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Digiuno e preghiera. Il generale Adrian non scherzava.

Una guardia aveva scortato Taehyung fino alla cappella del castello, ma era stata costretta a prendere provvedimenti quando aveva iniziato a gettare all’aria tutto quello che gli capitava sottomano. Era stato rinchiuso in una cameretta adiacente dove, crocifisso, letto e tavolino a parte, non c’era assolutamente niente. Neanche l’intrattenimento dei topi.

Da quando era stato barricato lì dentro, Taehyung non aveva fatto altro che guardare fuori dall’unica finestra. Il tempo non passava più e lui aveva desiderato poter prendere il sole tra le dita e tirarlo verso il basso, concedere alla luna una veloce comparsa e poi far tornare il sole. Avrebbe fatto meglio a far tornare la luna una seconda volta, perché fu soltanto nel tardo pomeriggio del giorno successivo che fuori dalla sua stanza si sentì un rumore di chiavi.

Taehyung si buttò giù dal letto e si precipitò alla porta. Non lasciò alle due inservienti neanche il tempo di entrare.

“Avete da mangiare? Dov’è mia madre?”

Spaventate dall’accoglienza irruenta, le donne fecero un balzo indietro. Erano vestite allo stesso modo, un vestitone color crema che Taehyung non aveva visto addosso a nessuno il giorno prima. Doveva essere una divisa riservata alle occasioni speciali, come il banchetto.

Ancora tremanti, le due alzarono le vesti che tenevano fra le braccia, come per mostrare che non avevano altro. A vederle così intimorite a Taehyung caddero le spalle dalla vergogna.

Prese le distanze, le lasciò entrare.

“Almeno ai carcerati da mangiare lo danno.”

Il banchetto si teneva nel salone principale del castello, quello che di solito veniva adibito ai balli. Tavolate e panche erano state disposte in modo da lasciar passare gli inservienti, ma la baraonda di ospiti complicava comunque le cose. Questi ridevano, scherzavano, facevano chiasso. Le luci delle torce rendevano le loro guance più paonazze di quanto non fossero e il vino dava man forte.

Re Quentin si godeva la vista dall’alto del suo trono. Al suo fianco non sedeva la Regina, ma un uomo di una certa età, ruvido, dagli occhi freddi. Re Gerard si era fatto portare il trono da Ophidia, il suo regno, e si guardava attorno con l’aria di chi ha tutti i diritti di essere dov’è. A confronto Re Quentin pareva il sovrano del formaggio coi buchi.

Quando la cena poté dirsi a metà del suo corso, il generale Adrian saltò su un tavolo e attorno a lui si alzò una ronda di applausi. Quest’ultimo fece segno di moderare i toni, ma il suo sorriso era compiaciuto.

Si assicurò di avere l’attenzione di tutti, poi fece la voce grossa.

“Tutti saprete che il regno di Ophidia e quello di Magnolia sono alleati storici. Quello che non sapete è che il qui presente Re Gerard ha ricevuto una soffiata riguardo un possibile attacco e sembrerebbe proprio che questo proverrà da Magnolia.”

Il popolo iniziò subito a mormorare e Adrian dovette pestare un piede sul tavolo. “Non potendo indagare lui stesso per non rischiare di essere accusato di tradimento, Re Gerard ha deciso di rivolgersi a noi. Ci ha chiesto una squadra di uomini fidati che vada in missione per conto suo e che non generi sospetti. Chi di voi vorrà parteciperà ad un torneo ed i vincitori andranno a formare i Dodici. Tutti gli altri saranno invitati ad unirsi all’esercito come soldati semplici.”

Il generale Adrian fece contatto visivo con quante più persone possibili, come per assicurarsi di aver spiegato bene. Sorrise, una volta soddisfatto.

“Ma ora bevete. Mangiate. Le prossime giornate saranno faticose per tutti.”

Il popolo esultò, qualcuno sollevò le costolette di maiale al cielo.

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora