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Il castello di Chestnut venne gettato nella confusione più totale quando la carovana fece ritorno.

Tutti uscirono dai loro letti, tutti si riversarono in giardino. Gli inservienti non si curarono nemmeno di vestirsi, scesero con camicie da notte e fiaccole alla mano.

Doveva essere un rientro trionfante, ma la verità era che c’era un gran trambusto. Era notte fonda, la metà delle persone dormiva in piedi, i cavalli nitrivano e si impennavano. Il trono venne scaricato e portato all’interno del castello, le infermiere accorrevano da tutte le parti con i loro gonnelloni.

I soldati erano stanchi, affamati. Alcuni di loro si erano liberati di armi e cinture non appena erano arrivati, come se avessero bisogno di respirare. Le avevano mollate fra l’erba ghiacciata e gli inservienti più indaffarati rischiavano ogni volta di conficcarsi una lama nel piede.

Anche Taehyung aveva un istinto simile, ma al posto di pugnale e spada si sarebbe liberato di mantello e corona. Avrebbe buttato quest’ultima a terra e ci sarebbe saltato sopra tutte le volte necessarie a imbucarla.

Il principe non aspettò neanche che il cavallo si fermasse del tutto. Smontò dalla sella e attaccò a camminare verso il castello a grandi falcate, veloce come chi corre a nascondersi. Jungkook lo chiamò un paio di volte, ma quando venne ignorato scese anche lui. Affidò i cavalli al primo inserviente e corse dietro all’altro.

Taehyung non aveva spiccicato parola per tutto il viaggio. Era rimasto sulle sue, aveva mangiato il minimo indispensabile. Se fosse stato Jungkook a non parlare non ci sarebbe stato niente di strano, ma si trattava di Taehyung. Aveva sempre qualcosa da dire, anche quando non era necessario.

Jungkook scansò un po’ di gente, fece qualche piroetta. Gli mancava pochissimo per poter allungare un braccio e fermare Taehyung, ma venne preceduto.

“Dovete salire subito nelle vostre stanze, Altezza.” fece Domenico. “Vostro padre è in viaggio e fino al suo ritorno dovete rimanere al sicuro.”

“Ho delle cose da sbrigare.”

“Dal momento in cui il sole cala a quello in cui sorge non vi è permesso lasciare la vostra stanza. La guerra è alle porte, Altezza, tutti vedono tradimenti ovunque, tutti cercano capi espiatori. Perfino la Regina è considerata sospetta.”

Principe e inserviente entrarono nel castello, Jungkook si dovette fermare sulla porta. Sarebbe rimasto a guardarli sparire se non fosse stato distratto.

“Jungkook, torni a casa con noi? Il generale Adrian ha dichiarato domani giorno di riposo.”

Il ragazzo si voltò verso Al e Matt, ma non li guardò neanche in faccia. Stava cercando un’altra persona tra la folla.

“Ridge!”

Impossibile ma vero, l’uomo lo sentì. Era abbastanza distante, ma quando vide Jungkook gli corse subito incontro, felice di vederlo. Peccato che questo non fosse in vena di baci e abbracci.

“Ridge, sai come entrare negli appartamenti privati del castello?”

L’uomo sorrise, stupito dalla domanda. La finestra delle stanze di Taehyung era l’unica ad essere illuminata.

“Perché, che devi fare?”

Quando qualcuno bussò alle cinque del mattino, Atsuko andò ad aprire con un coltello in mano.

L’anziana viveva a ridosso delle mura del castello in una casetta così piccola che la si perdeva nel folto del giardino. Non riceveva mai visite inaspettate, per cui non c’era da stupirsi se si presentò alla porta in camicia da notte. Aveva i capelli sciolti ed erano così lunghi da arrivarle al fondoschiena. Abbassò il coltello quando riconobbe il principe.

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora