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Mattina presto, ora di colazione.

Domenico stava bussando alle stanze del principe da un po’ e continuava a non ricevere risposta. Fece per aprire la porta, ma questa si bloccò a una spanna dallo stipite con un tud.

Ci riprovò. Tud.

Tud. Tud-tud.

Niente, non si apriva più di così. Ci doveva essere qualcosa davanti a bloccarla.

"Vostra Altezza!" chiamò Domenico, naso e bocca infilati in quello spiraglio. "Dovete andare alla Sacra Messa, è domenica!"

Seduto tra cumoli di lenzuola, Taehyung neanche guardava la maniglia agitarsi. Era tornato ad abbassare lo sguardo sui suoi scritti una volta appurato che la panca reggeva bene.

Domenico fece un altro po' di rumore (tud-tud-tud-tud-tud), cacciò un paio di versi (Lo so che è sveglio!), ma poi se ne andò. Taehyung non si scompose. Un po' perché la disperazione lo rendeva tremendamente calmo, un po' perché la boccetta d'inchiostro che teneva fra le gambe rischiava di rovesciarsi sul materasso.

"Cara madre," aveva scritto. "temo non ci vedremo tanto presto quanto avevo sperato. La scorciatoia che ti dicevo mi ha solo riportato sulla strada principale.”

"RAGAZZINO INSOLENTE!"

Non ci fu un solo inserviente che non sentì urlare queste parole.

La Regina stava trascinando il figliastro per tutto il castello con la forza di un bue da traino. Lo teneva per il braccio così forte da lasciarci il segno delle unghie e Taehyung non aveva temuto tanto per la sua vita neanche quando Jungkook aveva cercato di impalargli una spada nel cranio. Ogni tanto incrociavano qualcuno e lui cercava di appendersi alle loro gambe per implorare aiuto, ma quella andava troppo forte. Non aveva smesso un attimo di inveirgli contro.

"Ogni giorno a tavola fai una buffonata diversa e te le lascio passare tutte, tutte! Ma questa non me la dovevi fare.”

I due arrivarono alla biblioteca del Re. Le assi del pavimento schioccarono tutte al loro passaggio e i libri parvero stringersi dalla paura. Arrivata in fondo, la Regina aprì una porticina con un calcio e ci scaraventò dentro Taehyung. 

“Come hai osato appendere la mia biancheria per tutti gli alberi del giardino?! Entrando nelle mie stanze a frugare, per giunta!”

La Regina alzò un pugno e la sua indignazione sarebbe stata presa sul serio se non stesse sventolando un paio di mutandoni. Terrore a parte, Taehyung era oltremodo divertito.

“Non si dà più del Voi al principe?”

“Vedi di ricordarti chi sei e da dove provieni, ragazzino. Il Re si è ripiegato su di te per dare al regno un erede, ma rimani comunque il figlio illegittimo di una sgualdrinella. Vedi di attenerti ai tuoi doveri, perché se stai umiliando me e la mia famiglia di proposito io ti faccio nero."  

Taehyung sostenne lo sguardo della donna senza batter ciglio e lei si indispettì. Girò i tacchi come una furia e riattraversò la biblioteca tanto di fretta che non si accorse nemmeno di stare andando a sbattere contro qualcuno.

"Ouch," fece Jungkook, più di riflesso che per il dolore. Si era beccato una testata sotto il mento, ma quando riconobbe la Regina si scusò profusamente. Lei si disincastrò dal suo petto e riprese la sua corsa senza neanche rivolgergli la parola, furiosa. Stranito dall’incontro, Jungkook proseguì per la sua strada.

THE SLEEPLESS KING (Libro 1) (BTS FanFiction - Taekook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora