Capitolo 100

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''Emily Evans...'' iniziò mia madre.
''Ascoltate, se avete intenzione di chiamarmi col mio nome per intero a vita, fate pure. Ma evitate di mandare qui Alex o qualunque altro ragazzo, okay? Io voglio Tayler, solo Tayler. E, se non posso stare con lui per colpa vostra, vuol dire che non starò con nessuno che voi vogliate'' dissi con calma.
''Ma Alex è un bravo ragazzo ed è anche molto carino, è dolce e gentile, è rispettoso ed educato. E, soprattutto, ti vuole bene. Tutte qualità che Tayler non avrà mai'' replicò mia madre anche lei calma, nonostante le parole piene di veleno.
Non mi facevano male le sue parole, sapevo che erano dettate solo dalla sua cattiveria e che non erano vere.
''Perché sei così cattiva? Perché devi sempre fare così? Perché devi sempre rovinare la mia felicità?'' chiesi con voce roca.
Aveva sempre fatto così, mi aveva sempre negato anche un minimo di felicità e la odiavo, la odiavo con tutto il mio corpo.
''Non è quello che vuole fare tua madre'' intervenne Robert.
''Invece si. E tu? Tu eri quello del "importante che tu sia felice". Ora mi hai reso la persona più triste del mondo, e solo per un pugno'' la mia calma era troppa, sembrava più apatia.
Respirai chiudendo gli occhi.
''Dovreste vergognarvi entrambi'' finii il mio discorso e me ne andai in camera lasciandoli pietrificati in sala.

Mi buttai sul letto e scoppiai a piangere.
Stava andando tutto male, tutto dannatamente e schifosamente male.

Chiamai Mike, il quale non avevo né visto né sentito dall'inizio delle vacanze di Natale, dato che era partito per l'estero con i suoi.
Intenet? Figuriamoci.
Messaggi normali? Peggio che peggio, un euro e dieci a messaggio.

''Mike'' sorrisi dopo aver sentito la sua voce, anche se non poteva vedermi.
''Ehi, Emily, come stai?'' sembrava felice di sentirmi.
''Bene, tu?'' dissi dopo aver esitato un po'.
Si, non volevo dirgli nulla, almeno non in quel momento.
''Bene, grazie''
''Le vacanze come sono andate?''
''Benissimo, anche se mi sei un po' mancata''
''Anche tu, davvero. Domani ci sei a scuola?''
''Si, certo''
''Oh, menomale. Allora io vado, ci vediamo domani''
''A domani, Emy''

Era bello parlare con lui. Era sempre così tranquillo e pacato, mi trasmetteva calma. Peggio di quattro camomille, anche se odiavo quella merda di liquido calmante, per me esisteva solo il caffè.
Non per altro ero un'iperattiva senza speranza.

Mi appallottolai diventando un tutt'uno con la coperta.
Le lacrime iniziavano a farmi bruciare gli occhi, le mani iniziarono a tremare e il freddo iniziò a penetrare in ogni singola cellula del mio corpo.
Tutto quello sapeva molto di solitudine, e faceva male.

''Tayler'' sussurrai abbracciando il cuscino.
Mi mancava, mi mancava tantissimo.
Ero stata così bene con lui, a casa sua.
Era così bello dormire tra le sue braccia, circondata dal suo profumo.
Era così bello essere baciata da lui. Era dolce e passionale, gentile ma brutale, degli accoppiamenti che mi facevano uscire di testa.
Era così bello farmi prendere il viso o i fianchi tra le mani.
Era così bello essere abbracciata da lui e sentirmi al sicuro da tutti.
Era così bello giocare con i suoi capelli o disegnare cerchi invisibili sul suo petto.
Era così bello vederlo bere il caffè, con i capelli arruffati e il viso un po' stropicciato dal sonno.
Era così bello vederlo nei gesti quotidiani.
Era così bello vederlo sorridere o ridere.
Era così bello stare sul divano a guardare film demenziali con lui.
Era così bello stare a guardare gli occhi uno dell'altro.
Era così bello condividere anche il bicchiere dell'acqua a tavola.
Ogni minima cosa con lui era speciale e bellissima.
Era semplicemente bello stare con lui. Perchè eravamo noi due, e quello bastava.

Avevo perso la mia metà e mi sembrava di morire. Perché lui era la mia metà, era colui che completava il vuoto che avevo nel cuore.
E io mi sentivo un'anima persa alla ricerca della sua metà. Ma mi sembrava di vagare nel buio, senza una direzione, senza vedere nulla. Era come ritrovarsi in un incubo e io volevo solo aprire gli occhi e tornare dal mio Tayler.
Lo so, non era possibile perché era la vita reale e perché lo avevo perso davvero.
Lo avevo perso per una conseguenza di cose: tutto era iniziato col casino che avevo combinato con i miei per farlo uscire e poi con Alex che si era fatto vedere nel posto e nel momento sbagliato.
E quindi si: la mia vita stava capitolando e io continuavo a brancolare nel buio.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoWhere stories live. Discover now