Capitolo 15 ~ Dal Damnat io ti evoco, [...](seconda parte)

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«Dal Damnat io ti evoco... lancia...» biascicò cercando di ricordare. Si alzò in piedi, fece un respiro profondo e iniziò a dire una serie di probabili incantesimi, senza riuscire ad esprimerne uno valido.

Non così, l'incantesimo deve partirti da dentro. La base la sai, ora unisci la magia.

Chiuse gli occhi di nuovo. Cercò un contatto con l'elettricità nell'aria senza però evocare direttamente dei fulmini. Sentì un calore nascere in mezzo al suo petto e diffondersi per tutto il corpo lentamente, nel mentre sentiva dei sussurri. Inconsciamente iniziò ad andare a tempo con loro, muovendo le labbra senza dire niente finché non eruppe con la formula: «Dal Damnat io ti evoco! Nelle mie mani, Lancia della Folgore Demoniaca»

Sentì di essere un tramite per l'energia: gli spiriti, architetti di quel mondo, la guidavano e lei forgiava e rendeva tangibile l'energia elementale che l' avvolgeva. Inizialmente si formò il bastone a partire dalla sua mano destra, che si allungò fino a prendere la lunghezza adatta a Miriam, poi fu il turno della cima composta da una punta grossa principale e quattro laterali, due per parte, che si snodavano dalla principale. Infine la punta, anch'essa appuntita e leggermente elaborata. Il calore dentro di sé non diminuì e lei seguì il suo istinto e pronunciò: «Sul mio corpo, armatura della guida celestiale»

Sentì il calore avvolgerle il corpo, in ogni sua parte, poi, com'era iniziato si spense.

Livello armatura. Non male, direi che se avessi avuto qualcosa da difendere saresti al livello scudo.

«Certo che ce l'ho qualcosa da proteggere!» disse imbronciata.

Non è un sentimento abbastanza forte allora e quel cipiglio non si adatta a un tale abito.

«Quale abito?» si chiese abbassando lo sguardo e guardandosi. Non lo sentiva addosso, era come se in realtà avesse ancora il vestito comodo del tempio. Da due spallacci scendeva leggera e delicata una stoffa cangiante, verde e molto lunga che le faceva da mantello. Il petto era cinto da una giacca chiusa da dei bottoni, simile ad alcune divise che aveva visto nei musei di guerra. Il busto era avvolto da due fasce che si incrociavano a x sul suo petto e che si chiudevano sulla schiena. Un paio di pantaloni verde scuro erano coperti dalla stessa stoffa di cui era fatto il mantello, cucita a una cintura sulla cui fibbia era impresso un simbolo: una specie di saetta che terminava con una freccia che puntava verso l'alto.

«Armatura? Non credo protegga molto...»

Magia, giovane strega. A cosa serve un' armatura di ferro a un incantatore?

«A farsi folgorare meglio»

La voce ridacchiò.

L'armatura dimostra chi sei agli altri. Ti riconosceranno un ruolo di comando privilegiato e scelto dagli spiriti. Finché porterai quella divisa, le tue scelte saranno in linea con gli spiriti del fulmine. Questo non ti da il diritto di comandare sugli altri, sono gli altri che devono decidere di seguirti. Convincili e avrai potenti alleati, non sottoposti.

Miriam riguardò la lancia e vide su di essa, poco sotto la punta, un altro simbolo: da una spirale puntava verso l'alto una saetta.

«Questo simbolo è diverso da quello sulla cintura»

Ovvio. Il simbolo sulla cintura indica la tua arma: la lancia folgorante; quello sulla lancia, indica il tuo personale. Tu appartieni a lei, la lancia appartiene a te. Ora va', il tempo concesso è terminato. L'esame è finito.

«Come finito?»

«Finito, cosa?» la voce di Selian la fece sussultare.

«Io... ho preso l'arma, credo»

AtladWhere stories live. Discover now