III

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Capitolo tre

Capitolo tre

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"Sei sicura?Non mi sembra un bel posto."mugugnò esitante Charlotte, distesa sgraziatamente sul letto scomposto della mia stanzetta del dormitorio con il Laptop,sistemato sul ventre,sintonizzato su un sito di giudizi pertinente al The Punch.
Il giorno tanto bramato dalla mia psiche era sopraggiunto e con lui un miscuglio di emozioni,che si alternavano tra temerarietà,terrore,dato il luogo in cui quel pugile valente,alloggiava; e innumerevoli incertezze originate posteriormente a quel orribile giorno,laddove la Collins si burlò di me e del mio lavoro malfatto.Nonostante le sciocche paranoie,nelle ultime ore scacciai tutte quelle sgradevoli sensazioni,le quali alimentavano il desiderio di rinchiudermi nella mia stanza,rimpiazzandole con una travolgente smania di imbattermi in quel celebre pugile,adorato dai ragazzi del college.
Non sapevo quale talento pregiato avesse il pugile,eppure rappresentava,quasi certamente,l'originalità idonea per mio il articolo.Pertanto nessuno avrebbe ostacolato il mio intento di reclamare un'intervista da quel pugile.
"Char,è un locale dove vengono svolte lotte clandestine e incontri di pugilato.Di certo non mi aspetto fiori e cioccolata." dissi sistemando le mie due trecce olandesi dietro la schiena,rivestita da un soffice maglione rosa,perfetto per tutelare la mia salute dal frizzante fresco della notte.
"Se non vuoi venire,ti capisco.Andrò con Colton!"le sorrisi rasserenandola infilandomi la giacca di jeans,ottima per una serata autunnale.
Ero consapevole di non essere sufficientemente adulta e adeguata,per frequentare quel locale sinistro e agghiacciante,tuttavia esso,preservava all'interno delle sue mura negative l'unico,quasi certamente,incitamento per emergere fra tutte quelle insicurezze,soffocanti.Difatti non avrei mai forzato Charlotte ad accompagnarmi all'interno di un locale bieco,in mancanza della sua approvazione.
La mia riflessione era completamente scorretta poiché mi stessi aggrappando ad un appiglio ignoto alla mia vita,però ero certa che quel pugile fosse la mia unica soluzione
Il suo piagnucolio sommesso mi trainò lontano dai miei pensieri "Verrò!Non ti lascerò sola in quel postaccio!Ma se dovesse succedere qualcosa di troppo burbero.." "Torneremo al college!Promesso."le sorrisi porgendole una mano aiutandola ad alzarsi dal cedevole letto sgualcito,laddove mollò il Laptop.
"Grazie.."mugolai stringendola tra le braccia "Grazie a te,per essere rientrata nel giornalino scolastico."rispose oscillando allegramente le mie trecce vermiglie,provocandomi una risatina svagata.
Per buona sorte Charlotte decise di seguirmi in un'altra imprudente avventura,trascurando tutte le conseguenze che si sarebbero enunciate se qualcosa fosse andato storto.Come una probabile espulsione dalla scuola.
Percepii lungo la colonna vertebrale un tremore connesso all'orripilante idea di essere espulsa dalla scuola ed essere costretta a dei servizi umili per trarre profitto per vivere.
"Come hai intenzione di convincere un pugile?"chiese faticosamente la bionda,al mio fianco,in seguito ad una corsa per sfuggire alla sorvegliante del padiglione femminile.
Detestavo la signora Mitchell.Esigeva eccessive faccende con sgarbataggine e supremazia.Proprio come il professor.Fitz.
"Non lo so,ma di certo con grazia e gentilezza." mormorai affrettando il passo in direzione del muro di termine,incessantemente oltrepassato da molteplici alunni bisognosi di evadere dal rigido istituto.
Un lieve affanno incominciò a raschiare la mia gola mentre il mio piccolo ente colpiva energicamente la mia gabbia toracica,angosciato per il mio comportamento pazzoide;ugualmente la mia testolina,come consuetudine,divenne un terreno di guerra tra la mia ragione e la mia irragionevolezza.Non volevo finire nei guai con la scuola e tanto meno abbandonare questa piccola avventura spericolata.
"Muovetevi!"borbottò Colton illuminandoci la strada con la travolgente luce del suo smartphone "Colton!"strillai coprendomi gli occhi trafissi dal fascio di luce sgradevole "Scusate." ridacchiò spostandolo verso il prato umido dalla rugiada,aggiustandosi il suo solito cappellino nero.
"Siete pronte?"chiese squadrando i nostri corpi aspettando,probabilmente,un ripensamento,il quale,fortunatamente,non arrivò.
'Andrà tutto per il meglio' rassicurai me stessa mentre marciavamo silenziosamente verso il muro divisorio,tra la scuola e la vivace città.
Vari studenti,con il nostro medesimo proposito,sbalzarono il muro con sveltezza,dileguandosi nella grande città.
Mi chiedevo sempre come i docenti non si accorgessero mai dello sgattaiolare via degli alunni in piena notte.Premesubilmente loro davano la loro fiducia nelle mani dei guardiani.Però essi non ero poi così valenti nel loro lavoro.Bastava guardarli per un breve istante,per capire che Morfeo li divorava lentamente facendoli trasformare in veri e propri sonnambuli.
Ammetto che il loro aspetto,mi inteneriva.Ma era pur sempre il loro lavoro e ogni lavoro deve essere eseguito civilmente,specialmente se si doveva tutelare la salute degli alunni.
Quella sera,però,la loro pacatezza non mi disturbò.
"Muoviamoci!Il guardiano sta per finire la supervisione del giardino antistante!" ci incalzò Colton,aiutandoci a scavalcare quel muro troppo alto,per una persona troppo bassa,come me.
La mia psiche non perse tempo a proiettare un bellissimo flashforward,di me seduta dinanzi alla temuta scrivania del preside,il quale annunciava la mia espulsione dalla scuola.
Sfarfallai le palpebre velocemente,affrettandomi a valicare il muro gelido,preoccupata per quel pensiero troppo attendibile.Se il preside mi avesse sospesa,i miei genitori mi avrebbero uccisa ed io sarei stata obbligata a dei lavori umili per ottenere dei miseri dollari per comprarmi dei deliziosi Twinkies.
Non appena i miei anfibi tastarono il marciapiede luminoso,lasciai andare un lungo sospiro di sollievo.Ero fuori dal college.
"Ce l'abbiamo fatta?!"squittii salterellando sul marciapiede stringendo il corpo prosperoso e tremante della biondina "Gesù,ho temuto il peggio per tutto il tempo."mormorò massaggiandosi la fronte biancastra "Muoviamoci ragazze!O perderemo l'incontro!"Colton afferrò la mia mano e quella di Charlotte,trasportandoci lungo la strada di Boston,in direzione del locale.
La strada era popolosa e questo rasserenò il mio corpicino percosso da persistenti brividi di terrore.
Durante il cammino interminabile mi soffermai a riflettere sul mio comportamento di quella serata.Totalmente scorretto,demente e azzardato;nonostante ciò mi deliziò collaudare tutte quelle sensazioni,serbate ai ragazzi indisciplinati.

The BoxerWhere stories live. Discover now