Capitolo 10

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Mi risveglia in una stanza, dove dalla finestra entrava una luce fioca. Mi sedetti e mi guardai intorno: era una stanza accogliente ma un po' incasinata, ma non ci feci caso dato che la mia era anche peggio. Diciamo, tanto per fare un esempio che, per me, non era strano trovare dei libri sotto le lenzuola oppure dei vestiti sul lampadario.
Era praticamente tutto nero in quella stanza, l'enorme armadio attaccato alla parete di fronte al letto, i due comodini di fianco al letto, la scrivania e pure le due mensole dove si trovavano dei libri.
Nonostante tutto era una bella stanza.
Di certo più della mia. Almeno quella rispecchiava il carattere e i gusti della persona a cui apparteneva.
La mia era bianca, manco fosse una stanza d'ospedale, la odiavo.
Una volta presi della vernice nera che avevo trovato in garage e, con un pennellino, inziai a dipingerla.
Ovviamente uscì un'obrobio: ma a me piaceva, era diversa, era più mia. Ma poi mio padre entrò e, vedendo come l'avevo conciata, iniziò a prendermi a sberle.
Non lo feci più ma, anche all'età di quasi sedici anni, avevo il sogno di dipingerla di nero per poi lasciare che i mobili bianchi facessero un contrasto perfetto.
In quella stanza mi sentivo come a casa. Era bella, bellissima. Adoravo il contrasto tra i mobili neri con il bianco del muro. Adoravo il letto con le lenzuola nere e i cuscini bianchi.
Adoravo quei colori. Tanto odiati quanto amati.

Mi venne lo strano desiderio di viverci.

I miei pensieri che stavano prendendo una strana strada, vennero fortunatamente bloccati dall'entrata di Tayler ed Erik. Avevano una faccia preoccupata e talmente incazzata che mi facevano quasi paura.
"Come stai?" mi chiesero entrambi in coro.
"Bene, ma dove sono?'' mi guardai intorno ancora affascinata da quei colori.
"Sei nella mia stanza'' rispose Tayler cercando di apparire tranquillo.
Era davvero la stanza di Tayler?
Beh, chi altro avrebbe comprato dei mobili tutti neri se non Tayler?
Era strano come fossimo simili in certi punti.
''Che cazzo è successo?'' continuò Erik.
''Non lo so, stavo andando verso la stazione e mi sono ritrovata nella stessa situazione di merda di un mese fa. L'unica differenza è che c'era un fottutissimo scimmione che non prometteva niente di buono'' mi vennero i brividi solo pensando a quei momenti.
''Si quel coglione di Jonathan Reeve'' rispose secco Tayler. Strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
''Lo conosci?'' chiesi stupita staccando lo sguardo da quel gesto che mi dava un'impressione totalmente sbagliata.
''Si, non so come abbia potuto'' si morse il labbro inferiore mentre vidi i suoi occhi scurirsi secondo dopo secondo.
Ero affascinata da quegli occhi: di come potessero passare da quel marrone chiaro e dolce a un nero quasi spaventoso.
Erano belli.
''Amico, tranquillo, gli ho dato una lezione che non si scorderà tanto presto'' intervenne Erik mettendogli una mano sulla spalla.
Tayler accennò un sorriso che era totalmente forzato. A cosa stava pensando?

Mi accorsi solo in quel momento del labbro gonfio di Erik.
''Porcaputtana, Erik, stai bene?'' mi alzai di scatto.
''Ehi tranquilla, Emy, sto bene'' mi sorrise.
''Ragazzi, mi avete salvato. Non so come ringraziarvi'' gli occhi mi si riempirono di lacrime.
''Non devi ringraziarci. Ora riposati che domani ci aspetta una giornata pesante'' mi rispose Tayler dolcemente.
''Dormo qui?''.
''Si'' rispose sorridendo.
''Devo avvisare mia mamma però''.
''Ha già fatto Erik''.
"E ha accettato?" chiesi quasi sotto shock.
"Si, perché?" disse Tayler alzando le spalle.
"Perché mia madre non mi avrebbe mai lasciato" quasi urlai.
"Ahh" dissero insieme e io li guardai sempre più confusi.
"Quindi?" chiesi.
"Beh, Erik ha fatto una vocina da oca inculata, come dici tu e tua madre ha abboccato alla grande" ridacchiarono.
Scoppiai in una grandissima risata.
''Avete pensato a tutto eh''.
''Siamo ragazzi intelligenti noi'' si pavoneggiarono facendomi alzare gli occhi al cielo.

Poi Tayler fece una cosa che non avrei mai creduto possibile.
Mi prese il viso tra le mani e mi diede un delicato bacio sulla fronte.
Mille brividi mi attraversarono il corpo dalla testa ai piedi stampandomi un sorriso da ebete sul viso.
Appena se ne andarono, appoggiai la testa al cuscino che profumava di Tayler senza levarmi quel sorriso.
Mi aveva dato un bacio sulla fronte e mi ero sentita come in paradiso. Altro che farfalle nello stomaco, avevo una vera e propria infestazione.

***

Non riuscivo a dormire, ripensavo alle mani di quel bestione su di me. Ancora mi veniva da vomitare. Potevo ancora sentire il suo odore di alcool e canna.

Tayler molto probabilmente era andato a dormire in un altra stanza e non sapevo se esserne felice o meno.

Riuscii a riaddormentarmi dopo un'eternità, ma un incubo mi fece risvegliare con la fronte sudata mentre le mie urla riempivano la stanza.

Sentii la porta sbattere contro il muro.
''Ehi piccola, ci sono io qui, non ti succederà nulla'' disse con voce dolce.
Tayler.
Sorrisi. Era venuto lì per me: era preoccupato.
Si tolse i vestiti, rimanendo solo in boxer, e si infilò nel letto matrimoniale. Mise il braccio intorno alla mia vita e io automaticamente appoggia la mia gamba sulle sue, la testa sul suo petto e mi addormentai mentre mi cullava e mi accarezzava i capelli.

Non credo di aver mai dormito meglio prima di allora.

***

Al mattino mi svegliai con il ''merda'' di Tayler. Mi alzai di scatto e vidi tutto il caffè a terra. Iniziai a ridere a crepapelle.
''Visto? Io voglio fare una cosa carina e combino guai, faccio schifo'' si batté una mano sulla fronte.
Non riuscivo a smettere di ridere.
''Eddai, non ridere'' disse mettendo un piccolo broncio.
Si avvicinò al letto, si sedette e mi chiese con la voce roca ''come stai?''.
Mi guardava negli occhi e mi scopriva, ogni secondo che passava, delle poche sicurezze che mi rimanevano. I suoi occhi erano neri come la pece.
''Meglio'' sorrisi.
''Sei sicura di voler tornare a scuola?'' mi chiese preoccupato
Annuii.
''Allora andiamo, mia coraggiosa principessa'' sorrise mentre i suoi occhi si schiarivano.
Era una cosa normale quella? Come diavolo faceva?
Sorrisi a quelle sue parole dolci.
Principessa.
Nessuno mi aveva mai chiamato così, nemmeno mio padre o il compagno di mia madre.
''Si ma prima pretendo un caffè, a meno che tu non voglia far bere una ragazza per bene come me da terra''.
''Non sia mai'' disse alzando le mani al cielo e si mise a ridere.

***

''Aspetta, non ho vestiti puliti'' dissi dopo aver mangiato come una maiala e essermi presa tutti gli insulti possibili da Tayler.
"Sembri una botte senza fine? Mi spieghi come fai ad essere così magra se mangi come quattro maiali?" mi diceva. Un gentiluomo proprio. Ma aveva ragione: mangiavo troppo.
'Tieniti i jeans di ieri e ti do una maglia mia'' alzò le spalle.
''Grazie'' dissi timidamente guardando per terra.
''E di che?'' disse mettendomi due dita sotto il mento e alzandomi il viso.
''Del trattamento adorabile di ieri, dei vestiti... Insomma, di tutto''.
Sorrise, amavo quando mi rispondeva con quel sorriso adorabile.
"Aspetta" mi dissi tra me e me "una sua maglietta? Sto per mettermi una maglietta di Tayler Walker? Dio, che sta succedendo alla mia vita?".

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoWhere stories live. Discover now