Capitolo 60

9.4K 408 0
                                    

''Cazzo, mi sento in colpa'' mi buttai sul divano tipo sacco di patate.
''Non è colpa tua'' si mise al mio fianco.
''Invece si, aveva di sicuro bisogno di parlare con qualcuno e io non c'ero''
''Shh, tranquilla'' mi abbracciò e mi accoccolai a lui.
"Mangiamo la pizza, dai" mi disse dolcemente mentre mi accarezzava i capelli.
Mi staccai a malavoglia e lui andò a prendere le pizze.
''Tayler, non ce la faccio. Sapere che lui è al piano di sopra, distrutto, o addirittura in lacrime, mi fa chiudere lo stomaco'' dissi mentre si accomodava al mio fianco.
''Dai, piccola''
''Devo andare da lui'' dissi cercando di alzarmi ma il braccio di Tayler proteso davanti a me, me lo impedì.
''Emily, fermati. Ha bisogno di stare da solo, lo conosco. Domani ne parleremo'' disse prendendomi i fianchi e facendomi sprofondare nel morbido divano di pelle nera.
''Okay, ma rinuncio alla pizza" dissi categorica.
Sbuffò rumorosamente.
''Coca?'' azzardò.
''Nemmeno, una birra sarebbe meglio''
Si allungò un poco per prenderla e me la passò.
"A lei, madame'' mi fece l'occhiolino.
''Cambierai idea dopo che inizierò a bere come un camionista''
''Rimarrai comunque la mia principessa''
Iniziai a bere in silenzio.
Il mio cervello iniziò a farmi rivedere come un film tutto quello che era successo facendomi dividere tra il dolore e la felicità per essermi ripresa Tayler. Ma, come sempre era successo, il primo vinse, facendomi cadere in un profondo buco nero.

***

Tredici o quattordici bottiglie erano schierate sul tavolo. E no, non le aveva bevute tutte Tayler, ma io.
Il fatto è che lui era abituato alla birra, non gli faceva nulla, io no. Quindi si, ero decisamente ubriaca.
''Tayler'' risi ''Stavo pensando a quanto fosse bello avere un orso gigante''
''Te lo regalerò, piccola''
''Uhh, davvero?'' battei le mani come una bambina davanti al gelato.
''Certo'' ridacchiò ''Hai bevuto tanto eh''
''Nah''
''Sei ubriaca''
''Eddai non è vero'' feci ancora la bambina.
''Andiamo a nanna, principessa?''
''Si, mi rimbocchi le coperte?'' tirai fuori il labbro inferiore.
''Si, bimba'' scosse la testa diverto.
Mi prese in braccio e io iniziai a ridere come una scolaretta.

Quando arrivammo in camera, mi buttò sul letto e si mise sopra di me. Mentre si reggeva sui gomiti per non schiacciarmi, mi baciava dolcemente.
''Mh, mi sei mancata" disse contro le mie labbra tra un bacio e l'altro. "Così come mi è mancato il tuo sorriso e la tua risata. E dio, il tuo corpo perfetto. Ho bisogno di te, piccola'' disse con voce roca.
''Sono tutta tua'' ridacchiai sotto l'effetto della birra.
«Cosa? Hai bevuto troppo. Svegliati, dicendo "sono tutta tua" è come dire "scopami".»
Si, avevo bevuto dannatamente tanto.

Pov. Tayler
«Cosa? Non dirmi che vuoi farlo. Dio, seriamente pensi che possa scoparla quando è così ubriaca? Una volta l'avresti fatto. Lei è diversa, la amo davvero come non ho mai amato nessuno. Le altre erano solo uno sfogo, un divertimento. Con lei è diverso, okay? Okay, calmo»
''Che vorresti fare?'' la stuzzicai.
''Non lo so'' ridacchiò "Quello che vuoi tu''
''Oh, piccola, vorrei tanto baciarti fino a domani mattina, che ne dici?''
''Uhh, sii''
Baciai quelle labbra morbide, quelle labbra che tanto mi erano mancate. Labbra che avevano su di me lo stesso effetto di un orgasmo.
''Andiamo sotto le coperte?'' le accarezzai la guancia.
Annuì: era troppo stanca anche per rispondere.
Spostai le coperte e gliele misi sul corpo. Mi posizionai di fianco a lei e ricominciai a darle piccoli baci a stampo. Vedevo che le venivano i brividi e, sapere l'effetto che le facevo, mi rendeva felice.
Mi aveva cambiato. Per la prima volta sapevo chi mi sarei ritrovato la mattina dopo nel letto.
Dio, non avrei mai pensato di ritrovarmi in quella situazione. Amare una ragazza più della mia stessa vita e non volerci fare sesso.
Vi rendete conto? Era da quasi un mese che non scopavo, da suicidio, ma ero felice.
Quanto mi era mancata, diamine. Non respiravo più, non dormivo più, mangiavo a forza. Non riuscivo più a vivere.
Ma poi era tornata, proprio come quando era venuta da me, con un uragano dentro il suo cervello e una tempesta dentro al suo cuore.
E io l'amavo ancora. Forse come prima, forse di più, certamente non di meno.
La odiavo anche, perché se n'era andata. E odiavo me perché avevo causato io tutta quella merda.

Ma il messaggio che mi era arrivato quel giorno, mi aveva fatto capire di aver fatto un errore che non avrei mai potuto risolvere.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora