Capitolo 61

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Aprii gli occhi per colpa della luce che filtrava dalle persiane e che mi dava fastidio.
''La mia testa'' gemetti di dolore.
Sembrava che stesse per scoppiare. Quanto diavolo avevo bevuto?
''Mhh'' Tayler si stava svegliando.
Mi girai verso di lui e lo guardai attentamente.
Non mi era mai successo di guardarlo dormire: di solito era lui quello che si svegliava prima e che mi fissava in modo inquietante.
I capelli bruni erano scompigliati, la fronte corrugata formava una piccola V tra le sopracciglia, e sembrava un gattino indifeso.
<<Un che? Sei seria? Giuro, era tenero.>>
Allungò un braccio e me lo mise intorno alla vita avvicinandomi a sé. Sghignazzai e mi accucciai tra le sue braccia.
La sua erezione mattutina faceva pressione sul mio inguine causandomi uno strano formicolio che mi fece respirare pesantemente.
''Mh, so che ti piace'' sorrise ancora con gli occhi chiusi.
''Sei un maiale'' risposi passando un dito sulla sua guancia.
''Perché?'' aprì gli occhi.
''Mi hai chiesto se mi piacesse quello'' dissi con una voce stridula e calcando il "quello".
''Ma no, io intendevo il fatto di svegliarti al mattino tra le mie braccia'' rise.
''Ah, oh, ops'' divenni rossa.
''Quindi ti piace?'' non sapevo a cosa si riferisse, ma il suo sorrisetto malizioso mi diceva fin troppo.
''No''
Alzò un sopracciglio come per sfidarmi.
"Oh, fanculo, si" sbuffai.
''Ti piace, quindi'' ridacchiò.
''La smetti di ripeterlo?'' sbuffai ancora.
''Oh, certo, piccola'' disse sdraiandosi sopra di me con una mossa veloce. Spinse i fianchi verso di me più volte facendomi trattenere un gemito.
''Fallo ancora una volta e ti castro" sbottai preoccupata per una mia possibile reazione imbarazzante.
Rise e mi baciò muovendo ancora i fianchi. Stava simulando qualcosa che non doveva simulare, e mi stava facendo impazzire.
''Ti odio'' respirai profondamente.
''E io ti amo, come la mettiamo?''
''La mettiamo che ti amo anche io e fine della storia''
Sorrise: ''Ci alziamo?''
''Dobbiamo proprio?'' borbottai.
''Erik, ricordi?''
''Ah, muoviti'' mi alzai di colpo. Mi ero totalmente scordata di lui.
''Comunque oggi non andiamo a scuola, non ho voglia''
Lo guardai male e lui fece spallucce.
Lui e la scuola erano due mondi lontani.

Tayler si alzò in tutta la sua bellezza: era a torso nudo. Anzi, era totalmente nudo se non i suoi boxer neri.
"Porcaputtana" sussurrai a occhi sbarrati.
Era dannatamente bello.
''Emily, stai bene?''
Tossicchiai per levarmi dalla faccia quell'espressione da pesce lesso.
''Uh, si certo. Andiamo?''
Annuii sorridendo e scendemmo.

Erik era seduto in cucina e aveva lo sguardo perso come poche volte gli avevo visto.
''Erik'' dissi quasi sussurrando.
''Ragazzi'' forzò un sorriso.
''Come stai, amico?''
Scosse la testa evitando la domanda.
"Voi?"
''Bene, lei è ancora un po' brilla da ieri, ma bene'' rispose Tayler anche per me.
Erik mi guardò divertito, come per dirmi "sei sempre la stessa", e io gli feci l'occhiolino.
Rise e si sedettero entrambi, io invece mi misi sulle gambe di Tayler.
''Che è successo, Erik?'' chiesi a bassa voce.
''I miei si stanno separando'' sbottò senza pensarci su due volte. C'era amarezza nella sua voce.
''Oh, mi dispiace tanto'' dissi davvero dispiaciuta.
''Merda'' sussurrò Tayler nello stesso momento.
Nonostante non avesse detto il motivo, io lo sapevo e anche Tayler probabilmente. Suo padre, quando lui era più piccolo, era un alcolizzato. Tornava a casa sempre ubriaco e picchiava sia lui che la madre. Questa non ha mai potuto fare nulla. Una donna con un bambino piccolo e senza lavoro, non poteva sopravvivere, e quindi lo perdonò dopo i lunghi mesi di riabilitazione alcologica. Ma, a quanto pare, non l'aveva mai perdonato davvero dato che voleva divorziare.
''Vabbeh, passerà'' fece spallucce e abbassò lo sguardo.
''Perché non ce ne hai parlato subito?'' lo rimproverai dolcemente.
''Perché avevate già abbastanza problemi tra di voi, non volevo aggiungermi io''
''Erik, sei il nostro migliore amico. Non devi pensarlo nemmeno per scherzo. Ci interessa tutto di te'' disse Tayler guardandolo negli occhi ''Ti vogliamo bene, puoi fidarti di noi. Ti staremo vicino, sempre''
Guardai Tayler: ero orgogliosa di lui e sapevo che mai sarei riuscita a trovare uno migliore di lui.
''Grazie, ragazzi. Vi voglio bene'' sussurrò con voce spezzata.
Mi alzai dalle gambe di Tayler, andai su quelle di Erik e lo abbracciai forte. Uno di quei abbracci spaccaossa che usavo - e uso - quando qualcuno che amo sta male.
Tayler semplicemente sorrise.
''Basta deprimersi, vi porto al cinema'' intervenne appena vide gli occhi di entrambi inumidirsi.
''Serio?'' chiesi felice.
''Si''
''Si, cinema!'' urlai eccitata correndo fino in camera.

Pov. Tayler
La guardammo correre felice al piano superiore e scoppiammo a ridere.
"È fantastica" disse Erik.
''Già'' sorrisi orgoglioso.
Sapeva mettere di buon umore chiunque, mentre lei stessa cadeva a pezzi.
''Grazie ancora, avevo bisogno di qualcuno''
''Sei un idiota, potevi dirmelo subito'' lo rimproverai senza cattiveria.
''Lo so, ma...''
''È tutto okay, amico, ma la prossima volta, qualunque cosa io stia passando, voglio che tu me lo dica'' lo guardai negli occhi.
''Va bene'' mi abbracciò.
''Si aggiusterá tutto, ce la faremo a superare anche questa''
''Grazie'' gli si riempirono gli occhi di lacrime.
Era raro vedere Erik piangere, proprio come me. Eravamo due ragazzi che volevano fare i forti e i cazzuti, ma eravamo deboli. Terribilmente deboli e pieni di cicatrici.

Andammo al piano di sopra a prepararci. Aprendo la porta di camera mia, trovammo una Emily nel panico: aveva tirato fuori il phon e stava cercando di domare la chioma selvaggia, come diceva lei.
''Piccola, è tutto okay?'' azzardai.
''No, non è un cazzo okay. I miei capelli non vogliono stare a posto. Ho bisogno di una piastra'' urlò facendoci ridere.
''Eddai, vanno bene così''
''Sono gonfi e ricci. Odio l'umidità. Ti rendi conto? Un'ora di piega fai da me buttata nel cesso'' sbuffò lanciando il pettine sul letto rischiando di lasciare Erik senza testa.
Era fissata con quei capelli, con i vestiti un po' meno, grazie al cielo.
''Piccola, dobbiamo uscire''
''E vorresti uscire in boxer? Aspettate. Perché siete entrambi in boxer? Dio, che imbarazzo'' disse diventando rossa.
''Scusaci, soprattutto a me, è l'abitudine'' intervenne Erik.
Non ero geloso, mi fidavo di lui. Se invece avesse visto qualcun altro in boxer, avrei ucciso immediatamente quel figlio di puttana.

Pov. Emily
Era in boxer. Era fottutamente in boxer. E Tayler non ne era geloso. La mia vita stava diventando più senza senso di quanto lo fosse prima, stavamo seriamente degenerando.
Ma, fatemelo dire, era dotato. Molto dotato.
«Che stai dicendo? Che problemi hai? Ciò che è vero, è vero. Pervertita.»
I miei capelli erano ancora in uno stato osceno, allora decisi di legarli in una crocchia disordinata che, abbinata a un felpone, mi facevano sembrare una barbona.
''Sono pronta'' dissi girandomi sconfitta.
Entrambi erano vestiti ma avevano un problema.
''Dio, anche voi avete dei capelli osceni'' corrucciai la fronte.
''Che vuoi fare?'' disse Tayler preoccupato.
''Sedetevi'' dissi ridendo.
Si sedettero sul bordo del letto e io presi il phon e una spazzola. Lo accesi al massimo e lo puntai sui capelli di Tayler mentre li pettinavo all'indietro. Nel frattempo Tayler mi teneva per i fianchi, dandomi qualche volta delle strizzatine al sedere, facendo ridere Erik e innervosire la sottoscritta.

Aggiustai quel ciuffo bruno che tanto amavo, ci spruzzai un po' della mia lacca e andai da Erik che mi guardava preoccupato.
''Eddai, stava esagerando, non gli ho fatto così tanto male come voleva far sembrare''
''Mi hai strappato metá capelli'' si lamentò.
''Shh che me lo terrorizzi'' risi anche io.
I capelli di Erik erano più o meno come quelli di Tayelr, solo che erano più mossi e chiari. Feci la stessa cosa rendendo anche i suoi molto più belli.
«Modesta, eh. Altro che economia, dovevo andare a fare la parrucchiera.»

Finalmente uscimmo. Ci avevo messo meno tempo io che loro due. M ci feci presto l'abitudine a questo scambio di ruoli.
''Che si guarda?'' dissi saltellando verso la macchina di Erik.
''Aspettate, perché c'è la macchina di Erik?'' chiesi confusa.
''Perché al Divina siamo andati con la sua macchina, dato che io ero a casa sua'' spiegò.
''Ah, già, ricordo'' mi rattristai.
''Ehi, è passato ormai'' disse Tayler prendendomi i fianchi e facendomi girare verso di lui.
Annuii sorridendo in modo finto.

È che ci avevo provato. Ci avevo provato davvero a dimenticare, ma stavo male solo pensando alle lacrime che avevo versato, al dolore che avevo provato.
E non ci riuscivo a dimenticare.

Spero che vi piaccia.
All the love, -M

Un errore bellissimoWhere stories live. Discover now