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La prima settimana al castello passò, in un qualche modo. Notizia ancora più incredibile, passò anche la seconda.

Le cose ormai avevano preso un ritmo stabile, abitudinario. I nomi stavano diventando familiari, così come le voci, le strade, i corridoi.

Taehyung aveva fatto delle sue stanze il suo nido. Ci si chiudeva sempre dentro, non si presentava da nessuna parte se non lo si veniva a chiamare. Non si voleva vestire, non voleva uscire.

Ogni mattina si rifiutava di fare colazione con la famiglia reale, prendeva un pezzo di pane dalle cucine e andava agli allenamenti dell’esercito. Non sarebbe mai sceso in battaglia, ma suo padre li considerava un modo per integrarlo nella vita al castello.

Ad allenamenti finiti, Taehyung andava a rubare qualsiasi cosa ragazzo-spia chiedesse. A volte gli lasciava la refurtiva in un determinato posto, altre gliele consegnava direttamente in mano. Se la prima era come perdere un oggetto, la seconda lo faceva stare malissimo. Taehyung passava il resto delle sue giornate a sperare che nessuno si chiedesse dove fosse finita quella nuova cintura o quel bel spadone da impugnare a due mani.

Era sempre così, tutti i giorni, sette giorni su sette.

I momenti peggiori li passava di notte, quando ricordare la sua vecchia vita più che spronarlo gli faceva male. Non poteva pensare al passato, non voleva pensare al futuro. Il suo presente stava diventando una nube confusa di odio e lui voleva solo sapere come si chiamava ragazzo-spia. Aveva bisogno di un nome da odiare, o non ne sarebbe uscito fuori. 

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora