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La sveglia viene spenta da una manata quando attacca a suonare.

Atsuko non si preoccupa di rimetterla in piedi. E' già tanto che quell'affare non sia caduto dal comodino.

La donna apre gli occhi. E' stesa sul suo materasso, nella sua stanza, in un appartamento di Londra. Sopra di lei pende una lampadina elettrica e i rumori del traffico si sentono già di prima mattina. Atsuko è ancora in bilico tra l'età adulta e la vecchiaia, ma la battaglia si è protratta al ventunesimo secolo. Striature di capelli grigi e pigiama a parte, non è cambiata di una virgola.

Ormai è da un paio di anni che lavora e vive dai Richardson. Principalmente si occupa a tempo pieno di Philippe, loro figlio, ma fa anche qualche faccenda domestica quando la signora Richardson è stanca.

Atsuko non si concede mai i famosi cinque minuti, ma oggi se ne sta prendendo uno buono per fissare il soffitto.

Non era un sogno.

Se lo fosse le basterebbe distrarsi un attimo, prendersi un bicchiere d'acqua o fare una capatina al bagno per scordare tutto, ma non succederà. Potrà anche essere ingiallito di secoli e secoli, ma Atsuko sa ancora distinguere un sogno da un ricordo.

E che ricordo. L'ultimo in assoluto che ha del regno e di Taehyung, il ragazzo che non voleva essere re.

Chissà com'era andata a finire quella vecchia storia, poi. Atsuko se ne era andata da quel posto e non aveva più avuto notizie. Magari si era ammazzato davvero.

Atsuko si gira a pancia in giù, le molle del materasso cigolano tutte.

Non doveva pensarci. Il passato è passato, fine.

Se lo sapevate, perché non avete fatto niente?

Brutte bestie i sensi di colpa.

***

"Sì, signora Richardson, sono appena arrivata."

Atsuko gira le chiavi e spegne l'auto. Esce dal veicolo con il cellulare fra spalla e orecchio, ma non c'è bisogno di avere tanta fretta. Il portico delle scuole elementari è ancora gremito di genitori e questo significa che i bambini non sono ancora usciti e che lei è puntuale. Si limita giusto a raddrizzarsi la camicia prima di attraversare l'enorme parcheggio.

La voce della signora Richardson pare il ronzio di un'ape attraverso il cellulare. "Scusati tanto con Philippe! Lo so che preferisce quando vengo a prenderlo io, ma oggi proprio-"

"Lo viene a prendere tutti i santi giorni, per uno in cui non riesce capirà. Oh, adesso devo lasciarla, stanno uscendo i bambini."

Atsuko mette via il cellulare e velocizza il passo. Infiltrarsi tra i genitori non è mai un'impresa facile considerato quanto lei sia bassa e loro scalpitanti, ma a suon di gomitate riesce sempre a farsi spazio (tutta pratica fatta ai concerti degli Imagine Dragons. Non si è mai troppo vecchi per la buona musica, neanche dopo sette secoli).

Spalancate le porte d'ingresso, i bambini escono da scuola con lo stesso entusiasmo di una banda di galeotti intenti ad evadere. Si lasciano le maestre alle spalle e corrono dai genitori, tutti uguali con le loro divise bianco-verdi. E' una fortuna che Philippe sia biondissimo, come la madre, perché la sua testa funge da insegna a neon.

Atsuko lo intravede e si alza sulle punte dei piedi. I genitori attorno a lei le rifilano occhiatacce su occhiatacce, ma lei si sbraccia lo stesso per attirare la sua attenzione. Sta attaccando a chiamarlo a gran voce quando lo sguardo le si impiglia.

Capelli ricci e scuri, sopracciglia spesse, la bocca seria di chi ritiene che sorridere sia uno sport per pochi. Atsuko riconosce quelle singole caratteristiche, ma se collega i puntini l'unica immagine che ci salta fuori è quella di un bambino di dieci anni. Se ne sta tra i suoi amichetti e porta sulla schiena uno zaino più grosso di lui, come tutti.

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Where stories live. Discover now