VIII

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Capitolo otto

Capitolo otto

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Posteriormente all'esilio del pugile, dal suo assettato alloggio, rimpatriare nella mia ospitale stanzetta del dormitorio non fu lineare e né tantomeno piacevole. La rotta per l'uscita dal settore, adibito all'alloggiamento dei pugili bellicosi del The Punch, fu impercorribile a causa dei plurimi corridoi, foschi e lievemente logorati, costellati da sfaccettate porte che si attorcigliavano fra di loro dando l'impressione che si mescolassero ininterrottamente. Alla maniere delle 142 rampe di scale animate, nell'istituto scolastico di Magia e Stregoneria di Hogwarts, le quali possedevano una dissomigliante forma, dimensioni e soprattutto destinazione. Difatti tutti quelle corsie mi procurarono un'angosciosa confusione. Ciò nondimeno, in seguito ad una moltitudine di piagnistei ed impropri avversi sia al pugile ineducato sia al menomato costruttore di quell'immobile, giunsi all'uscita dell'area limitata e successivamente a quella del The Punch. In aggiunta a questa tribolazione ci fu anche l'angoscioso tragitto, in direzione del dormitorio, in quell'orripilante quartiere ermo e lievemente illuminato dal barlume fioco dei lampioni, schierati come soldatini sulla banchina. Quel nervosismo e quell'inquietudine di intuirmi vulnerabili erano indubitatamente una derivante del sopruso disumano susseguito al The Punch.
Il presentimento di essere guardata e tastata ancora da quell'uomo impudico mi fiancheggiò per l'intero itinerario e particolarmente nel corso della notte. Generando plurimi incubi, ciascuno avente il raccapricciante uomo come protagonista, pertanto fui costretta a trascorrere la nottata vigile e spaventata, annidata al di dentro delle arroventate coperte come se fosse un bunker, le celebri fortificazioni militari difensive. Chiaramente il non chiudere occhio per l'integrale serata aveva originato delle sproporzionate occhiaie bluastre ed una cera plumbea. Altresì la mia abituale esuberanza, assieme alla concentrazione, ebbero delle onerose conseguenze. Difatti non imprestai interesse a neanche una lezione durante la mattina e tantomeno ai compiti abbandonati disordinatamente, sul tavolo della caffetteria a lato del mio latte aromatizzato alla cannella, al di sotto del mio viso sorretto svogliatamente dal mio braccio.
"Hol?" il carezzevole timbro di voce di Charlotte, carezzò il mio padiglione auricolare.
Agognavo fortemente spalmarmi sul mio beneamato lettino e capitombolare tra le braccia amene di Morfeo, la divinità dei sogni nella mitologia greca; eppure ero consapevole che se solo avessi sigillato le palpebre, per concedermi delle ore di quiescenza, la mia psiche avrebbe di sicuro ri-proiettato, ancora e ancora, l'avvenimento ed in particolare l'uomo. Adunque mi sforzai di defluire, torpidamente, gli occhi sfiniti sul tedioso quiz di Matematica. Non consentendo al sonno di avere il sopravvento.
Non volevo dormire. Non volevo incapparmi nuovamente in quell'uomo.
"Holly!" la mano gelida di Charlotte mi ravvivò dallo stato di trance che per bislunghi attimi tenne reclusa la mia ragionevolezza "Mh-?" uggiolai frastornata inalberandomi sulla sedia. Spaziai lo sguardo sonnacchioso attorno a me, accorgendomi che il sole era grossomodo calato e che la caffetteria della scuola si stava gradualmente sgomberando. Frizionai il tessuto soffice del mio maglione rosa sugli occhi, non appena quest'ultimi si posarono sulle lancette dell'orologio fissato sulla parete, aldilà del bancone.
"Sono già le cinque di pomeriggio?" le chiesi imbambolata e sbigottita "Ehm...sì,Hol! Sei rimasta tutto il tempo incantata! Ti senti bene? Hai una cera tremenda!" chiarificò coccolandomi il polso "Oh...ehm...sono solamente molto stanca!" bisbigliai fumosamente acciuffando celermente il bicchiere contenente il latte, ormai congelato, e lo sorseggiai cosicché da avere il viso fanfarone eclissato dalla bevanda.
"Naturalmente, Hol. Ieri sera, a tarda ora, sono venuta in camera tua per chiederti gli appunti di letteratura. E tu non c'eri." annunciò scrutandomi diligentemente "Oh!Ehm...ero nella sala comune! Stavo leggendo un bel libro!" le sorrisi teneramente soddisfatta della solidità della farsa orchestrata la scorsa sera per defilarmi serenamente dal dormitorio.
"Ah!Davvero?Strano. Sono stata anche lì, per cercarti, ma non c'eri. Nemmeno lì." proferì porgendosi in avanti per potermi strapparmi via il bicchiere mezzo vuoto "Holly Wilson, dove sei andata la scorsa sera?" "Te l'ho detto! Mi annoiavo e ho girovagato per il dormitorio." masticai imprecisamente evitando i suoi occhi, appiccicati su di me, esaminando le mie unghie placcate da uno smalto rosa pastello "Holly Wilson, dove sei stata ieri sera." bofonchiò catturando il mio viso pacioccone tra le mani. Avrei potuto progredire con l'insensata menzogna, brevettando di essere stata invitata ad un limitato pigiama party da una beneducata compagna di corso. Ma all'opposto, subito dopo essermi incocciata nei suoi occhi floridi di preoccupazione, non ne fui capace. Pertanto le riportai tutto.
"Ieri sera son-...sono tornata al The Punch. Lo so,lo so!Ti avevo assicurato che non ci sarei tornata più, soprattutto da sola. Essendo un'ambiente ributtante e-e spe-cialmente rischioso per d-elle ragazzi-ne... -le lacrime incominciarono ad adombrarmi la vista mentre le reminiscenze minuziose della serata si susseguivano nella mia testa dolente- E avevi ragione!" sbraitai singhiozzante non tollerando più il turbamento. Sottrassi,alla vista di Charlotte,il mio viso tormentato tra le mani sussultanti, presentendomi mostruosamente in imbarazzo e atterrita.
"Hol, cos'è successo? Che ti ha fatto? È stato quel pugile?" le sue dita, anch'esse oscillanti, sopraggiunsero prontamente i miei capelli, e li vezzeggiò cautamente "H-a abusato di te?" "No! Non il pugile!-sbraitai prontamente-Non è stato lui,Char! È merito suo se quell'uomo non mi-...non mi ha-violentata." gemetti stringendo bruscamente la mia chioma cremisa procurandomi una trafittura di dolore "M-i ha toccata e non smetteva di farlo, nonostante lo scongiurassi di mollarmi! H-o macchiato involontariamente la sua camicia e-e...voleva punirmi. Violentandomi! Dio...è colpa mia! è solamente colpa mia, perché sono una stupida! Nessuna si sarebbe mai recato in quel locale da sola! Sono così insulsa!" strillai percuotendomi furiosamente il capo con le mani, tentando di far sgorgare tutta la frustrazione per mezzo di quei pugni.
"Hol,Hol!-le mani di Charlotte nuovamente agguantarono le mie, accerchiandomi poi con un difensivo abbraccio-C-almati ti prego! Ci sono io con te. Sono qui e non ti lascio." singhiozzò contro i miei capelli "Sento ancora le sue mani su di me!Non riesco a riposare! Lo sento costantemente accanto a me!" "Shh...cerca di acquietarti un po' o-o ti verrà un infarto." sussurrò dolcemente lisciandomi la gode madida di lacrime "M-i dispiace di averti mentito. M-i dipiace così tan-" "Shh-basta è tutto okay. Non sono arrabbiata! Non lo sono! Sono esclusivamente angosciata per te." "I-o...i-o sto bene. Grazie al pugile...cioè...Grazie a Kristoffer." "Vorrei tanto poterlo ringraziare per quello che ha fatto e poi ammazzare con le mie stesse mani con quel verme abietto. Deve bruciare all'inferno...lui-lui-" "Non voglio più nominare quell'uomo, per favore. Voglio dimenticarmi di quella sera." dichiarai sospingendomi contro il suo seno fiorente "Non vuoi denunciare l'accaduto?" "E chi posso imputare? Non celebro nessuna particolarità e a stento le sue fisonomie. Inoltre, fortunatamente, non ha concluso il suo lubrico lavoro...quindi-" "Okay,okay. Ora sta' tranquilla, ci penserò io a te." mi sorrise sbaciucchiandomi il volto.
In svariati minuti rassettò tutte gli effetti, collocandoli addentro i nostri zaini, saldò il conto alla cassa e mi scortò, per l'intero itinerario in direzione del dormitorio, stringendomi continuativamente in un abbraccio confortante.
Nonostante la mia testa fosse ancora gremita di plurimi crucci, mi sentii, appena appena, tranquilla e sostenta posteriormente alla rivelazione.
Ci rifuggiamo rapidamente nella mia stanza, scansando tutte le nostre compagne propense ad instaurare una chiacchierata con delle insensate scappatoie, gettandoci poi, sul cedevole letto disfatto.
"Più tardi ti aiuterò a trovare un'altra particolare persona che potrebbe cooperare con te." sibilò pacatamente Charlotte intanto che vezzeggiasse la cute con dei sublimi grattini "Ma io so già con chi cooperare." mi accigliai elevando la testa dal cuscino "Hol,tu hai intenzione di tornare in quel luogo?!" strillò sconvolta "Certo che sì,Char. Non è stato lui a farmi del male! Anzi,mi ha difesa e ha tutelata, trasportandomi nel suo appartamento e appurandosi che non avessi niente!" "Holly quel posto e quel pugile non sono conformi a te. Dammi retta, ti aiuterò a trovar-" "Io voglio lui.Io ho bisogno di lui! Soltanto la sua rinomanza possono sostenermi in questa riattivazione nel giornalino. Ricordi quanto si sono burlati di me? Ricordi, Char?!" "Sì,Hol! Ricordo...ma...sono preoccupata per te. Ti pre-" "Io non voglio che riaccada di nuovo! Non voglio essere nuovamente derisa da Amanda e i suoi favoreggiatori! Bramo con tutta me stessa questa rivalsa e per concretizzarla, è necessaria la cooperazione con quel pugile asprigno." "E se ti facesse del male?" "Lo avrebbe già fatto! Ho perso conoscenza, per non so quante ore, nel suo appartamento e non mi ha sfiorata. Sta' tranquilla!" le sorrisi scoccandole un bacio sulla guancia "E poi,se sei così preoccupata, puoi accompagnarmi tu, domani." "Vuoi già tornarci domani?" "Ovviamente, Char! Devo ancora convincerlo e il tempo scorre!" bisbigliai coricandomi, di nuovo, al suo fiano.
Charlotte non proferì più nulla siffatti credetti che la conversazione fosse terminata. Così otturai le palpebre intuendo finalmente l'abbiocco ma invece il sospiro avvilito della biondina mi trainò via dal mondo dei sogni.
"D'accordo. Approvo la tua scelta ma devi promettermi che non mi dirai più bugie, intesi?" "Intesi. Non ti dirò più bugie." mormorai.


Ses Snart!
07/21

The BoxerWhere stories live. Discover now