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“Non potete continuare a stare sulla difensiva. Dovete vincere perché siete il più forte, non perché siete il meno stanco."

Jungkook guardava Taehyung senza grandi speranze. Appoggiò la spada a terra e andò ad aggiustare la postura e l’impugnatura dell’altro, come se fosse un manichino.

"Meglio. Ora dovete solo attaccare."

"Ci stai prendendo gusto, vero?"

“Sono obbligato ad allenarla, tanto vale fare un buon lavoro. E poi voglio dare una buona impressione al generale Adrian.”

Taehyung fece un sospiro esagerato. Già non ce la faceva più a stare così impettito.

"Ah, tu e la tua gloria."

Jungkook raccolse la sua spada con lo sguardo affusolato di chi pensa a cose piacevoli.

"Sì, io e la mia gloria. Attaccatemi.”

Taehyung attaccò. La nuova postura non fece miracoli, ma Jungkook non gli apportò nuove correzioni. I due andarono avanti per un po’, finché Taehyung non mollò a terra la spada.

“Basta, ho sete.”

“Anche io.”

“E che aspettavi a dirlo?”

“Non interromperei un allenamento per una cosa così futile.”

Taehyung roteò gli occhi. “Dai, andiamo.”

Anche Jungkook ripose la spada e non risparmiò al principe una ramanzina riguardo alla cura delle armi visto il modo in cui l’aveva buttata. I due si chiusero la porticina dietro e scesero fin giù alle cucine dove gli dissero che l’acqua era da andare a prendere al pozzo. Un’inserviente si offrì volontaria, ma loro rifiutarono: Taehyung perché odiava farsi servire, Jungkook perché aveva bisogno di fare l’uomo indipendente. Nessuno dei due aveva realizzato di non sapere usare la carrucola del pozzo. 

Per questo si trovavano lì, nel giardino interno, nascosti dietro una catasta di cesti. Si vergognavano troppo a farsi spiegare come funzionava il pozzo (due ragazzi fatti e finiti che non sanno prendersi un po’ d’acqua, pietosi) e non potevano avvicinarsi ad esso senza essere visti. Non gli rimaneva che stare in agguato, nell’ombra.

Era da un minuto intero che la ragazza che aveva aiutato con la ferita di Jungkook tirava la corda. Il secchio riemerse dall’oscurità del pozzo e lei lo appoggiò subito al bordo. Si asciugò poi il sudore dalla fronte, stanca.

"Vai te." sussurrò Taehyung.

"Perché io?"

"Perché sono abituati a vederti da queste parti. Io do troppo nell'occhio."

"Oh, perdonatemi per non averci pensato, Vostra Altezza."

Taehyung gli rifilò una gomitata. "Vai."

Jungkook emerse da dietro i cesti. Iniziò a girovagare per il giardino con aria casuale, come se si fosse sempre trovato lì, poi fece scoppiare il putiferio.

La ragazza urlò quando si vide arrivare addosso uno con un pugnale sguainato, ma Jungkook per poco non finì giù per il pozzo. Il suo piano era atterrare con entrambi i piedi sul bordo, ma aveva saltato troppo in alto e fu solo per un soffio che non cadde. Ritrovato l’equilibrio, tagliò la fune dalla carrucola e prese il secchio tra le braccia.

Jungkook attaccò a correre verso l’uscio a gambe levate e Taehyung spaventò un gruppo di galline nell’andargli dietro. I versacci di queste si unirono alle proteste delle inservienti, tutte indignate da quanto la gioventù fosse piena di screanzati.

I due attraversarono tutto il castello e sbucarono nel giardino principale. Si rifugiarono dietro un muretto diroccato e si sedettero tra le erbacce, invisibili da qualsiasi finestra. Se qualcuno li avesse voluti trovare gli sarebbe bastato seguire la scia di pozzanghere, ma almeno ci stavano provando a nascondersi.

"Oh, che bello. Acqua, acqua." fece Taehyung, ma dovette aspettare mezzo minuto. Jungkook aveva già infilato la testa nel secchio e quando riemerse aveva il mento lucido, i ricci completamente zuppi e il volto della beatitudine. Taehyung trangugiò quel che era rimasto e si passò il braccio sulla bocca.

Con le pance piene e la stanchezza nelle ossa, i due si accasciarono contro il muretto. Jungkook si fece scivolare in avanti e si sdraiò sull’erba, il capo tenuto sollevato da un braccio. Taehyung si tenne il secchio tra le gambe e iniziò a giocherellare con il manico.

Il tempo era stupendo. Ormai erano in pieno autunno, ma ogni tanto c’erano ancora dei pomeriggi caldi, come quello. Era facile cadere nella tentazione di stare lì a crogiolarsi al sole fino a quando non si sarebbe fatto buio.

Jungkook aveva addirittura chiuso gli occhi, ma ovviamente Taehyung non poteva stare in silenzio per più di due minuti.

"Ma non gli dà fastidio?"

"A chi?"

“A quei due tizi con cui stavi prima della corsa dei cavalli. Sono cacciatori anche loro, no? A giudicare dai vestiti.”

Jungkook era indeciso: togliersi una scarpa per ficcarla in bocca al principe era considerato un gesto irrispettoso?

"Al e Matt? Cosa gli dovrebbe dar fastidio?"

“Non so, che fai parte dei Dodici. Che siete su due livelli diversi.”

“Sarà uguale.”

“Ma non siete amici?”

“Compagni di caccia sì, ma amici…”

Jungkook fece spallucce. Aveva aperto gli occhi e si era messo a guardare le torri delle mura. “Sono troppo ambizioso per avere degli amici."

Taehyung roteò gli occhi al cielo.

“Che c’è, gli umili e i pastorelli non vanno bene? Li prendi come animali da compagnia solo se lanciano rose sul tuo cammino e ti chiamano cavaliere?"

"Continuate a prendermi in giro, è solo questione di tempo."

Taehyung rise. Raccolse con le mani le ultime gocce d’acqua dal secchio e si tirò indietro i capelli.

"Quindi se non siete amici non gli hai detto del mio segreto, vero?"

"Ah, ecco perché tanto interesse."

"Sii serio, è importante."

Jungkook strappò un filo d’erba.

"Potete dormire sereno. Non ho detto niente a nessuno."

Taehyung fu sommerso da un'ondata di sollievo. Si tolse il secchio di torno e si calò a sua volta sull’erba, ma ci si mise a pancia in giù. "Già solo il fatto che lo sai tu non mi fa dormire sereno."

Non era vero. Da quando si allenava Taehyung era così stremato che la notte poteva solo crollare.

E poi Jungkook aveva smesso di chiedergli di rubare per lui.

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Where stories live. Discover now