Prologo

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Le strade, sovrastate da archi di luci, brulicavano di persone in cerca degli ultimi regali da fare, mentre la neve scendeva leggera, iniziando a imbiancare le strade e creando la giusta atmosfera per quel freddo inverno. Miriam aveva appena salutato le sue amiche ma non voleva tornare a casa e, come da sua piccola tradizione dopo le spese natalizie, volle andare a prendersi una cioccolata calda nel suo bar preferito. Era lì che dall'alto osservava la gente passare.

Il bar aveva due piani: il piano terra aveva a mala pena lo spazio per il bancone e un paio di tavolini, il secondo era, invece, un po' più largo e ospitava tanti piccoli tavolini quadrati che per le feste erano stati ricoperti da tovaglie in tema. Essendo il locale stretto ma lungo, tutti i tavolini del secondo piano erano allineati seguendo la grande vetrata che permetteva di vedere tutta la piazza sottostante. La ragazza era sola, seduta al tavolo all'estrema destra e scriveva su un quaderno quello che vedeva sotto di sé, annotando i gesti e l'aspetto delle persone, immaginando le loro storie dal loro portamento.

Perché erano lì? La donna uscita dal negozio per bambini senza sacchetti, cosa voleva davvero? Avrà preso un articolo così piccolo da starci in borsa? O forse voleva solo vedere i passeggini per un bimbo mai nato? Iniziava così a fantasticare guardando fuori da quell'enorme finestra mentre attorno a lei coppie di amiche e fidanzati parlavano allegramente. La cameriera posò sul tavolo la cioccolata fumante, Miriam ringraziò e tornò a guardare fuori. Fu allora che lo notò: un furgone completamente nero, fermo davanti all'ingresso, in una strada che, quel giorno, era riservata ai soli pedoni. La mente della ragazza vagò, quel furgone sembrava uscito da un telefilm. Le ricordava quello in cui il poliziotto osservava la donna in The Tourist. Si chiese se da qualche parte ci fosse un'Angelina Jolie in attesa di un messaggio del suo Johnny Depp. Da quel furgone scesero alcuni uomini, tutti grossi, tutti a viso coperto e con qualcosa in mano... sperò che fosse solo la sua fantasia a galoppare, sperò che...

Uno sparo.

«Non muovetevi. Soldi e cibo, comprese le bottiglie d'acqua. Sul furgone.»

Una voce calma e tranquilla, quasi affascinante, aveva zittito i clienti di sotto. Quasi contemporaneamente allo sparo, si sentirono i passi pesanti di un uomo salire le scale in legno. Qualcuno scoppiò in lacrime, altri non credevano che stesse succedendo davvero.

«È una candid?» chiese un ragazzo.

«No» rispose un uomo dalla voce roca, sparando verso la finestra per far capire che non stavano scherzando.

Miriam si mise una mano davanti alla bocca, non doveva parlare. Non sapeva bene neanche lei come, ma aveva avuto la prontezza di spirito di nascondersi sotto al tavolo, nascosta dalla rossa tovaglia lunga fino al pavimento. Aveva paura e tremava, ma strinse la borsa per tranquillizzarsi. La borsa. Aveva preso la borsa. E dentro c'era il cellulare. Immediatamente mise il silenzioso e scrisse aiuto a suo padre, la prima persona a cui pensò, sperando che ci credesse. Strinse forte il cellulare mentre davanti a lei sentiva il rumore dei passi pesanti dei rapinatori e di sedie strisciate a terra.

«Vi prego, no...»

La ragazza che aveva parlato stava piangendo. Sentì un rumore strano, come se qualcuno si fosse seduto.

'Stai scherzando? Non sono in vena...'

Il messaggio di suo padre lampeggiò sullo schermo. Velocemente lei scrisse: 'No, chiama la polizia' .

Sentì qualcun altro salire le scale e la voce calda di prima dire: «Allora? Trovato qualcuno? Di sotto sono inutili...»

Quello con la voce roca ripose: «Nah! Codardi senza spina dorsale... gli occhi del ragazzo sembravano quasi dire: 'fortuna che non sono io!' E sì che spesso c'è rabbia... Prendi quello che serve e andiamocene.»

«Aspetta» disse l'altro con calma innaturale.

«Forse...»

Alzò la tovaglia che nascondeva Miriam. Da quel che poteva vedere dell'uomo, capì che stava sorridendo.

«Qualcuno c'è.»

Afferrò la ragazza trascinandola fuori da sotto il tavolo e prendendole il cellulare.

«Allora ragazzina... sei più furba della media, ma non abbastanza.»

Indicò il tavolo su cui svettava la tazza ancora piena di cioccolata.

«E hai avvisato... direi che dobbiamo sbrigarci. Tarn, andiamo o saremo nei guai. Qualcuno abbiamo trovato...»

L'uomo prese la ragazza e se la mise in spalla, mentre lei cercava di divincolarsi inutilmente.

«Sono abituato a gestire i bimbi guerrieri ribelli, stai calma.»

Miriam non capì a cosa si riferisse ma non gliene importava. L'uomo la portò sul furgone e la gettò sul retro con la borsa. Miriam tentò di nuovo la fuga ma non fu abbastanza veloce a riprendersi dal lancio e l'uomo chiuse lo portello dietro di sé. La ragazza indietreggiò velocemente verso il conducente, sbattendo contro una parete di metallo. L'uomo si avvicinò con un flacone in mano.

«Perché?» chiese la ragazza in lacrime, temendo cosa volesse farle.

«Perché, purtroppo, sei speciale come pochi in questo mondo. Nel mio vi si trova con più facilità, ma vedi siete più sfuggenti. Voi, invece, siete così... così deboli e inutili...» disse l'uomo afferrandola per un braccio e porgendole il tappo con il liquido dentro.

«Bevi» disse puntandole la pistola contro. Nonostante il buio, notò come quella pistola avesse qualcosa di strano, sembrava uscita da uno di quei film di fantascienza che piacevano tanto a Mark. Il furgone si mise in moto e partì.

«Io non...»

«Bevi o ti costringo a farlo. E non ti piacerà. E non fare finta, so che stai pensando di non ingurgitare.»

Miriam prese il tappo e in lacrime, decise di ascoltarlo.

«Brava bimba... ora dormi» disse togliendole la pistola da davanti. Sentì le palpebre pesanti e il suo ultimo pensiero, prima di cadere nelle tenebre, fu chiedersi quale assurdo sonnifero agisse così velocemente.

***

Angolo autore

Mio dio. È orribile. Sì, me lo dico da sola. Siate clementi, è stato il primo racconto che ho provato a scrivere completamente di mia iniziativa... prima o poi lo risistemerò tutto da capo, promesso.

Questo prologo ora è lungo quasi il doppio.

AtladWhere stories live. Discover now