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Il giorno dopo il castello pareva desolato.

Erano tutti a riposo, nessuno si faceva vivo da nessuna parte. La gente non si trovava neanche per i pasti, chi aveva fame scendeva a sgraffignare qualcosa nelle cucine.

In tutta l’innaturalità di quella pace, Taehyung e Jungkook erano gli unici ad essere attivi. Anche loro erano rimasti a letto più del solito, ma in tarda mattinata si erano sforzati di tirarsi su: avevano una mamma da andare a trovare.

Era da quando era sveglio che Jungkook si chiedeva se non avesse sognato tutto. Taehyung poteva anche non avergli fatto una proposta così assurda, ma trovarsi in quel momento nella stalla la diceva lunga. Persino il cavallo lo guardava fisso.

Fammi riposare, supplicavano i suoi occhioni.Almeno un pochino. Una notte di più.

Jungkook lo imbrigliò lo stesso. Aveva dato la sua parola d’onore.

“Siete sicuro che sia la strada giusta?”

“Sì, credo.”

“Credo?”

“Ho fatto questa strada mentre venivo rapito, non stavo esattamente ammirando il panorama.”

Jungkook smosse uno dei suoi ricci quando sbuffò. Lui e Taehyung cavalcavano a rilento, come se si stessero facendo una passeggiatina fra i campi. Erano ore che girovagavano.

Taehyung si raddrizzò tutto. Il suo cavallo continuò a mettere uno zoccolo davanti all’altro, ma se lui fosse stato sulle sue gambe si sarebbe piantato.

“Riconosco questo posto.”

Taehyung diede un colpo di briglie. Il suo cavallo partì al galoppo e Jungkook si affrettò a seguirlo giù per un sentiero.

Un paio di curve dopo, il principe balzò giù senza nemmeno aiutarsi con le staffe. Si strappò il mantello dalle spalle e lanciò la corona a Jungkook che la dovette prendere al volo. Taehyung attaccò a correre e Jungkook mise la corona in testa al cavallo.

Il ragazzo scese a sua volta e imbrigliò i due animali a un albero. Gli bastò fare un piccolo tratto di strada per capire finalmente perché al principe mancasse tanto casa sua.

Gli alberi del bosco si aprivano su una collina rivestita d’erba. C’era una piccola casa e tutt’intorno erano stati coltivati piccoli spiazzi di terreno. Sotto una tettoia c’erano una decina di barili e quelli che dovevano essere strumenti di pesca.

Il famoso laghetto si trovava una ventina di metri più in là. Assomigliava più ad una grossa pozzanghera e doveva essere brulicante di insetti, ma il modo in cui il sole ci si rifletteva faceva dimenticare certi particolari.  

Taehyung era corso incontro a tutto questo a braccia aperte, quasi volesse abbracciarne l’esistenza. Ci si era fermato nel bel mezzo, aveva inalato a pieni polmoni. L’emozione lo strozzava e quando si era voltato a cercare Jungkook brillava di luce propria. L’altro si era inchiodato sul posto, travolto da quell’energia.

Taehyung non aveva mai sorriso con tanta leggerezza. Il sole faceva magie anche su di lui e il color cenere dei suoi capelli rasentava l’argento. Era indubbiamente, immensamente, incomparabilmente felice.

Ma Jungkook si era sbagliato di grosso a credere che quello fosse il suo sorriso più bello. Ne ebbe prova un attimo dopo, quando una donna uscì dalla casetta.

“Mamma!”

La donna fece cadere tutto. Aveva in mano un cesto di verdura e i pomodori finirono a rotolare giù per la collina.

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora