Capitolo 98

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Tayler mi guarava con rabbia. L'ultima volta che lo avevo visto così incazzato era durante la rissa a scuola con Johnatan. Era proprio la rabbia che lo impossessava quando lo vedeva.
Dire che era fuori di sé è un eufemismo.
''Quello che hai sentito e, diamine, smettila di urlare'' sussurrai guardandomi intorno.
''Dovrei stare calmo? Stai tirando fuori me dalla prigione, ma così tu ci stai andando di tua spontanea volontà'' lo disse come se già non lo avessi saputo.
''Cosa credi? Eh? Che io non veda l'ora di ritornare in quella casa? Che sia felice? Beh, no, okay?'' mi veniva da piangere.
Forse per quello che avevo fatto, o forse per il bellissimo ringraziamento di Tayler.
''E perché cazzo l'hai fatto?'' sbraitò.
''Per te, merda. Per te. Sto tornando in quella casa solo per te. E tu dovresti sapere benissimo che ho passato anni orribili lì dentro, quindi smettila di sgridarmi come se fossi una bambina'' urlai mentre sentivo gli occhi minacciare le lacrime.
''E lo sei. Perché una ragazza adulta e intelligente non avrebbe mai fatto una cazzata simile''
''E allora perché diavolo stai con una bambina?''
Stava per rispondere ma io lo bloccai con uno spintone.
''Il fatto è che sei un pezzo di idiota. Che diavolo potevo fare? Eh? Ero rimasta da sola con le mie paure e insicurezze a risolvere questo problema. Le ho provate tutte, tutte cazzo. E tu? Manco un fottutissimo grazie'' scoppiai a piangere.
''Non è colpa mia se hai dei genitori psicopatici'' alzò le braccia in aria.
Dovevo essere io quella esasperata, non lui.
'"Dato che lo sai, potevi evitare quel pugno. Allora? Chi ha fatto la cazzata più grande? Tu o io?"
''Volevo solo difenderti'' indicò un punto imprecisato alla sua sinistra.
''Ascolta. La bambina stupida e immatura, se ne va nella casa in cui viene solo insultata e picchiata dal giorno alla notte. Grazie'' sorrisi in modo quasi sinistro.
Mi prese il braccio facendomi girare verso di lui. Mi guardò semplicemente negli occhi. Io non riuscivo a decifrare i suoi, ed era una cosa che mi faceva alquanto paura.
''Non volevo dire questo'' sussurrò scuotendo la testa.
Era il massimo che sapeva dire?
''Ma l'hai fatto'' tolsi il braccio dalla sua presa con rabbia e mi incamminai a passo veloce.

Quando sapevo di essere lontana dalla sua vista, iniziai a correre per poi buttarmi su una panchina isolata a piangere.
Bestemmiai. Bestemmiai e bestemmiai. Era l'unica cosa che mi usciva in quel momento.

***

Scesa dalla metro, venni colpita da un brivido che mi lasciò pietrificata.
Oh, no, nessuna bella sorpresa. Ma l'incubo peggiore di tutti.

Alex Wilson.

Chi era?
Semplice, la cosa più bella che avessi mai visto prima di Tayler.
Era di una bellezza mozzafiato.
Capelli di un bruno talmente scuro che sembrava nero, due occhi verdi da rimanerci secca, fisico schifosamente scolpito e sorriso da sciupafemmine.
Insomma, il mio sogno erotico migliore fino all'eta di quindici anni.
Come lo conoscessi?
Alex era il figlio dei migliori amici dei miei. Avevo passato anni con quel bastardo di prima categoria.
Se mi ha mai cagata?
Oh si, solo che non era il mio tipo. Okay, lo ammetto, lo adoravo. Mi facevo dei film mentali assurdi. Però, quando avevo quattordici anni, il bastardo cercò di entrarmi nelle mutande, tanto per dirlo delicatamente. Ma, dato che avevo un disagio molto grande, la mia ammirazione durò fino ad un anno dopo, poco prima di incontrare Tayler.
Che è successo dopo che ha provato a portarmi a letto?
Ha rischiato di perdere un testicolo. Ero cotta, mica stupida.
Perché sto parlando così?
Perché, porcaputtana, avevo Alex Wilson davanti agli occhi che mi sorrideva. Erano passati due anni e, l'ultima volta che lo avevo visto, si stava tenendo i coglioni mentre gemeva di dolore.
Perché era lì?
Non ne avevo la più pallida idea.

''Emily Evans'' sorrise sornione ''Sei più bella di quello che mi ricordassi''
''Che diavolo ci fa qui, Alex?'' chiesi fredda.
Era grazie a lui che avevo smesso di illudermi dalle belle parole. Diceva sempre quelle cose e solo per portarmi a letto. Lo schifo più totale.
''Bambola, calmati, semplicemente mi mancavi''
Vi ricordate quando dicevo che odiavo il sorrisetto spavaldo di Tayler? Ecco il suo era peggiore.
"Alex, ti conosco, tu non fai nulla senza un secondo fine. Sputa il rospo" dissi cattiva.
"Te l'ho detto, mi mancavi" mi fece l'occhiolino.
"Non mi provocare, Wilson, o ti rovino quel bel faccino che ti ritrovi" ringhiai.
"Vedo che quel tuo bel caratterino che avevi due anni fa è decisamente migliorato"
"Per te dovrebbe essere peggiorato dato che sto per tirarti un pugno che non ti scorderai tanto facilmente"
"Che succede? Brutta giornata, gattino?" disse sottolineando il nomignolo odioso.
''Ascoltami bene, faccia di merda, non so perché sei qui, ma devi starmi alla larga. Chiaro?'' gli misi il dito indice sul petto con rabbia.
''Sapevo che non vedessi l'ora di toccarmi''
Gli tirai uno schiffo che credo ancora si ricordi. Io di certo non dimentico le cinque dita stampate sulla sua guancia sinistra.
"Che peccato che non ti abbiano divuto asportare un testicolo, ma farò in modo che questa volta facciano due in uno'' ringhiai fuori di me.

Penserete che quello sfogo era stato causato semplicemente dalla giornataccia che avevo passato ma no, a quel figlio di puttana lo avrei perso comunque a schiaffi e a parole.

***

Sbattei la porta di casa e salii le scale finché non sentii mia madre chiamarmi.
''Ti sembra il modo di entrare in casa, questo?''
Respirai profondamente prima di girarmi.
''Beh, si, dato che avete mandato Alex Wilson da me. Dovete andare a farvi curare'' urlai per poi correre in camera.

Lo odiavo.
Odiavo Alex Wilson - e lo odio tutt'ora.
Ma si, lo ammetto, era figo. Era schifosamente un bel ragazzo.

Il problema principale era un altro: Tayler. Incazzato con me come non mai ma, almeno, fuori dalla prigione.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

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