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La corrente del lago era dolce.

Faceva ondeggiare la barchetta su cui Taehyung era addormentato, lo cullava nel sonno. Era come stare nella posizione del morto al mare, ma senza doversi preoccupare di alghe e sale.

A quell'ora del mattino il sole non spingeva ancora. Rimaneva nascosto dietro al bosco e si limitava a rischiarare il cielo con una luce giallognola. Non c'era traccia di azzurro. Quello se lo erano risucchiato via le nuvole.

Come Taehyung facesse a non svegliarsi era un mistero. Dopo un'intera nottata sdraiato su assi di legno, reti e corde gli sarebbe dovuto venire un torcicollo senza precedenti, invece lui se ne stava lì, indisturbato. A guardarlo lo si sarebbe considerato la versione maschile e meno stregata de La Bella Addormentata Nel Bosco.

A diciannove anni compiuti, Taehyung aveva ancora la pelle liscia dei bambini. Non perché ci tenesse ad apparire ordinato (non quando la sua vita era fatta di pesca e scambi al mercato), ma perché sulle guance aveva tre peli in croce. Anche se avesse provato a farsi crescere la barba gli avrebbero chiesto se non avesse litigato con un gatto.

I capelli li aveva dritti come spaghetti. Qualsiasi cosa facesse rimanevano sempre con la riga in mezzo e Taehyung li teneva abbastanza lunghi da poterli rinviare dietro le orecchie. Erano color cenere, quella metà via tra il castano chiaro e il grigio. Un colore abbastanza smorto da far credere alla gente che, dopo essere stato sbarbato dal gatto, lui si fosse vendicato facendosi un berretto con la sua pelliccia.

Al contrario de La Bella Addormentata, però, la punizione per Taehyung non arrivò prima, ma dopo il suo risveglio. Niente baci per lui, solo voci di uomini, un bussare forte e le grida isteriche di sua madre.

Strappato dal sonno, Taehyung si mise a sedere per capire cosa stesse succedendo. C'era il solito lago, il solito bosco, la solita casa. La non-tanto-solita carrozza parcheggiata fuori, il non-tanto-solito stemma reale dipinto sul legno. Due uomini in divisa se ne stavano in piedi ad aspettare, altri due trascinavano Greta, sua madre, fuori di casa. La sua camicia da notte si dimenava tutta mentre lei scalciava e impartiva ordini, più forte di quanto non si direbbe con quel fisico smagrito.

"Tornatevene da dove siete venuti! Non c'è niente che possa interessare al Re qui!"

"Dicci dov'è il ragazzo e non saremo costretti a ricorrere alle maniere forti. Puoi seguirci, se vuoi, ma lui viene via con noi."

"Non ne avete alcun diritto!"

"Guardate, è là!"

Taehyung si fiondò giù. Sbatté il naso contro il fondo della barca, ma il sangue era troppo impegnato a pompare a mille nel suo petto per colargli sulla faccia. Uno degli uomini lo aveva indicato e tutti gli altri si erano voltati verso di lui.

Stavano cercando lui? Era lui il ragazzo? Stava succedendo tutto troppo in fretta, Taehyung era sveglio da troppo poco tempo e aveva la bocca rancida, non ci capiva niente.

"Non nasconderti, ragazzo. Sappiamo che sei lì."

"Non ho mai infranto la legge! Qualsiasi sia l'accusa, non ho fatto niente!"

"Non ce ne andremo senza di te, ordini di Sua Maestà!"

"Il Re?"

Greta parlò con il tono di chi si è arreso. "Tuo padre."

"Mio padre?"

L'espressione di Taehyung si appiattì. Si alzò a sedere con tutta la calma che riuscì a trovare, ma i suoi occhi erano un turbine di incredulità, rabbia, confusione. Sua madre lo guardava da lontano con i capelli lunghi che le pendevano dalla testa e l'aria colpevole.

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Where stories live. Discover now