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Gli abitanti di Chestnut affluivano nella piazza del regno da tutte le parti.

Era piccola, striminzita tra case e negozi, e al suo centro era stato costruito un palchetto in legno. La gente ci si era accalcata tutta attorno, ansiosi di vedere il traditore punito.

Una casa era stata occupata dai soldati ed era dal suo balcone che si sporgevano Re Gerard e Re Quentin. Erano tutti avvolti nei loro abiti più neri, come corvi. Assistevano allo spettacolo dall’alto, al sicuro dalla folla, lontano dal sangue. Tutti guardavano loro nell’attesa che il traditore arrivasse.

Tutti, tranne Taehyung.

Il ragazzo era con Adrian in mezzo alla folla, sballottolati di qua e di là. Erano vestiti in borghese, ma qualche ragazza aveva già riconosciuto il bel generale. Erano bastati sorrisini e indici portati alla bocca per farle tacere.

La massa esplose in ovazioni. 

Era arrivata una carrozza e due guardie dal volto coperto ne erano uscite. Tirarono fuori il traditore e lo trascinarono fin sopra al palchetto con lui che non opponeva alcun tipo di resistenza. Venne legato a stella su dei supporti già presenti, stomaco e petto ben esposti. La pelle era l’unico vestito che gli era rimasto.

Le due guardie estrassero i loro pugnali dalla cintura e i muscoli dell’uomo si tesero tutti. La lama era lunga, ondulata.

Taehyung riuscì a sentire le parole della guardia solo perché era vicino. “Te lo chiediamo un’ultima volta: chi è il tuo Re?”

Il traditore strinse forte la bocca, uno dei due pugnali venne alzato al cielo. Taehyung chiuse gli occhi d’istinto, ma fu il suono a lacerargli le palpebre.

La folla iniziò a gridare, felice e piena d’orrore. Due mani fredde strinsero il mento di Taehyung e glielo sollevarono.

“No, Taehyung. Dovete guardare.”

Il generale Adrian strinse la presa e Taehyung aprì gli occhi a fatica. Riuscì giusto a vedere l’ombelico dell’uomo in una pozza di sangue, ma quando gli salì un conato di vomito distolse lo sguardo.

Per non deludere lo zio, Taehyung trovò il crisantemo di quel braccio venoso e ci si aggrappò. 

Una pugnalata, un grido dell’uomo, un petalo che scompariva.

Una pugnalata, un grido dell’uomo, un petalo che scompariva.

Una pugnalata, un grido dell’uomo, un petalo che scompariva.

Il palchetto si riempì di sangue, l’aria di urla, la corolla di buchi.

Quando del fiore non rimase che lo stilo l’uomo non si lamentò più.

 

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora