XI

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Capitolo undici

Capitolo undici

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Kristoffer

Ero ancora lì,in piedi,con le mani strette in quei guantoni,poste sulla difensiva e la testa annebbiate.
Ero ancora lì.
Su quel ring.
Impegnato a prendere a pugni,un altro essere umano,che come me,aveva il mio stesso identico scopo.
Arrivare alla fine sconfiggendo l'altro.
Questo,oramai,era il mio scopo giornaliero.
Sfinire una vita,per potermi accaparrare una vittoria che non mi avrebbe portato nelle mani sbagliate.
Perché era questo quello che accadeva ad un pugile abbattuto su un ring.
Veniva consegnato a teste,che si occupavano di abbattere il disonore, così da non insudiciare la storia del pugilato.
Una storia di merda,oserei dire.
Il pugilato non era altro che un circolo vizioso, spregevole e senza fine.
Quel circolo ove mi sono rifugiato,con la speranza di scampare dalla morte.
Ma la morte è come il passato,puoi sviarla più e più volte.Ma prima o poi, essa, ti sorprenderà e ti sommergerà fino a soffocarti.
"Colpisci Hagen!"urlò il mio coach,dietro le sbarre di quella gabbia dove venivo rinchiuso come un animale.
Infondo io ero quello.
Un animale in gabbia che aveva lo scopo di intrattenere quei viscidi uomini,che sganciavano verdoni,per vedere due uomini prendersi a pugni fino allo sfinimento.
Non smettevo mai di chiedermi,cosa ci trovassero di così euforico,nel vedere ciò.
Ma ero onorato di essere un fottuto animale da palcoscenico,invece che essere uno sporco riccone che scappavano dalla loro bella vita e dalla loro famiglia,per rifugiarsi in un bordello per divertirsi assieme a quelle ragazze che lavoravano in quel locale.
Mi guardai intorno,mentre il respiro affannoso mi raschiava i polmoni fino a farmi provare dolore all'altezza delle costole.
Urla,fischi,applausi,verdoni che cadevano dalla platea.Tutto così stralunato.
Scossi la testa allontanando quei opprimenti pensieri che influenzavano la mia concentrazione e ripresi a colpire l'uomo dinanzi a me.
Dopo alcuni colpi sul suo viso massiccio,capii che da lì a poco,quell'uomo sconosciuto,sarebbe caduto a terra sul suolo rovinato di quel ring.
Quel ring oramai segnato a vita dalle innumerevoli vite,che si sono schiantate su di esso.
Ritornai con le mani sulla difensiva per poi percuotere,ancora,il viso arrossato del mio avversario.
Percepivo alla perfezione i suoi muscoli facciali sbattere contro il tessuto duro dei miei guantoni.
"Hagen finiscilo!"
Ancora urla e acclamazioni,che accompagnavano i miei colpi sul l'uomo,troppo anziano per una carriera così amara.
'Metterò fine alla sua carriera.' mi ricordai mentre assetato sfregiavo il suo viso.
"Cazzo colpiscimi!"urlai contro i suoi occhi spenti e sfiancati.
"No-n p-oss-"sputò sul pavimento un rivolo di sangue per poi caricare un pugno,che però,non arrivò mai,alla sue destinazione.
Le sue ginocchia si piegarono verso il basso ed una volta premute contro il suolo freddo,tutto il suo corpo svigorito,cadde sotto le grida sul pavimento impassibile.
I miei occhi non abbandonarono i suoi,finché non svenne.
"Kristoffer Hagen sconfigge Artagal Moran!"
Il mio braccio destro venne alzato in aria,mentre il mio nome veniva gridato euforicamente,come se fossi una divinità discesa in terra.
Io non ero una divinità.
Scesi dal palco raccogliendo la mia tunica,che la infilai mentre mi dirigevo a passi svelti verso la porta rossa.
L'unica in grado di allontanarmi dallo schifo che circondava la mia vita.
Non ascoltai minimamente le parole del coach al mio fianco.
Ero solamente pronto a mettere fine a questa giornata e iniziarne un'altra che forse,mi avrebbe salvato da tutto ciò.
Ma come potevo salvarmi dalla mia stessa vita?
"Hagen."il coach mi richiamò mettendosi al mio fianco,mentre percorrevo il corridoio semi-buio.
"Cosa c'è." dissi slacciando i guantoni
Le mie dita era intorpidite e spaccate,a causa dell'attrito sul tessuto anti-shock.
"Dove sei stato questo pomeriggio?Hai saltato l'allenamento pre-incontro."disse senza degnarmi di un contatto visivo.
D'altronde i suoi occhi erano troppo impegnati alle due fascette strapiene di verdoni.
"Ho fatto una corsa per le strade."
Una corsa ad uno stupido college per accontentare una stupida ragazzina.
"Alla Boston College?"disse fermandosi e guardandomi negli occhi.
Jonh era una brava persona,in confronto a Clark e il suo schifosissimo gruppo.Lui,mi aveva accolto sotto la sua ala,quando ancora ero un diciassettenne sperduto e solo.
Sospirai stappando la bottiglietta piena d'acqua e prenderne una lunga sorsata.
"Ascolta Kristoffer,so quanto è utile avere rapporti dopo un incontro o solo per scaricare adrenalina.Ma non con delle stupide bambine!Potrebbero innamorarsi di te,per una seratina nella loro stanza.
Non parlando poi,del pericolo di essere denunciato per pedofilia."disse.
Corrugai le sopracciglia richiudendo la bottiglietta "Non ho nessun rapporto con quelle ragazzine."
Ed era vero.
Stavo solo aiutando quella ragazzina per un dannato articolo.
"E cosa ci facevi lì?"chiese lasciandomi nella tasca della vestaglia le due fascette di verdoni.
"Cose stupide.Ma non ho rapporti con nessuna ragazzina."sbottai inserendo la chiave nella serratura della porta del mio appartamento.
Annuì poco convinto
"Caitlin ti sta aspettando in camera."ammiccò leccandosi le labbra dandomi alcune pacche sulle spalle ancora intorpidite.
Rivolsi gli cocchi al cielo entrando nella mia tana.
'Benvenuto nella dimora di Holly!"
Quella ragazzina era un vero e proprio tormento.
Era ovunque e ficcava il naso ovunque.
Ricordavo perfettamente la sera in cui,quel vecchio stava per abusare di lei.
Dopo essersi svegliata nel mio appartamento,si era fin da subito ambienta,così la sua curiosità la spinse a appropriarsi delle mie cose.
Capii fin da subito,che quella ragazzina dai capelli rossicci,non avrebbe mollato l'osso finché non avessi accettato quella sua dannata intervista.
Intervista..Era solo una ragazzina ficcanaso.
"Ciao norvegese" il fiato caldo di Caitlin,accarezzò il mio collo coperto da uno strato di sudore.
"Caitlin." la salutai lasciando i miei averi sul tavolo perennemente disordinato.
"Hai vinto.."mormorò sedendosi sul tavolo e accavallando le sue gambe lunghe e abbronzate.
Caitlin fu sempre stata la ragazza che soddisfò i miei bisogni primari.
Inoltre fu l'unica ragazza con cui ebbi rapporti amichevoli nei gli ultimi nove anni di carriera.
Non era solo una ragazza con cui potermi soddisfare.
Tuttavia non provavo nulla nei suoi confronti,se non una forte amicizia.
Ammetto anche che la sua bellezza fu sempre stata, fin da subito, ammaliante e eccitante.
Le sue origine italiane,avevano il loro fascino.
"Avevi dubbi?"chiesi sciogliendo il nodo della veste la quale cadde a terra senza troppe esitazioni.
I suoi occhi verdastri mi scrutarono affamati,mentre le sue mani afferravano i suoi slip.
Li face scivolare lungo le sue cosce nude,mentre la schiena si distese sulla superficie levigata del tavolo.
"Mh..No." sospirò allargando le gambe,aspettandomi impaziente.
Sorrisi ghignando sfilando dai miei pantaloni,la mia erezione non ancora ben formata "Per me,rimarrai sempre tu,il vincitore." ansimò.
'Un vincitore che trionfa sulla morte degli altri.'


Prima scena spinta di questo libro.
Ma non riguarda i due personaggi principali!
Ses Snart!
08/12

The BoxerWhere stories live. Discover now