Capitolo 8

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Entrai in classe e mi preparai psicologicamente a quella giornata.
Mi misi le cuffie: Lo giuro solennemente di Mostro esplose nelle mie orecchie. Mi diede almeno un minimo di carica, tanto da farmi sembrare almeno un po' pronta... O quasi.

Tayler si sedette ed era incazzato, che cazzo aveva pure lui?
I suoi occhi marroni erano neri e i capelli arruffati.
Chissà quante volte chi avrà passato le mani, pensai.
"Giornata iniziata male?" azzardai.
Pessiomo errore.
Mi lanciò un'occhiataccia.
"O ti sei svegliato col piede sbagliato?" rimbeccai. Quello sguardo mia aveva innervosito, più di quello che già ero, si intende.
''Come cazzo ti sei permessa a tirare uno schiaffo in faccia ad Allyson e a Sharon? Che cazzo di problemi hai?'' ringhiò.
''Uo, calmati bello. Sono state loro due ad attaccarmi e, al loro 'è probabile che ti stiamo per picchiare', mi sono difesa'' gli rivolsi uno sguardo raggelante.
''Non ti credo'' ma i suoi occhi mi dicevano il contrario, sapeva che ne erano capaci.
''Fa quel cazzo che vuoi, non mi interessa che pensi. Sei solo un coglione che segue come un cagnolino la sua fidanzata zoccola e la sua amichetta del cazzo''
''Sharon è mia sorella, se lo vuoi sapere'' disse stizzito.
''Tutto in famiglia, pure'' borbottai roteando gli occhi.
Sbuffó e prese il libro di geografia, il bello è che in quell'ora avevamo matematica.
Scoppiai a ridere.
Mi guardò di traverso e disse arrogante ''Che c'è da ridere?''.
''Beh, se non lo sapessi, ora abbiamo matematica''.
''Ah'' cercò di trattenere invano una risata.

Mi sorrise. Senza malizia o spavalderia. Solo un sorriso dolce che mi metteva sempre soggezzione, non ne sapevo nemmeno il motivo. Sembrava un sorriso malinconico. Non triste, solo malinconico.
Mi guardava come se volesse guardarmi dentro e scoprire i miei segreti più profondi. Mi osservava e mi scopriva di tutte le mie sicurezze.

Allyson nel frattempo ci fissava e capii che i guai non erano ancora finiti.

***

Nell'intervallo vidi Tayler litigare con Allyson, pensai fosse per l'accaduto del pomeriggio precedente.
A quanto pare, mi aveva creduto e non potevo evitare di sorridere.
Forse non è così tanto stupido, pensai tra me e me.
Nel frattempo scorsi Erik e gli andai incontro. Gli raccontai tutto ciò che era successo quella mattina e lui esclamò ''strano che non hai ancora ucciso nessuno''.
''Hai ragione'' risi.
Fece un sorriso forzato.
''Che hai? Parlandoti dei miei problemi non ti ho ancora chiesto come stai davvero'' lo guardai negli occhu
''Tutto bene'' ma quelle pozze azzurre non mi dicevano quello.
''Ti conosco da due anni ormai, dai parla''.
''Ma nulla problemi con la mia tipa''.
''Ma dio, cupido cazzo sta facendo in sto periodo? Credo che si sia trovato la tipa e ora stiano scopando, dimenticandosi totalmente di noi poveri comuni mortali. Beh, tranne Allyson, lei è una barbie'' certe volte parlavo senza pensare e dicendo cose completamente senza senso.
Almeno Erik rise.
''Comunque, ti va di raccontami che è successo?'' chiesi tornando relativamente seria.
''Ma nulla, un piccolo litigio. È gelosa... Ehm, di te'' balbettó grattandosi nervosamente il retro del collo
''Oh, merda, mi dispiace. Se vuoi le parlo io o direttamente mi allontano un po''.
''No, non se ne parla, se non capisce quanto sei importante per me, può andare a fanculo, ma se le parli mi faresti un gran favore'' tiró fuori un sorriso tirato.
Per questo lo adoravo così tanto, avebbe fatto di tutto per me anche mandare a fanculo la fidanzata.

***

Mi avvicinai a lei e, appena mi vide, si rabbuió.
''Che vuoi?'' sbottò.
''Ascolta, non sono venuta qui per litigare. Mi sono fatta due fottutissimi piani, solo per dirti che io a Erik voglio solo bene come amico. È un amico speciale ma non provo niente per lui, solo affetto. Cristo santo, Erik è il ragazzo più fedele al mondo e tu sei gelosa? Di me poi. Ti ama, okay? Quindi smettila di farti seghe mentali per nulla'' ero stata il più diretta possibile ma non credo che funzionó.
''Non venire a fare l'eroina qui, chiaro? So benissimo che gli sbavi dietro da due anni, ma non permetteró che una puttana come te si prenda il mio ragazzo'' urlò.
Strisi i pugni quasi fino a conficcarmi le unghie nei palmi delle mani.
Mi aveva davvero urlato contro in quel modo?
''Ascoltami, biondina, l'unica puttana qui sei tu. Sono venuta solo per dirti che non devi preoccuparti e che Erik ti ama, e tu che fai? Mi urli in questo modo? Ma chi ti credi di essere? Abbassa un po' la cresta o ti posso rovinare la vita con una parola. Chiaro?'' sbraitai ''Con Emily Evans non si scherza'' sussurrai poi guardandola diritto negli occhi.
Il mio sguardo era puntato su di lei. Non vacillai nemmeno un attimo, nemmeno per battere le ciglia.
Sentii un singhiozzo uscire dalla sua bocca.
''Mi dispiace, ma ho paura di perderlo'' disse scoppiando a piangere.
In una frazione di secondo me la trovai tra le braccia.
Feci una faccia schifata e iniziai a battere la mano sulla sua schiena come per darle conforto.
I miei occhi erano sbarrati: mi stava davver9 abbracciando?
<<Mo mi prendo la sindrome da puttana. Sindrome da puttana? Si, non lo sapevi? È contagiosa. Sei pazzesca. Ma ti rendi conto di quello che mi tocca fare? Si, sto notando. Picchietti la mano sulla sua schiena come se fosse merda. Te l'ho detto, è la sindrome da puttana.>>
Che cazzo di problemi aveva? Mi aveva urlato contro, l'ho praticamente minacciata di morte e ora mi abbracciava?
Lo ammetto, quella ragazza mi stava eternamente sul cazzo, ma vedevo Erik felice con lei e io non potevo di certo rovinagli quella sua piccola parte di felicità. Ovviamente tenevo gli occhi aperti, non mi fidavo affatto di lei.

Rimasi con lo sguardo confuso fino a quando tornai in classe.
''Che succede? Hai uno sguardo parecchio divertente'' mi chiese Tayler socchiudendo gli occhi.
''Sono confusa. Mi chiedo perché gente stupida come te sia al mondo'' alzai le spalle.
''Ammettilo che ti piaccio'' disse con un sorriso malizioso.
''Si, mi piaci'' lo vidi sorridere ''Come un dito in culo'' completai la frase.
Vidi il suo sorriso sparire e ne comparve uno orgoglioso sul mio viso. Girai lo sguardo per un attimo e, quando lo riposai su di lui, i suoi occhi mi fissavano con malizia.
''Lurido schifoso maiale'' gli tirai un pugno sulla spalla che non lo spostò nemmeno di un millimetro.
Mannaggia a me e alla mia forza equivalente a quella di un criceto.
''Sapevo che non vedessi l'ora di toccarmi'' non si levava quel dannatissimo sorriso malizioso dal viso.
''Ti odio'' mi girai e incrociai le braccia.
Lo sentii ridacchiare e potei vedere il fumo uscirmi dalle orecchie.

Ho fatto un capitolo più lungo oggi, quindi spero vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoWhere stories live. Discover now