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Svegliarsi il giorno del ballo fu come riscuotersi da un sogno particolarmente bello.

Altre ventiquattro ore. Altre ventiquattro ore e sarebbe tutto finito. Taehyung era a tanto così dalla libertà. 

Passò la giornata a fare le solite cose, ma ogni volta che ripensava alla sua imminente partenza si riempiva di gioia. Si sentiva frizzante, carico, così pieno di energia che se si fosse fermato un secondo sarebbe imploso. Tutte le cose che odiava del castello non lo sfioravano nemmeno. Erano quasi piacevoli quando le si affrontava per l’ultima volta. 

Fu una gioia farsi vestire per il ballo. Le inservienti non erano mai state tanto contente di agghindarlo e lui non le aveva mai fatte entrare così spensieratamente. Il mantello blu, la corona, la veste di un bianco cangiante, sembrava tutto parte di una qualche maschera di carnevale.

Una ragazza era pure riuscita a fissargli i capelli all’indietro e ora Taehyung non faceva che accarezzarseli. Erano sempre stati troppo lisci per farci qualsiasi cosa.

Quando la sera arrivò Taehyung non si teneva più. Scese nella sala da ballo con lo stesso entusiasmo di una sposa al suo addio al nubilato.

L’atmosfera era così festosa che rasentava quella natalizia. Il salone era pieno di candele, nastri, luccichii, un bordello di oro e di bianco. I portoni che davano sul giardino erano aperti e dal cielo la prima neve dell’anno stava imbiancando ogni cosa.

Gli ospiti erano già arrivati. A differenza degli eventi a cui Taehyung aveva partecipato (la sua nomina a principe, la cerimonia del crisantemo, il torneo) non c’erano solo omaccioni e soldati. Qui era stato invitato il popolo al completo con mogli, mariti, figli, anziani. C’erano nobili, c’erano sguatteri ed erano tutti riuniti in un unico spazio. A quanto pare aspettavano tutti lui, perché quando Taehyung spuntò in cima alla scalinata smisero tutti di parlare.

La musica si interruppe. Una guardia batté un bastone a terra per annunciare il suo arrivo, ma Taehyung era già partito per la tangente. Il popolo si aprì al suo passaggio come il Mar Rosso con Mosè, si inchinò, lui continuava ad andar dritto. In mancanza del re e in qualità di principe, spettava a lui dare il via alle danze.

“Permettete questo ballo?”

Charlotte guardò Taehyung come se fosse pazzo.

Era seduta su un divanetto con le sue sorelle, già arresa a una serata di noia. Quando aveva organizzato la festa non aveva tenuto conto che anche la madre del suo futuro sposo sarebbe stata presente, per cui si era già messa il cuore in pace. Non poteva parlare con degli sconosciuti, non poteva mettersi in mostra. Non poteva fare un sacco di cose, ma se era suo fratello a chiederle di ballare ne aveva tutti i diritti.

Taehyung era davanti a lei e le porgeva il braccio. Charlotte non ricordava l’ultima volta che le era venuto da sorridere così genuinamente.

I due fratellastri si portarono al centro della sala. Si misero in posizione e quando fecero il primo passo la musica ripartì. Il vestito di Charlotte era un turbine di giallo, un tulipano di stoffa. Le persone non potevano fare a meno di sospirare quando le si gonfiava ad ogni piroetta.

Dopo il primo ballo la pista si riempì. La gente si unì ai due reali e la loro danza di coppia divenne di gruppo. Si presero tutti per mano, si mossero tutti insieme, fecero gli stessi passi. Taehyung non ne sapeva mezzo, ma non ci pensava nemmeno a mettersi in disparte. Sarebbe anche potuto inciampare nel suo stesso mantello, scivolare di faccia in un piatto di zuppa, sedersi nella salsa di pomodoro. Niente avrebbe guastato il suo entusiasmo.

Ballare era un’ottima scusa per tenersi occupati, ma quella notte Taehyung aveva una domanda da fare e una risposta da ricevere. Aveva incrociato lo sguardo di Jungkook una miriade di volte e non aveva ancora trovato il coraggio di andare da lui.

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora