Capitolo 63

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''Con chi parlavi?'' spuntò Tayler dalla cucina.
''Mike'' risposi semplicemente.
''Eh!?'' esclamò sconvolto.
''Non dirmi che sei incazzato'' borbottai.
''No'' rispose secco.
''Ma dio, è un mio amico e basta'' alzai agli occhi al cielo. Era troppo geloso.
''Non me ne fotte un cazzo, okay?'' alzò il volume della voce.
''Ah, quindi io devo rinunciare ai miei amici, ma tu puoi stare con le tue amichette zoccole di sto cazzo? Ma fottiti, Tayler'' sbottai girandomi.
''Beh, almeno non parlo con loro davanti a te'' ghignò.
''Cristo, ancora peggio'' sbraitai.
Era un circolo vizioso, e io non ce la facevo più. Litigavamo sempre e poi facevamo pace. Diamine, non avevamo cinque anni: non bastava un mignolo per fare pace. E lui sapeva come feririmi, sapeva perfettamente dove andare a parare.
''È un idiota, cazzo. E si vede che ti viene dietro come un morto di figa''
''Che cazzo stai dicendo? Dai, siamo solo amici''
''Siamo solo amici" scimmiottò la mia voce "Che grande cagata'' sbottò.
''Seriamente pensi che io sia interessata a lui? Quanto sei coglione cazzo'' scossi la testa.
''Eddai, quelle tecniche le usavo anche io con le ragazze. E abboccavano sempre. So che cosa vuole fare''
''E cosa?'' lo sfidai.
''Entrarti nelle mutande. Detto più direttamente, scoparti'' ringhiò a pochi centimetri dal mio viso.
''Ma ti prego, sei patetico. E poi che tecniche? Dio, non è come te"
''Come me?'' alzò un sopracciglio.
''Si, un puttaniere. Quello che sei stato e che sarai sempre'' ringhiai cattiva.
''E con te cosa sto facendo? Il puttaniere o il ragazzo innamorato? Cosa sto facendo, Emily?'' urlò.
L'avevo veramente ferito. E non per il "sei un puttaniere" ma perché gli ho detto che lo stava facendo anche con me, quando so anche io che non era così. Mi sentivo una merda.
Scossi la testa e ancora un'altra volta capì male. Tirò un pugno contro il muro bestemmiando.
''Che cazzo fai?'' urlai.
''Non ci credo che pensi davvero che stia aspettando solo il momento di scoparti, che stia solo fingendo. Cazzo'' urlò tirando un'altro pugno.
Dalle nocche della mano destra usciva un po' di sangue.
''Tayler, fermati'' urlai ''So che non è così" feci un respiro profondo "So che, forse per la prima volta, sei davvero innamorato. E dio, anche io ti amo. Sono una cogliona, non volevo dirlo sul serio, ero incazzata''
''Vai a fanculo, Emily'' urlò.
''Dio, ti ho chiesto scusa''
Non ci potevo credere, avevamo appena fatto pace e già stavamo litigando. Era un fottuto circolo vizioso da cui non ne saremmo usciti mai.
''Okay'' sospirò.
''No, non è un cazzo okay. Abbiamo appena fatto pace e già stiamo litigando, è tutto una grande cagata''
''Cosa è una grande cagata? La nostra storia?'' mi provocò.
Sapeva che uscivo di testa davanti a una provocazione e lui lo faceva apposta.
''Smettila, Tayler''
''Smettila cosa? Smettere di dire quello che vorresti dire tu?''
''Non sai cosa cazzo voglio dire ora'' abbassai il volume.
''Oh si, che dobbiamo chiuderla qui'' ringhiò.
I suoi occhi erano neri, neri come poche volte gli avevo visto. E non era solo rabbia, non era mai stata solo rabbia. Quegli occhi neri hanno sempre nascosto troppe emozioni: rabbia, passione, odio, amore. Perché era questo Tayler: un miscuglio di emozioni incomprensibili che nascondeva dietro quella sfumatura nera.
''Ti sbagli'' dissi apatica.
''E cosa vorresti dirmi?''
''Che ti amo, che voglio che tu mi baci e mi coccoli come solo tu sai fare. Che sei un coglione, che non sopporto questo continuo litigare, ma che ti amo comunque. Perché ho bisogno di te, Tayler. Ho talmente bisogno di te che mi fai paura. Lo sapevi o no?'' mi si riempiono gli occhi di lacrime.
''Piccola'' fece un passo verso di me.
''Piccola un cazzo'' indietreggiai ''Ti sei messo in testa tante di quelle cazzate che mi fanno andare in bestia'' urlai esausta.
Volevo levargliele dalla testa. Quel "si stuferá di me", o quel "ama qualcun altro", o tutte altre cazzate che pensava. Perché uno, dovevo essere io quella che doveva avere dubbi e due, perché non erano vere.
''Non sai che vuol dire amare per la prima volta una persona. È una sensazione sconosciuta. Tu sai come vanno le cose, insomma sei già stata innamorata'' potrei anche dire che fosse in difficoltà.
''Oh, si che lo so'' lo guardai negli occhi.
Stavo per dirgli il Grande Segreto.
''Che significa?'' mi guardò confuso e spaventato. Aveva capito: ne voleva solo la conferma.
''Che non sono stata mai innamorata'' la buttai lì.
''Non ci credo'' rise mentre io ero serissima.
''Sei il primo, il primo amore, il primo ragazzo di cui mi sono innamorata, sei colui che mi ha rubato il primo bacio. Ora ci credi?'' non volevo, ma la mia voce era piena di amarezza e non ne so nemmeno il motivo.
''Che cosa?'' fece un passo indietro a occhi sbarrati.
Annuii seria.
''Oh merda. Quindi il tuo primo amore è un figlio di puttana? Dio, che cazzo ho fatto?''
Si prese i capelli fra le mani e li tirò con forza. Fece molti passi indietro mente mi guardava ancora a occhi sbarrati.
''Ehi no'' lo raggiunsi - con una corsettina alquanto imbarazzante - e gli presi il viso tra le mani come faceva sempre lui ''Mi hai resa felice, mi hai fatto sorridere dopo anni di nero più più totale, mi hai fatto capire che l'amore esiste davvero, mi fai fatto capire che anche il ragazzo più odioso può essere il migliore del mondo, mi hai fatto capire che quelle cagate del mesiversario o dell'anniversario sono davvero delle cazzate colossali, mi hai fatto capire che non servono regali o altre merde per far vedere l'amore che si prova per una persona, mi hai fatto capire che l'amore esiste anche nella realtà e non solo nei libri che leggevo da piccola, mi hai fatto capire che si può davvero amare una persona con ogni particella del tuo corpo. Ti amo, Tayler. E si, siamo entrambi nello stesso casino, negli stessi interrogatori, ma ce la faremo, te lo prometto''
Aveva le lacrime agli occhi e io glieli baciai entrambi sentendo il sapore salato.
''Oh, fanculo, ti amo''
Mi prese in braccio e io allacciai le gambe intorno la sua vita continuando a baciarlo. Quando lo baciavo, ogni volta, sentivo una sensazione strana, di benessere, di felicità. E non volevo smettere di sentire questa sensazione, era come ossigeno per me.

Rimanemmo sul divano abbracciati a lungo. Esageratamente a lungo.
Le sue braccia forti mi tenevano caldo facendomi sentire a casa, protetta e amata.
Il mio Tayler.
Anche io avevo trovato il mio principe, il mio eroe, proprio come le principesse dei miei libri che leggevo da piccola.
Forse era il principe più oscuro, più incasinato, più dannato, ma lo amavo. Amavo quel ragazzo, con ogni fottutissima particella del mio corpo.
E questo nemmeno ora è cambiato, monostante le cose siano andate un po' diversamente dalle aspettative.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora