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“Ma io non posso farlo. Non sono mai neanche salito su un cavallo."

"Farà lui tutto il lavoro, voi limitatevi a stargli in groppa."

“Mio padre mi ha ordinato di seguire gli allenamenti, nessuno ha menzionato il torneo.”

“Non sarete davvero in gara, dovete solo fingere di provarci. E poi la corsa di oggi non è ufficiale, stiamo solo testando l’arena.”

"La fate facile, voi."

Taehyung sbuffò. Non gliene fregava niente se era un gesto infantile, lui era infantile.

Il generale Adrian roteò gli occhi, ma il suo sorriso era divertito. Si chinò appena sul nipote e abbassò il volume della voce. "Quale è il problema? Un vostro fallimento al torneo gioverebbe solo ai nostri piani."

Aveva ragione, ma a Taehyung la cosa non andava comunque.

I due si trovavano all’interno della nuova arena. Era un edificio enorme, con le gradinate di legno già montate e il campo da combattimento ancora da pavimentare. Ci si erano raccolti decine e decine di soldati con il rispettivo cavallo ed erano tutti impegnati a imbrigliare, nutrire, spazzolare. Come aveva detto Adrian la gara non era ufficiale, ma nessuno la stava prendendo sottogamba.

Taehyung non capiva perché dovesse partecipare anche lui. A che pro? Mostrare l'orgoglio e le capacità che non aveva? Fare comunella con i Dodici? Bah.

Adrian gli rifilò un paio di pacche sulla schiena, poi si allontanò. A Taehyung non rimase che aspettare Domenico con il suo cavallo mentre cercava di imparare qualcosa. A guardare gli altri, cavalcare era tutto un lavoro di cosce. E di mantello. Quello sì che faceva effetto mentre svolazzava all’indietro. Le cosce per vincere, il mantello per la gloria.

“Vostra Altezza, il cavallo.”

Una mano afferrò quella di Taehyung e lui schizzò fuori dai suoi pensieri. Ci aveva messo zero secondi a riconoscere quella voce, ma aveva i riflessi lenti.

In una parodia del baciamano, un gesto di rispetto che si riservava al Re, Jungkook si portò le nocche di Taehyung alla bocca. Non ci fu contatto fisico, ma fece schioccare le labbra lo stesso.

Jungkook gli era arrivato da dietro le spalle, per cui Taehyung gli diede una bella mantellata quando si voltò, tutto furioso. Si aspettava di vedergli stampato in faccia un bel sorrisetto sardonico, invece l’altro sembrava più arrabbiato di lui. Era da quando era successa quella cosa dei capelli che Taehyung aveva l’impressione che l’odio dell’altro si fosse trasformato in qualcosa di più viscerale.

“Perché hai il mio cavallo?”

“Perché i vostri servitori sono così ingenui?”

Taehyung prese le briglie dalle mani dell’altro. Non degnò neanche di un’occhiata l’animale, più stupendo e maestoso di tutti quelli che avesse mai visto.

“Ehi, Jungkook, tieniti il tuo cavallo. Noi andiamo a sederci sugli spalti.”

Il ragazzo chiamato in causa si voltò e Taehyung notò solo in quel momento i due ragazzoni alle sue spalle, secondo cavallo compreso. Non li conosceva, ma era abbastanza sicuro di averli già visti bazzicare da quelle parti.

“Va bene, tieni solo d’occhio Matt. Non voglio che sfasci l’arena prima del torneo.”

“Molto divertente.” fece uno dei due.

Il secondo cavallo venne affidato a Jungkook e i due ragazzi si allontanarono. Andarono a sedersi nelle prime file, casualmente vicini a un trio di ragazze intente a sventolare fazzoletti e lanciare gridolini, tutte frizzanti. Si erano levati di mezzo giusto in tempo: il generale Adrian era ai posti di partenza, pronto a dare il via.

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Where stories live. Discover now