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Uno non l'avrebbe mai detto, ma Domenico rimpiangeva i suoi giorni da semplice contadino.

Sì, va bene, sgobbava il doppio, si strinava sotto il sole e aveva più calli che pelle, ma almeno non doveva subirsi tutti i drammi della famiglia reale. Ogni giorno il principe ne combinava una nuova e puntualmente era lui a prenderci sotto.

E poi tutte le scale di quel castello. Se gli andava bene in un giorno se le faceva una ventina di volte tra andare e venire. Se invece il principe decideva di avere fame ad orari insoliti il numero raddoppiava. Ogni volta che arrivava in cima le sue stanze parevano un miraggio e l’inferno allo stesso tempo.

"Vostra Altezza," chiamò. "Vostra Altezza, è ora di alzarsi."

Nessuna risposta, fino a lì tutto normale. Domenico bussò ancora una volta, poi si auto-invitò all’interno.

"Vostra Altezza, la aspettano per colazio-"

Il letto era intatto.

Il mantello blu era stato piegato su uno dei cuscini e sopra di esso la corona sembrava spenta.

Domenico si portò una mano alla bocca.

"Andiamo..."

"Impegnati di più, ragazzino. E' così che hai intenzione di stendere i tuoi avversari?"

Nnnnggh, fece Jungkook, tutto denti stretti e vene in rilievo.

Tranquillamente seduto a terra, Ridge non batteva ciglio. Il cacciatore era a cavalcioni su di lui e cercava di strozzarlo come se ne andasse della propria vita, ma non c'era niente da fare. Ridge aveva il collo talmente spesso che le sue due mani non riuscivano a circondarlo.

"JUNGKOOK! JUNGKOOK!"

Il ragazzo alzò lo sguardo. Bertha e l’inserviente del principe stavano correndo nella sua direzione. Vedendoli tutti scompigliati e con il panico negli occhi, mollò la presa sul collo di Ridge e si alzò in piedi. Non sapeva di chi fosse il sudore che si asciugò sulle braghe.

"Jungkook!" urlò Bertha. "Sei tu l'allenatore del principe?"

“Sì, sono io."

"E’ qui con te da queste parti?"

"No, di solito ci incontriamo nel primo pomeriggio."

Domenico cadde sulle ginocchia. Si portò le mani al cuore, pugnalato, e fece la faccia più buffa e distorta di sempre.

"Mi uccideranno.”

"Ma no che non ti uccideranno," disse Bertha. Stava facendo la dura, ma muoveva gli occhi troppo in fretta. "Dobbiamo ancora guardare in tanti posti. Lo sai che Sua Altezza non conosce il castello, magari si è perso."

“Morirò. Morirò. Il Re in persona mi ha ordinato di tenerlo d'occhio e io me lo sono fatto scappare.”

"Il principe è scappato?"

Bertha si voltò verso Jungkook. Annuì per non ammetterlo ad alta voce.

Jungkook si mise una mano nei capelli. La faccia gli si era appiattita, le sopracciglia non erano mai state tanto lontane dagli occhi.

Com'era possibile? Non poteva essersene andato così, senza avvisare. Loro quel giorno si dovevano allenare insieme, gliene aveva chiesto conferma proprio Taehyung la sera pri-

La sera prima. Quando il principe aveva prolungato il suo congedo finché Jungkook non lo aveva guardato negli occhi un’ultima volta.

Dannazione. 

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Where stories live. Discover now