Capitolo 90

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Non mangiai a cena e nemmeno la colazione e il pranzo del giorno dopo: non volevo vederli per nessuna ragione però a cena la fame mi stava disintegrando lo stomaco.
Uscii dalla camera e andai lentamente verso la cucina. Peccato che dovessi attraversare la sala prima e, seduti comodamnete sul divano, c'erano quei due.
Attraversai senza degnarli di uno sguardo ma con la testa alta. Insomma, il mio orgoglio non poteva vacillare.
''Emily Evans'' mi fermò mia madre.
''Si, Miriam Evans?'' la guardai con aria di sfida.
''Ti proibiamo di vedere o sentire Tayler''
Scoppiai a ridere guadagnandomi un'occhiataccia da entrambi.
''E come?'' chiesi una volta che mi fui ripresa.
''Intanto mi dai il telefono, il computer e il tablet nonostante sia di scuola. E poi non uscirai fino alla fine della scuola'' sorrise orgogliosa.
Le era sfuggito un piccolo dettaglio: Tayler e Erik potevo vederli a scuola e con Crystal potevo parlarci col telefono di uno dei due sempre a scuola.
Avrebbe fatto schifo eh, ma meglio di niente.
''Fregata'' sussurrai con un sorrisetto soddisfatto.
''Cosa?'' chiese mia madre.
''Nulla, te li do dopo aver mangiato'' e me ne andai chiudendo la porta.

Fissai il microonde dove avevo messo la pasta a riscaldare. Nonostante avesse emmesso quel suono assordante da un pezzo, io continuavo a fissare il vetro.
Come diavolo avrei fatto senza telefono e senza poter sentire le tre persone più importanti della mia vita quando volevo?
«Beh, sempre se fate pace. Non portare sfiga, tu.»
''Fanculo'' sussurrai e aprii con troppa forza il microonde ''Fanculo a tutti e soprattutto a te pasta di merda. Mi stai fottutamente ustionando le dita'' sussurrai di nuovo appoggiando ancora con troppa enfasi il piatto bollente sul tavolo.
Avevo bisogno di distruggere qualcosa.

***

Quella mattina mi svegliai senza la sveglia del mio amato telefono, ma diciamo che le urla di mia mamma furono più efficaci.
Stavo facendo un sogno divino e quella stronza di mia madre me lo aveva bloccato sul più bello. Bestemmiai e mi coprii la testa con il cuscino.
''Emily Evans, muoviti'' sentii la porta sbattere contro il muro.
Che fosse assatanata? Probabile, ma ormai avevo smesso pure di chiedermelo.
''Mamma, potresti evitare di urlare ogni dannatissima mattina?'' chiesi spostando le calde coperte dal mio corpo.
''E quella?'' indico la felpa di Tayler che mi arrivava a metà coscia.
''L'ho comprata in un negozio'' risposi senza battere ciglio.
''E perchè così grande?'' mi guardò dubbiosa, ma non potevo mica dirle che era di Tayler come le altre due che gli avevo preso in prestito ma chr non gli avrei mai restituito.
''Perchè mi piaceva, mamma'' sbottai e me ne andai in bagno.
Odiavo quella donna. Odiavo lei e le sue domande da impicciona.

''Emily, buongiorno'' mi salutò Erik una volta arrivata a scuola.
Gli lanciai un'occhiataccia.
''Uh, giornata iniziata male?'' corrucciò la fronte.
''Peggio. Mi hanno preso il telefono e tutto ciò che rappresenta la mia salvezza da no telefono. Non so se Tayler ha intenzione di rivolgermi la parola. Ho bisogno di parlare con la mia migliore amica ma non posso. Odio i miei e odio tutto ciò che mi circonda. Dio, continuano a chiamarmi con nome e cognome come se fossi un'estranea e solo perchè sono stata da Tayelr questi giorni. Ti rendi conto che oggi il controllore mi ha fatto la multa sul treno? Mi sono dimenticata di rinnovare l'abbonamento questo mese. Insomma, ero immersa nei miei pensieri, con la musica a palla, e non mi sono accorta che stava arrivando. E, porcaputtana, mi ha fatto la multa. Ho dovuto tirare fuori l'MP3. Ti rendi conto? Quello strano aggeggio che usavamo per ascoltare musica. Quindi mi dici come diavolo può finire sta giornata se è iniziata con le urla di mia madre e quel figlio di puttana del controllore? Ah, come dimenticare che me la sono dovuta fare a piedi perchè ho perso il pullman e non potevo nemmeno chiamarvi. Come se non bastasse, nelle vicinanze non c'è nemmeno una merda di cabina, cazzo. E si, è una fottutissima giornata di merda" sbottai esasperata.
Non mi ero resa conto che stessi urlando, infatti tutti ci stavano fissando. Ma Erik ormai era abituato alle occhiate, e non per la sua popolarità, bensì per l'amica psicopatica con cui aveva a che fare sempre.
''Beh, piccola, inizia a levare un problema da quella lista infinita e orribile. Perchè io ti amo'' sentii sussurrare al mio orecchio.
Mi girai gli saltai al collo baciandolo con foga.
''Mi dispiace'' sussurrai.
''È colpa mia, non dovevo mandarti a fanculo'' mi prese in braccio e io agganciai le gambe alla sua vita.
''Me lo meritavo. E poi non è nulla di che, soprattutto se i miei stessi genitori mi chiamano puttana'' dissi mentre poggiavo i piedi a terra.
''Come ti hanno chiamato?" chiesero insieme a occhi sbarrati.
''Puttana e tutti i suoi sinonimi, solo perchè sono stata con Tayler e non da Chloe come li avevo detto. "Solo dio sa che avete fatto, ci manca solo che tu rimanga incinta. Pure una figlia puttana''. Testuali parole, carissimi. Okay, io li ho fatti impazzire dicendo che abbiamo scopato e che ho dovuto prendere la pillola perchè rischiavo di rimanere incinta. Ma sai che amo far uscire di senno le persone''
''Che li hai detto?'' chie Erik ridendo.
''Mi avevano fatto girare le palle, non è colpa mia'' risi.
''Comunque non si devono permettere di chiamarti puttana. Perchè non abbiamo fatto nulla, ma soprattutto perchè sei la prima ragazza che resiste a certi gesti che faccio'' disse Tayler con una nota di arrabbiatura.
''Beh, quasi'' lo guardai riferendomi ai preliminari vari.
Si, stavamo parlando di quelle cose davanti a un Erik che cercava di trattenere le risate.
''Si, ma non vuol dire scopare''
Feci un cenno di consenso con la testa e ci dirigemmo verso la classe.

Quando vidi il prof di storia - Welch - al posto di quello di chimica, rimasi pietrificata. Mi sentii svenire e le gambe iniziarono a tremare.
Non poteva essere vero.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoWhere stories live. Discover now