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Il castello era vuoto, l’arena era piena.

Il torneo stava per iniziare e Re Quentin aveva preso parola, più agghindato che mai. La sua ramanzina era tutta regole ed entusiasmo, ma gli spettatori erano già stufi: ne avevano abbastanza di sentir parlare dei Dodici, di come quel giorno la loro leggenda sarebbe nata e di come avrebbero salvato Ophidia. Loro erano lì per vedere scorrere sangue e sudore a litri, il resto non importava granché.

I padiglioni dei partecipanti si trovavano al di fuori dell’arena e Taehyung era il solo ad averne uno tutto per sé. Era un tendone grande, vuoto, tutto pali e stuoie di paglia. Le stoffe pregiate filtravano la luce del sole e tingevano l’aria d’arancio.

Uno spicchio di giallo affettò quell’atmosfera torbida nel momento in cui il generale Adrian scostò la tenda dall’esterno. Quando l’uomo vide il nipote seduto su una panca con i gomiti sulle ginocchia e le mani nei capelli si fece una risata. Entrò nel padiglione e la tenda gli si richiuse alle spalle.  

"Nervoso?"

Taehyung non disse niente, gli lanciò soltanto un’occhiata tragica. Aveva già indossato gli abiti che gli erano stati preparati, il solito tripudio di bianco, ma il suo mantello blu poggiava triste sulla panca. Adrian fece alzare il ragazzo in piedi e gli sprimacciò il mantello sulla schiena. Si prese il tempo necessario per allacciargli i cordini attorno al collo e quando ebbe finito lisciò i decori argentei della stoffa.

Se solo gli occhi di Taehyung fossero stati azzurri quel blu li avrebbe fatti brillare di luce propria. Peccato.

“Ho già fatto il giro dei padiglioni e nessuno duellerà seriamente contro di voi. Limitatevi a fare un po' di scena per il pubblico, poi venite a sedervi con me e vostro padre."

Un corno risuonò in lontananza. Adrian diede una pacca a Taehyung e lo guidò fuori dal tendone. All’esterno l’aria era fresca e gli altri partecipanti stavano uscendo a loro volta. La maggior parte indossava l’armatura e qualche d’uno si stava bendando i polsi con delle fasce di cuoio. Nel camminare si raggrupparono tutti insieme e si prepararono a fare la loro entrata trionfale nell’arena. 

I portoni vennero aperti e il sole li accecò tutti. Gli spettatori esplosero in un boato, ma nessuno di loro ci vedeva niente. Alcuni si misero a salutare alla cieca.

Riacquistata la vista, Taehyung si ritrovò a deglutire.

Le gradinate erano piene e la gente pareva formicarci come macchioline variopinte. Al centro del lato lungo dell’arena era stata costruita una balconata e qui sedevano Re Quentin e Re Gerard con le rispettive mogli. C’erano anche le tre principesse, il piccolo Louis, e quest’ultimo teneva una manina sulla sedia di fianco alla sua per tenere il posto al padre. 

Il campo da gioco era immenso, più di quanto non fosse sembrato alla gara coi cavalli. La terra rossa era stata battuta e sotto un sole del genere quel suo colore prendeva vita. Pareva che il torneo ci fosse già stato e che il terreno si era imbevuto di sangue.

Uno steccato delimitava la pista e da quello in poi iniziavano le gradinate. Le prime file erano riservate ai partecipanti ed era lì che il generale Adrian accompagnò Taehyung. Il ragazzo si andò a sedere fra gli uomini più anzianotti, confidando nella loro aurea meno aggressiva. Sudava freddo e Adrian gli diede un’ultima strizzata di incoraggiamento prima di andarsene. Se solo avesse saputo che non era certo il torneo in sé a innervosire Taehyung, avrebbe sicuramente cambiato registro.

“Il torneo sta per cominciare!” urlò una voce dall’alto degli spalti. “Trovate un posto a sedere, il torneo sta per cominciare!”

A fare tanto baccano era il Vice Generale, il braccio destro di Adrian. Taehyung riconobbe in lui lo stesso cavaliere che si era complimentato con Jungkook quella prima volta che era andato a cercarlo.

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Where stories live. Discover now