Capitolo 7 ~ La proposta di Mike (seconda parte)

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«No. È una pazzia, non ci sto.»

Miriam e Frey sentirono Stein dire quelle parole entrando in cucina. Dai resti sul tavolo capirono che Eoin era già andato alle rovine, così misero via i piatti del ragazzo e prepararono qualcosa per loro.

«Mmm, carino Mike. Non viene a trovarci per eoni e, quando lo fa, propone qualcosa che a Stein non piace.» disse Frey a Miriam, premunendosi di farsi sentire anche dal diretto interessato.

«Oh avanti Frey...  Non è facile...» rispose Mike offeso.

«E quando mai lo è?» sussurrò Frey.

Miriam si intromise in quella discussione che stava prendendo una brutta piega e che sentiva non dovesse ascoltare: «Io prendo Elil e vado a farmi un voletto! Ciao!»

Prese qualcosa da mangiare e uscì, seguita dal suo amico senza nome.

«Questa cosa non è inquietante?» disse Miriam voltandosi verso l'uomo.

«Mi dispiace, sembro un maniaco ma sono gli ordini di Mike: mi ha chiesto di farti compagnia.»

Il viso della ragazza si contrasse a esprimere i suoi dubbi riguardo quell'ultimo affermazione.

«No, nel senso...  È un po' complicato da spiegare ma secondo lui ci sono buone probabilità che possano venire a prenderti» le disse nel tentativo di difendersi dall'accusa poco gentile che gli era stata fatta, anche se solo con uno sguardo.

«E perché? In ogni caso spero di riuscire a difendermi...»

«Oh, mi è stato detto del tuo potere elettrico. Ti posso chiamare pikachu?»

«Non ci provare, piuttosto sono la guerriera protetta da Giove: Sailor Jupiter!»  urlò improvvisando una posa che ricordava vagamente quella di Sailor Moon scatenando l'ilarità di entrambi.

Infine Miriam si arrese a quella specie di guardia del corpo e insieme si spostarono dalle rovine per evitare di distruggerle durante gli esercizi magici della ragazza. Si allontanarono per circa 15 minuti e la ragazza decise di sfruttare il suo nuovo "servitore" dandogli il libro che le aveva dato Soraya perché lo reggesse, sperando che l'aiuto di qualcuno potesse aiutarla a concentrarsi meglio.

«Aickley»

«Cosa?» chiese Miriam mentre svogliava il libro fino  al punto che le interessava.

«È il mio nome. Aickley, sono inglese. Un impiegato comunale iscritto al poligono di tiro e con la passione per i videogiochi... ero in armeria quando sono arrivato qui inseguendo i tizi che avevano rubato alcuni fucili. Ho seguito il furgone nero fino al portale. Ho perso i sensi attraversandolo e sono sbucato ad Atlad, con pochissimi ricordi di cosa fosse successo effettivamente. Mi ha trovato Mike. Se te lo stai chiedendo mi sto presentando solo perché capisci quello che dico»

Lei ridacchiò.

«Immagino che qui non sappiano neanche cos'è un impiegato»

«Tecnicamente non sanno nemmeno cos'è un comune... l'unica forma di governo è il tempio a Koliat i cui maestri non fanno altro che mettere fine ai litigi o punire questioni gravi tipo truffe, ladrocini e omicidi... Qui vivono per lo più in tribù.»

«Sì, Frey me ne ha parlato. Lei e Eoin provengono da una di queste tribù, Stein dice che sono tipo i tuareg ma senza Allah...»

«Più o meno...»

Miriam memorizzò la piccola e semplice formula che aveva trovato poco prima e si allontanò di qualche passo. Aprì la bocca ma venne interrotta da un forte rumore alle sue spalle.

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