Capitolo 102

7.3K 336 1
                                    

''Non mi ricordavo di aver lasciato qui dei vestiti, dovrei portarmeli a casa'' borbottai - anche se non c'era nessuno nella stanza con me - mentre mi tamponavo i capelli.
Si, mi ero fatta la doccia nella sua doccia. Mi stavo asciugando i capelli con il suo asciugamano. Ci credete che profumava di lui? Mi stavo pure per cambiare nella sua camera.

''Sei a posto?'' entrò improvvisamente. lasciandomi imbambolata, mentre il rossore si impossessava delle mie guancie.
Ero in reggiseno e mutande.
Rimase a guardarmi dalla testa ai piedi come solo lui sapeva fare. Mi mangiava con gli occhi, mi baciava, mi sfiorava. Mi faceva sentire amata con uno semplice sguardo.
''Sei dimagrita molto'' sussurrò.
''La fame non c'era molto'' risposi debolmente.
''Io...'' non sapeva che dire.
''Lascia stare, okay? Ormai è fatta''
''Non immagini nemmeno quanto odi quella frase'' disse riluttante.
''Quale?'' chiesi confusa.
''Ormai è fatta'' sbottò
''E perché mai?''
''Perché non puoi dire che noi siamo stati un caso'' enfatizzò il "noi" facendomi venire i brividi.
Perché si, c'era stato quel "noi", ma era morto e, con quel "noi", anche io.
''Non ho detto questo. Dico solo che ci siamo amati, ma forse non eravamo fatti per stare insieme'' risposi cercando di sembrare sicura di me.
''Ci siamo amati? Tienitelo per te, okay? Perché, merda, io ti amo ancora. Ti amo come il primo giorno, o forse di più'' sembrava ferito dalle mie parole.
Il fatto è che anche io lo amavo, ma come potevo dirglielo? Non dopo tre mesi d'inferno.
''Ascolta, che cosa vuoi? Non ti sei fatto sentire per tre mesi. Non ti puoi nemmeno immaginare che cosa abbia passato. E ora ti degni di parlarmi solo perché mi hai quasi ustionato con un cazzo di caffè? Beh, grazie, sei il Mr. Scusa dell'anno'' urlai.
''Puoi smetterla di urlarmi contro mentre sei mezza nuda? O giuro che ti prendo, ti butto sul letto e ti faccio mia'' disse con gli occhi fissi sul mio corpo.
Sentii un formicolio alle parti basse che non andava affatto bene. Non doveva farmi più quell'effetto, no?
Mi girai e misi un felpone grigio che trovai nel suo armadio.
«Ti sei bevuta il cervello del tutto? È l'abitudine, okay? Psicopatica. Rompipalle.»
''Le brutte abitudini non si perdono mai'' notò cercando di nascondere un sorriso.
''Siamo sicuri che sia proprio brutta?'' sorrisi timidamente.
''Film?'' cambiò argomento.
''Okay'' risposi semplicemente cercando di regolare il battito del mio cuore

***

Eravamo relativamente a una distanza di sicurezza: troppo lontani per quello che eravamo stati e troppo vicini per quello che era successo.
Mi ritrovai a fissarlo.
Mi erano mancati i suoi lineamenti. La mascella, le labbra, il collo. Solo il pensiero di baciarglielo mi faceva impazzire, ma non potevo.
Era una situazione di merda, su questo non ci pioveva.

''Uhm, vuoi mangiare qualcosa?'' balbettò ad un tratto.
''Io..." mi bloccai.
Stavo sbagliando, non era giusto, non dopo quello che era successo.
Era finita tra noi due, per sempre.
''No, scusa, devo tornare a casa'' mi alzai di colpo.
Non potevo più sopportare quella situazione.
Rimase in silenzio e io corsi al piano superiore a prendere le mie cose.

Quando scesi, lo vidi appoggiato al bancone della cucina: sembrava turbato.
''Beh, allora io vado'' balbettai.
''Ti porto io'' disse senza guardarmi.
''Non c'è n'è bisogno, prendo la metro''
''Non se ne parla nemmeno'' rispose secco.
Non capivo se fosse arrabbiato o altro.

L'aria era testa. I suoi occhi non si muovevano dalla strada e i miei cercavano di non andare su di lui.
Mi mordicchiai il labbro nervosamente.
''Che ti prende?'' chiese notandolo.
''Nulla perché?''
''Così'' alzò le spalle.
''Mi prende che sei un'idiota che fa domande stupide come la merda, ma ti amo comunque'' pensai tra me e me.
"Come..." deglutii "Come stai?"
Scosse la testa e fece un respiro profondo.
"Come pensi che io stia?" disse stranamente calmo.
"Per quello che ne so, potresti stare divinamente" feci spallucce.
"Non è così" scosse la testa "Tu?"
"Non lo so, Tayler"
"Ehi, mi dispiace, non volevo che finisse così" mise la mano sulla mia coscia.
Feci per toglierla, ma mi bloccai quando la mia mano fu sulla sua: stava tremando e anche la mia tremava.
E quindi si, la lasciai sopra la sua.
"Hai frainteso tutto" sussurrai.
"Lo so"
"Ma ormai è troppo tardi" dissi bloccando qualunque cosa avesse voluto dirmi.

Quando arrivammo davanti casa mia, scesi subito.
"Ciao, Tayler'' sussurrai mentre chiudevo la portiera.
''Emily'' ricambiò il saluto.

Mi bloccai in mezzo alla strada e mi girai. I suoi occhi mi fissavano intensamente e io dovetti reprimere la voglia di tornare indietro e baciarlo.

''E quei vestiti?'' spuntò Robert non appena varcai la soglia di casa.
''Ciao anche a te e si, è andata bene a giornata'' risposi asettica.
''Rispondi alla domanda Emily'' mi rimproverò.
''Oggi mi sono sporcata col caffè. I pantaloni sono di Chloe e la felpa di Erik'' mentii.
''Bene, vuoi mangiare?''
''No, vado a studiare''

Non studiai per niente. Mi misi le cuffie e ascoltai la musica tutto il giorno, immmersa nei miei pensieri.

La mia vita era andata ufficialmente alla deriva e io non sapevo cosa fare.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora