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“Immagina avere per due mesi un sogno ricorrente. Ogni notte lo stesso, sempre uguale, poi arrivi qui e ti si sbarella tutto, i sogni diventano uno il continuo dell’altro. Ci uscirò pazza, te lo dico io. Se non me li scrivessi tutti non ne ricorderei mezzo.”

“Sono ricordi, non ne ho dubbi, è solo che non appartengono a me. Jungkook mi aveva raccontato qualcosina, ma il mio cervello non può averci ricamato sopra così tanto.  Va bene che sono stata una fattucchiera, ma non esageriamo.”

“Ho provato addirittura a fare un grafico della loro relazione, ma non è che ne sappia poi tanto. Te l’ho detto che si basa tutto sulla loro relazione, no? Per adesso i sogni combaciano con i ricordi. Vedi, all’inizio il grafico è molto basso e regolare, poi comincia pian piano a salire. A tre quarti del foglio raggiunge l’apice e poi va tutto in picchiata. E’ qui che devo intervenire io. Devo prevedere il punto di rottura e salvare il culo a tutti.”

“Ma chi è Jungkook? Non si chiamava Philippe?”

Atsuko solleva gli occhiali da sole sulla fronte. E’ luglio e il bagnino della spiaggia la guarda dall’alto della sua torretta, abbronzato come un crostaceo e confuso come non mai.

“Philippe è il nome del bambino a cui faccio da tata. Hai capito la metà di quello che ho detto, vero?”

“Ha preso un colpo di sole, signora? Si sente bene? Vuole andare all’ospedale?”

Atsuko sospira. Torna a mettersi comoda sulla sdraio, vestita dalla testa ai piedi e rigorosamente all’ombra. Mette da parte il grafico che aveva scarabocchiato sul retro di una rivista e torna a calarsi gli occhiali da sole sugli occhi.

Il bagnino guarda i bagnanti al largo, ma non ha l’aria molto concentrata. Atsuko nota il leone rampante disegnato sul retro del suo collo.

“Carino il tatuaggio.” gli dice. “Dove te lo sei fatto fare?”



“Quindi lei… crede nella resurrezione?”

La cassiera del supermercato rifila ad Atsuko un sopracciglio scettico. Rumina una gomma da masticare a tutto volume e ha un paio di orecchini enormi.

“Reincarnazione, non resurrezione. C’è differenza.”  

La cassiera non apre bocca, ma la sua faccia dice abbastanza.

“Ti ho solo chiesto se conosci un certo Taehyung! I commenti su tutto il resto te li potevi risparmiare!”

Atsuko prende le sue cose e si mette a passarle sul lettore di codici a barre da sola. La cassiera e i clienti in fila la guardano con tanto d’occhi, ma lei non ha certo tempo da perdere. Si fa dare lo scontrino e caccia tutto in una busta.

“E comunque le vostre raccolte punti fanno schifo!”


“Quando pensi si incontreranno? All’età che avevano allora?”

“Oddio, spero di sì. Se oltrepassano i trent’anni io me ne lavo le mani, se la sbrigano poi loro.”

E’ agosto e la compagna di seggiovia di Atsuko si prende un attimo per rimuginare. E’ un’adolescente tutta treccine e sciarpona colorata, zuppa di neve fino dentro al reggiseno. E’ la prima persona a cui Atsuko racconta la sua storia a darle soddisfazioni.

“E se fosse già successo?” chiede la ragazza. “Se si fossero già incontrati?”

“Dici che è possibile?”

“Chi lo sa! Potrebbero incontrarsi in un bagno pubblico, passarsi una salvietta e non vedersi mai più.”

Atsuko sussulta.

Sussulta anche la ragazza.


E’ settembre e le pentole sui fornelli sono un piacere per gli occhi. L’estate sarà anche finita, ma tornare a mangiare pasti caldi a tutte le ore non ha prezzo.

Atsuko cucina con le maniche sollevate e i suoi nuovi tatuaggi in bella mostra. Ne ha due, uno per braccio, entrambi al di sopra del gomito, e rappresentano lo Ying e lo Yang. Il signor Richardson ride ogni volta che li vede. Dice che le danno un’aria da motociclista (e che deve prenderlo come un complimento).

Il timer suona e Atsuko spegne il fuoco. Urla un: “E’ pronto!” in direzione del salotto e mette tutto in tavola. La signora e il signor Richardson si sono già accomodati, Philippe li raggiunge in pochi secondi.

Lo spezzatino di carne viene servito e tutti si riducono al silenzio che solo il cibo può creare.

“Allora, come è andato il primo giorno di scuola?”

Philippe risponde al padre dopo aver mandato giù un boccone. “C’è uno nuovo in classe.”

“Ah, sì? E chi è?”

“Si chiama Taehyung e si è trasferito da poco a Londra.”

Atsuko attacca a tossire.

Tutti i Richardson si mettono a darle pacche sulla schiena, le offrono dell’acqua, ma lei ripete che sta bene. Appena riesce a respirare si rivolge subito a Philippe.

“Quanti anni ha?”

“Nove o dieci, come me.”

La signora Richardson riempie il bicchiere di Atsuko. “Se ne va uno e ne arriva un altro.”

“Perché, chi è andato via?”

“La volontaria che teneva il doposcuola. Fosse successo quest’estate ci saremmo potuti

organizzare, ma ha avvisato solo ieri e ora tutti i genitori sono impegnati. Sarà difficile trovare-”

Atsuko non esita un secondo.

“Lo faccio io.”

“Cosa?”

“Il doposcuola. Lo tengo io.”

“Ma tu lavori già per noi. Non- non che questo sia un problema, ma sono tre ore al pomeriggio per tutto l’anno, da lunedì a venerdì.”

Atsuko non pensa neanche, parla e basta.

“Posso farcela. Se a casa rimango indietro con le faccende le faccio durante il mio tempo libero. E poi io e Philippe torneremmo sempre a casa insieme, lei non dovrà neanche più venire a prenderlo.”

“Io… Se tu sei convinta posso proporlo al comitato genitori.”

“Okay. Perfetto.”

Atsuko si appoggia con la schiena alla sedia, tutti gli altri riprendono a mangiare. Non sa se ci si possa sentire stremati ed euforici allo stesso tempo, ma non saprebbe come altro descrivere l’agitazione che si sente addosso.

“Perfetto.”



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THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Where stories live. Discover now