari frodi.
"Facciamo un accordo,okay?Non un Voto Infrangibile,come quello tra Piton e Narcissa.Un elementare accordo. Io domani tornerò e lei mi dirà la sua replica,così avrà un'intera nottata per ragionare sulla mia offerta.D'accordo?" richiesi,guadagnando soltanto il consueto silenzio "Beh...chi tace,acconsente,no?" gongolai assestando i miei vestiti "Ci vediamo domani,signor.Hagen.E...grazie ancora per avermi salvata." sussurrai contemplando per l'ultima volta la porta con una targhetta in ferro con sopra inciso il numero '57',per poi dirigermi in direzione dell'uscita di quel corridoio ed in seguito a quella del The Punch.
Quel pugile avrebbe aderito al mio articolo che lui avesse voluto o meno. Io avevo bisogno di lui e della sua rinomanza,ed avrei fatto di tutto pur di convincerlo.Anche utilizzare la Presa vulcaniana per poi somministrargli la Veritaserum,il siero della verità più potente al mondo,nonostante fosse proibito il suo utilizzo.
Quella notte mi addestrai per il nostro futuro incontro,studiando diligentemente un nuovo discorso e la Presa vulcaniana,così da avere espediente da adoperare in caso di un responso negativo da parte del pugile impertinente.


Ses Snart!
07/18

The BoxerWhere stories live. Discover now